“Se noi, davanti alla diffusione della droga tra i nostri ragazzi, facciamo finta di niente e ci giriamo dall’altra parte, noi stiamo dicendo loro che la droga è qualcosa per cui vivere, in un mondo che ruba la speranza, distrugge il futuro e non offre nulla”.
Padre Enzo Carsuo, a Brolo, cogliendo l’occasione del messaggio ai fedeli, nella domenica di avvento, prende, ancora una volta, una netta presa di posizione su fenomeni che inquietano e degradano la società e punta i fari su droga e bullismo, fenomeni che sono emersi gravemente nelle passate settimane.
Un messaggio articolato, che ovviamente tocca altri aspetti, che si incunea negli aspetti religiosi e sociali, intriso di fede cristiana ma anche impegno sociale.
Il suo è stato un discorso molto concreto, decisamente in una visone cristiana non bigotta ma impegnata.
Nella seconda del suo intervento ( appresso il testo anche il video) ci sono riferimenti specifici ai problemi del momento a Brolo. Padre Enzo parla chiaro e forte. E’ un segnale che la parrocchia non è dormiente e intende farsi sentire.
Nel video non c’è traccia di polemica.
Padre Enzo fa il suo “lavoro” , ora in modo più esposto e originale – forse – rispetto ad altri. Di fatto non è solo!
MESSAGGIO PER L’AVVENTO 2018
Le parole di Gesù con cui iniziamo questo nuovo anno liturgico e il tempo di Avvento riferiscono di sconvolgimenti nei corpi celesti (sole, luna, stelle), sulla terra e nei mari.
Sono dei simboli. Descrivono una cosa per significarne un’altra. Si tratta, infatti, di immagini simboliche e si riferiscono alle grandi prove e alle persecuzioni che le prime generazioni di cristiani subirono. Fu un tempo nel quale essere cristiani era qualcosa per cui si rischiava la vita.
Se guardiamo contempliamo ancora queste immagini, sembra di trovare riscontro nella cronaca quotidiana del nostro tempo, in senso letterale. E’ come se Gesù volesse preannunciare le catastrofi che si stanno moltiplicando nei nostri tempi. Invece dobbiamo ricordare che sono un simbolo. Ed è il simbolo che dobbiamo decodificare e comprendere, perché contiene una parola per questa generazione dell’umanità
Noi possiamo pensare, per esempio, agli effetti devastanti del cambiamento climatico sulla vita delle varie comunità umane, oppure alla migrazione di interi popoli da una parte all’altra della terra.Ci chiediamo che cosa sarà del nostro mondo se questi fenomeni – naturali e storici – continueranno e peggioreranno? Cosa ne sarà del destino dei nostri figli? In quale mondo vivranno?
Ci chiediamo se ci sarà mai pace nel mondo per noi e per le future generazioni o se siamo destinati a vivere su un pianeta dove la vita sarà divenuta insopportabile.
Prendiamo atto, intanto di una cosa: nei fenomeniche abbiamo citato non vi è la mano di Dio.
Non vi è alcuna azione punitiva di Dio. Vi è in parte il corso naturale della vita del nostro pianeta ma vi è soprattutto lamano dell’uomo,che sta distruggendo la terra- e sa che la sa distruggendo – ma non ha nessuna intenzione di fermarsi finche ci sono ricchezze da accumulare e finché a pagare saranno i poveri della terra.
Fino a qualche generazione fa, i nostri genitori e nonni, su ogni terreno in pendenza, scavavano, ogni anno, dei canali per permettere di convogliare e far scorrere l’acqua e quindi salvaguardare il terreno dal cedimento.
Oggi costruiamo le nostre case anche sui fiumi. Ed è solo questione di tempo che scoppi una tragedia e vite umane vadano perdute, dato che noi abbiamo abbandonato quella antica saggezza che permise la sopravvivenza di millenni di generazioni, fino ad oggi.
Abbiamo agito iniquamente e ora ne paghiamo il prezzo.
L’Avvento ci presenta una spiritualità che è fatta di attesa, ma non di un’attesa addormentata e rassegnata, tipica di chi crede che davanti agli eventi della storia noi siamo totalmente impotenti.
Questo non è vero.
Noi abbiamo sfasciato il mondo con le nostre mani. E con le nostre mani abbiamo la possibilità di aggiustarlo, di farlo nuovo.
L’Avvento come tempo di Attesa del ritorno di Cristo, alla fine dei tempi contiene un chiaro messaggio ai credenti di oggi ma anche a tutta l’umanità.
Se non è per l’attesa della venuta del Signore che viene, abbiamo come umanità l’obbligo morale di vivere il tempo e lo spazio come opportunità di essere laboriosi e coraggiosi, non indifferenti, non impermeabili davanti a tutto quello che accade.
L’Avvento ci parla non solo di attesa ma anche di speranza, che è quell’energia interiore che muove l’uomo a non restare inerte davanti alle vicende della storia.
La speranza è lasciarsi interpellare, lasciarsi colpire, mettersi in gioco, giocare tutto di sé per cambiare le cose e non aspettare che siano a farlo.
Se noi, davanti alla diffusione della droga tra i nostri ragazzi, facciamo finta di niente e ci giriamo dall’altra parte, noi stiamo dicendo loro che la droga è qualcosa per cui vivere, in un mondo che ruba la speranza, distrugge il futuro e non offre nulla.
Se davanti alla decadenza delle relazioni sociali noi assistiamo all’insorgenza di fenomeni come il bullismo, facciamo finta di niente e ci giriamo dall’altra parte, noi stiamo dicendo che colpire un altro coetaneo, tormentargli la vita e umiliarlo, colpire un insegnante a scuola oppure picchiare una donna sono qualcosa per cui vale la pena di vivere perché si prova lo sballo e un senso di onnipotenza, davanti al nulla che la società offre.
Oggi le persecuzioni contro i cristiani nel mondo sono ben più vaste di quelle al tempo dell’impero romano. E i maggiori persecutori del cristianesimo sono l’indifferenza della cultura europea e l’estremismo di matrice islamica. Mai così tanti cristiani sono stati uccisi come in questo tempo. Ci chiediamo ancora come sarà il nostro futuro. Sarà come noi decidiamo che sia. Se vogliamo che prevalgano le logiche di profitto a ogni costo dei pochi verso molti, se gli interessi materiali varranno più del valore della convivenza umana, allora avremo un futuro buio.
Ma abbiamo la possibilità di invertire la rotta di ricominciare da capo.
Per questo, San Paolo, proprio per incoraggiare a vivere questo tempo di prove e turbamenti, in attesa del ritorno di Gesù, ai Tessalonicesi scrive: “Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti… per rendere saldi i vostri cuori … davanti a Dio e Padre nostro, in vista della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi”, Gesù ammonisce: State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni… Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Il mondo che io immagino domani è un mondo più bello.
E credo che sarà inevitabile migliorarlo perché l’alternativa è la distruzione.
Forse è giunto il tempo di riscoprire cosa significa mettersi in ginocchio e pregare, perché proprio i cristiani non sanno più pregare.
E riscoprendo la preghiera, sentiremo quella forza interiore che ci spinge a rifare il mondo; per i credenti in Cristo, in attesa della sua venuta.
Per i non credenti o i credenti in altre fedi, in vista di una fraternità universale possibile.
il video
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