IL PALAZZO DENTI … A RISCHIO CROLLO NELL’INDIFFERENZA DEI PIU’, TRA LE LOGISTICHE DIFFICOLTA’ DELL’AMMINISTRAZIONE – TRA MANCANZA DI FONDI E LIMITI D’INTERVENTO – E LE “APERTURE” CON LA PROPRIETA’ DISPONIBILE AD EFFETTUAR DEGLI SIA PUR MINIMI INTERVENTI… CI VORREBBE UN COLPO D’ORGOGLIO POPOLARE, PER FARNE UNA BATTAGLIA D’APPARTENENZA… REPERENDO FINANZIAMENTI ANCHE EUROPEI, COSTRUENDOVI INTORNO UN PROGETTO d’AMPIO RESPIRO, E QUESTO ANCHE IN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI.
Se i quasi 9 milioni di euro che saranno impiegati in Sicilia per far ritornare alla bellezza 12 luoghi culturali dimenticati e segnalati dai cittadini, nel progetto “Bellezza@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati“ fanno gioire tanti – è uno dei provvedimenti dei mille giorni del governo Renzi, ha sottolineato l’ormai ex sottosegretario siciliano Davide Faraone – chi guarda il bicchiere dal lato mezzo vuoto punta il dito sull’altro patrimonio artistico monumentale isolano lasciato in abbandono, misconosciuto, privo di fondi per elementari restauri, a rischio crolli nonostante la ragnatela burocratica che li avvolge.
Elenco lungo, e tra questi certamente il palazzo ducale Denti, a Piraino.
Un impegno corale, sentito e partecipato ora necessita, per ridare splendore ad uno dei tesori dimenticati.
Un messaggio ai Nebrodi per ribadire che se si vuole si può.
Il Denti potrebbe essere un esempio di riscatto a conferma della naturale vocazione alla bellezza di questa terra e per sottolineare che con la cultura si mangia, si fa storia, si conserva memoria e che è questa la via per far decollare economicamente la nostra isola.
Facciamo il punto.
Il Palazzo Ducale oggi è proprietà privata appartenne al Duca Vincenzo DENTI – famiglia originaria di Ravenna stando al Mugnos ed al Villabianca – per concessione di re Filippo IV nel 1656. Da residenza dei discendenti della famiglia ducale fu prima Caserma Carabinieri, poi la Scuola Media. E oggi in stato di abbandono e degrado vede cornicioni e solai a rischio crollo. Un danno per il patrimonio architettonico di tutto il comprensorio, un rischio per chi si aggira nelle sue vicinanze.
Costruito sulla formazione rocciosa che in sommità ricopre la collina su cui si estende l’antico borgo medievale dell’odierna Piraino, si adagia sulla stessa con fondazioni aggrappate alla roccia viva. Ha solai con travi in legno, tavolato e sovrastanti pavimenti in terracotta smaltata, copertura a tetto con travi in legno, coppi alla siciliana in terracotta, soffitti con incannucciato intonacati a calce, in parte affrescati e decorati. Subì le ingiurie del tempo e dei bombardamenti degli angloamericani ma resistette nel tempo.
Dopo l’abbandono del palazzo avvenuto circa 50 anni addietro in concomitanza con il massiccio abbandono del centro storico da parte della popolazione residente che è emigrata o si è trasferita lungo la costa si è innescato l’inarrestabile degrado edilizio e funzionale e arrivò il tempo del divieto d’accesso ai locali ed ai suoi spazi esterni. Crollarono parte dei cornicioni sulla unica angusta stradina che attraversava il paese, per accedere alla Torre cilindrica, al Santuario di S. Caterina D’Alessandria e a circa metà dell’antico borgo compresa la Chiesa Madre.
Nei primi anni Duemila vennero effettuati modesti e quasi inutili interventi di messa in sicurezza, tanto che recentemente si sono verificati i crolli della copertura e dei solai, conseguentemente il reticolo murario portante è inevitabilmente interessato dagli agenti meteo che riducono ulteriormente la capacità legante delle malte all’epoca impiegate nella costruzione.
Ma c’è dell’altro, come si evince da una nota dell’ing. Giuseppe Natoli per l’Associazione Pio La Torre. “l’antico borgo corre un grosso rischio infatti il possibile e certo crollo di tratti di muro sulla sottostante e antistante strada, “taglierebbe in due il centro storico” e quindi costituirebbe pericolo per la pubblica incolumità e grandi disagi per i residenti.”
Ovviamente resta la questione su chi deve intervenire per il suo recupero di certo non basta solo transennare…
La proprietà dell’immobile storico su sollecitazione dell’amministrazione guidata da Maurizio Ruggeri, nella scorsa estate, si è detta disponibile ad effettuare dei lavori di ripristino, ma certamente non di restauro completo.
Ecco da qui bisognerebbe partire, coinvolgendo in un tavolo operativo tutte le istituzioni, regionali e nazionali in primis, acquistando quel bene ad un prezzo equo, evitando il sorgere di eventualità attività speculative che possono ben sorgere intorno al bene storico ma non dentro lo stesso… non lasciando “sola” l’amministrazione in scelte che sono e riguardano tutti.
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