1) Frammenti di cultura popolare,
2) Indovinelli siciliani,
3) Agrimesi,
4) Scioglilingua, filastrocche, contrasti, mottetti siciliani,
5) Vastasarie.
Frammenti di cultura popolare contiene un’interessante raccolta di scongiuri, credenze, superstizioni, giuramenti, imprecazioni, esclamazioni, espressioni (tipiche, blasfeme, di rassegnazione), scherzi di parole, parabole, consigli di medicina naturale popolare, giochi, curiosità.
Indovinelli siciliani, ´nduvinagghi, espressioni della saggezza popolare, sono costituiti da brevi enigmi, formati da strofette o enunciati in forma narrativa e generalmente si presentano con parole equivoche o ambigue o con una perifrasi riguardante la cosa da indovinare; si riferiscono a cose comuni e semplici e sono rivestiti di sottile metafora; costituiscono dei passatempi per i bambini o anche elementi di gare tra gli adulti.
Alcuni indovinelli sembrano espressi con termini poco urbani o a doppio senso, ma chi ha animo puro li accetta come sono; in ogni caso chi li propone avverte, se lo ritiene, che “Absit iniuria verbis ” (Non ci sia offesa nelle parole).
Agrimesi annota come nello scorrere dei secoli l’economia siciliana si è basata sull’ agricoltura, sull’artigianato, sulla pesca e meno sull’attività industriale.
I proverbi e i modi di dire, ricadenti nei vari mesi dell’anno, sono essenzialmente di carattere agreste e tendono all’interpretazione di specifici eventi, meteorologici o lunari, influenzanti il decorso climatico o l’andamento delle colture; inoltre, derivando dall’esperienza, essi mirano a fornire i dettami per l’esecuzione delle varie specifiche operazioni agricole.
Per favorire a tutti la comprensione del siciliano vi è la traduzione pressoché letterale in lingua italiana, è fornita l’esplicazione del significato, è registrata la corrispondente espressione italiana e, ove riscontrata, anche quella di origine latina o greca.
Scioglilingua, filastrocche, contrasti, mottetti siciliani contiene una ricca raccolta di questi specifici elementi, frutto di anni di trascrizioni secondo quanto derivato dalla propria memoria o dalla viva voce della gente di tutti i ceti sociali; inoltre il volume presenta la traduzione letterale in italiano e, ove necessario, l’esplicazione del significato.
Vastasarie contiene espressioni o termini licenziosi del parlare comune in cui capita di esprimersi in modo libero e marcato per rendere meglio il concetto o più colorita la frase, oggi in uso anche nei moderni mezzi di comunicazione di massa. Generalmente i Siciliani sono soliti prendersi qualche libertà di linguaggio, specialmente nei momenti d’ira, nei litigi, nelle conversazioni cameratesche. Talora per scusarsi e per farsi perdonare il vocabolo o la frase volgare, si premette al proprio dire: “Scusannu ‘a frasi” cioè “Scusando il modo lascivo di parlare”; oppure adoperando qualche dotta espressione si dice: “Sit venia verbo” ossia “Mi sia scusato il dire”.
Questa raccolta contiene pure l’esplicazione del significato o le corrispondenti espressioni italiane e latine.
Diverse copertine dei voluni sono disegnate da Massimo Scaffidi ed i volumi, in senso assoluto, sono tra i primi editi, in un’apposita collana, dall’editore brolese.