Prudenza è l’imperativo, speranza lo stato d’animo, ma tra i gestori delle palestre c’è anche delusione e rabbia. La nota di Gabriella Galofaro della New Olympus.
Non c’è più tempo da perdere!
La campagna vaccinale e il calo dei contagi consentono a molti settori di programmare il futuro.
C’è chi ha riaperto dopo mesi di stop, chi, dopo un anno prova anche ad addobbare la sala per un banchetto di nozze, nei luoghi della movida si torna a respirare aria d’estate non solo nei week-end.
Scontenti ancora i titolari e i fruitori delle piscine al chiuso, delle palestre. Le palestre che potranno riprendere l’attività in un periodo dove solitamente registrano il calo delle frequenze sono sull’orlo del baratro finanziario, tra arretrati da pagare, mutui e soprattutto in attesa dei ristori, promessi ma non erogati.
la necessità di un intervento immediato è improcrastinabile
Gabriella Galofaro, titolare di un centro sportivo a Gliaca di Piraino, si fa portavoce del dissenso. L’ha fatto già altre volte, parla a nome dei tanti colleghi, con i quali si sente quotidianamente raccogliendo paure, disagi, dolori.
«E una decisione inaccettabile. Lo sport ha bisogno di speranze e non di prese in giro con regole che variano di volta in volta. Per riaprire gli impianti ci vogliono soldi e tanti in questi mesi hanno perso capitali risparmiati in anni. Se si vogliono risultati, se davvero si crede nello slogan che lo sport è salute, è vero che si deve investire su protocolli di prevenzione, ma anche darci la possibilità di ripartire con serenità. Quando questo si capirà sarà davvero troppo tardi».
E sottolinea: «Tra stop and go siamo – perchè parlo a nome di tanti colleghi – fermi da un anno e mezzo e c’è voglia estrema di tornare a fare attività sportiva, ma un’azienda come la mia, diversa dall’essere associazione, per prendere ossigeno ha bisogno di quei ristori promessi, ma mai arrivati”.
L’attività sportiva, sinonimo di socializzazione, e ritornare a farla avrà un impatto più che positivo sulla salute fisica e psicologica delle persone.
Ma dice Gabriella “farci riaprire ad inizio estate vuol dire non aver capito nulla. Le palestre in quel periodo hanno un calo naturale degli iscritti e le piscine al chiuso chiudono davvero, la gente va a mare”.
Per rispettare i protocolli anti-Covid, sottolinea, le palestre hanno investito al tempo e ora «sono più che pronte perché già da ottobre si erano munite di tutti i dispositivi di protezione richiesti» ma bisogna che qualcun presti attenzione alle nostre reali esigenze.
senza un piano di sostegno le nostre attività potrebbero non riaprire mai più
Quindi conclude ” Io parlo poco, non giudico mai, ma vorrei essere chiara. Invece di andare solo a caccia delle persone non vaccinate, come ha detto Draghi e lo stesso generale Figliuolo, come mai non si va a caccia delle persone, e sono tante, che hanno chiuso le attività, cerando di aiutarli a riprendere in mano la loro vita.
C’è gente come nel nostro settore, ma anche in quello degli spettacoli, che abbiamo subito danni irreversibili e stiamo facendo miracoli per non “cappottare”, aspettiamo ancora i ristori di novembre, non abbiamo nulla di certo per quelli promessi a seguire e ci chiedono di aprire le piscine al chiuso senza l’utilizzo degli spogliatoi, che equivale tornarsene a casa in accappatoio.
Questo vuol dire essere fuori dalla realtà.
Sono regole che non hanno senso. Io ho investito tutto nel realizzare un centro fitness, mi ritrovo con mutui da pagare, spese gestionali non preventivate, debiti… che devo fare?”.
Gabriella Garofalo si è rivolta a politici e amministratori, inviato lettere al presidente della regione, parlato con funzionari delegati all’erogazione dei ristori, ma ancora attende risposte.
“Io come tutti i miei colleghi che ancora ci mettiamo il cuore nel lavoro che abbiano scelto di fare”. Conclude.