PAOLO FRESU & DINO RUBINO – Grande attesa per il concerto di domenica 23 al Palacultura Antonello per la Filarmonica Laudamo
Attualita, Fotonotizie, In evidenza, News

PAOLO FRESU & DINO RUBINO – Grande attesa per il concerto di domenica 23 al Palacultura Antonello per la Filarmonica Laudamo

– di Corrado Speziale –

Si tratta di uno degli eventi più attesi della stagione. Domenica 23 alle ore 18 al Palacultura Antonello, Paolo Fresu e Dino Rubino, tromba e pianoforte, due grandi del panorama jazz internazionale, si esibiranno in duo nell’ambito della 102.ma stagione concertistica della Filarmonica Laudamo. Il trombettista sardo, “top jazz” di straordinario valore, rinnova l’appuntamento con la città dello Stretto, cui è legato da tanti anni sia dal punto di vista artistico che umano. Dino Rubino, pianista siciliano (nonché trombettista), cresciuto artisticamente in maniera straordinaria, opera con Fresu da dodici anni con progetti e risultati eccellenti. Il duo proporrà brani di entrambi i musicisti e standard del repertorio jazzistico. Ma non mancheranno sorprese ed improvvisazioni. È la prima volta che Fresu e Rubino si esibiscono in duo a Messina. Il concerto è organizzato in collaborazione con Il Cantiere dell’InCanto, sede e associazione cui fa riferimento il laboratorio Suono & Ritmo, fondato da Giovanna La Maestra e dall’indimenticato Angelo Tripodo.          

Domenica prossima, nel segno di un avvio di cartellone davvero eccezionale, secondo appuntamento della stagione concertistica 2022/2023 della Filarmonica Laudamo, la 102.ma della sua ricca e prestigiosa storia.

Paolo Fresu e Dino Rubino, tromba e pianoforte. Due vite, due carriere eccezionali, due eccellenze nazionali e internazionali, con il trombettista sardo maestro e “mentore” da oltre un decennio del pianista (nonché trombettista) originario di Biancavilla: talenti che messi insieme sia in duo, in trio, che in quartetto, hanno conquistato grandi platee. Ultima, quella derivante dal progetto Tempo di Chet, sull’opera e la vita dell’immenso Chet Baker, rivisitata e interpretata in maniera strepitosa sia in abbinamento alla prosa che nella riduzione musicale.

Nonostante entrambi i musicisti, commisuratamente alle loro differenti età e carriere, siano stati ospiti in riva allo Stretto in tante occasioni, è la prima volta che a Messina si esibiscono in duo. Lo fecero, invece, a Catania, al centro Zō, suonando nell’ultimo concerto del Brass Jazz Club catanese, nel 2014.

Quella di domenica sarà l’occasione di ritrovare Sicilia & Sardegna in un abbraccio musicale tutto mediterraneo con visioni rivolte al continente e oltreoceano. Paolo Fresu e Dino Rubino proporranno jazz e tanto altro, da leggere “tra le righe”, ma soprattutto da godere fino in fondo fuori dagli spazi di un pentagramma. Oltre la storia e a margine degli standard, al di là di ciò che risulta riconoscibile per taglio e genere, fuori da geografie predefinite, poesia e improvvisazione si alterneranno in un magnifico divenire di note e sensazioni.

L’eccezione che contraddistingue il duo Fresu – Rubino: Dino Rubino è un pianista che suona benissimo la tromba, suo secondo strumento, cui si è avvicinato dopo aver visto un concerto di Tom Harrell. Ne consegue che la “conoscenza” dello strumento di chi hai a fianco, fa la differenza. Talento jazz di prim’ordine, Rubino, nel 1998, si è aggiudicato il Premio “Massimo Urbani”. Dal 2008 ha collaborato con Francesco Cafiso pubblicando 6 dischi in 5 anni. Nel 2010 ha iniziato la collaborazione con Paolo Fresu, incidendo per la sua etichetta  Tŭk Music, dalla quale non si è mai separato. Ha all’attivo vari album, sia da solista che in gruppo, l’ultimo a suo nome, “Gesuè”, sempre per la Tŭk Music, è uscito quest’anno.

Rubino ha tenuto concerti nei maggiori festival europei ma anche in Cina, Stati Uniti e Sudamerica.

Presentare Paolo Fresu sotto forme biografiche è ormai da anni pressoché impossibile, viste le sue infinite produzioni e collaborazioni, attraverso progetti e attività a tutto campo, di carattere planetario, condotte incessantemente, senza tuttavia mai abbandonare le prerogative della sua Sardegna, la Gallura, il Logudoro, Berchidda, dove da trentacinque anni organizza e dirige Time in Jazz, festival internazionale di musica, arti, emozioni e tanta socialità. Con un’ultimissima novità: il progetto d’avanguardia Insulae Lab, primo centro di produzione del jazz e della creatività artistica delle isole del Mediterraneo che fa riferimento proprio a Berchidda.

Giusto per ribadire qualcosa del “top jazz” sardo, che con la sua tromba ha ereditato e innovato la storia, creando sempre nuovi voci e linguaggi della contemporaneità, uno dei suoi “biglietti da visita” è quello d’aver inciso vari album per le etichette Blue Note, ECM e ACT: niente di più prestigioso sotto questo cielo, prima che si mettesse in proprio con la Tŭk Music. Il suo ultimo album, “Ferlinghetti”, uscito meno di due settimane fa, realizzato con Dino Rubino, Marco Bardoscia e Daniele di Bonaventura con questa etichetta, è frutto del progetto scritto in omaggio al poeta – editore americano della beat generation Lawrence Ferlinghetti, scomparso nel 2021. Lo stesso costituisce la colonna sonora del docufilm “The Beat Bomb” del regista Ferdinando Vicentini Orgnani.

Paolo Fresu & Messina, una storia iniziata 37 anni fa.

Paolo Fresu con Messina conserva un rapporto speciale, tant’è che i suoi concerti accendono affetti e “amarcord” difficilmente eguagliabili in questo settore.

Tutto ebbe inizio ai seminari di Siena del 1985, dove Fresu, insegnante giovanissimo, alle prime armi, grazie ad un ensemble diretto da Bruno Tommaso, incontrò il pianista messinese Giovanni Renzo. Da quel momento tra i due nacque stima personale e artistica.

Nel 1987, in occasione di un concerto organizzato da Mimì Sidoti, Paolo Fresu fu scelto da Giovanni Renzo come “special guest” del trio, a fianco degli indimenticati Pippo Mafali e Angelo Tripodo, cui partecipò il cantante palestinese dei Kunsertu, Faisal Taher. A quell’esperienza, fece seguito il quintetto/laboratorio Suono & Ritmo, con Giovanna La Maestra che culminò con l’incisione dell’album “Il Mare”, presentato nel 1999 per l’inaugurazione del Parco Horcynus Orca. L’evento eccezionale, che aveva suggellato il grande rapporto tra Fresu e il laboratorio musicale messinese, con il quale tutt’ora collabora, era comunque stata l’apertura di Time in Jazz 1998, a Berchidda. Nel frattempo, il trombettista sardo, nel 1996, si era esibito al Teatro V.E. di Messina con l’orchestra jazz in una impegnativa Porgy & Bess.

In breve, negli ultimi 15 anni, Paolo Fresu, oltre alle esibizioni in provincia (Castroreale, 2009, con Omar Sosa; Taormina, 2012, con Dino Rubino Trio; Capo d’Orlando, performance artistica con Maria Listur e Annibale Pavone), a Messina ha tenuto 12 concerti, comprese le esibizioni collettive quasi da “anonimo” ne “Il Bosco in Concerto”, sui monti Peloritani, organizzato da Giovanna La Maestra e Angelo Tripodo. Nel 2007, il concerto sul progetto The Lost Chors, con Carla Bley, Steve Swallow, Andy Sheppard, Billy Drummond resterà nella storia. Seguono: 2010, in duo con Bojan Z; 2011, Think in duo con Uri Caine; 2012, Brass Bang, con Steve Bernstein, Gianluca Petrella, Oren Marshall; 2014, Messina Sea Jazz, con Devil Q.tet; 2015, ben tre date consecutive sold out per Vinodentro, con Daniele di Bonaventura e l’orchestra del Teatro V.E.; 2019, In Maggiore, in duo con Daniele di Bonaventura; 2021, Tempo di Chet, in Trio con Dino Rubino e Marco Bardoscia.

Quello di domenica prossima, alle ore 18, come consuetudine, sarà un concerto in cui i messinesi non faranno mancare la loro presenza sotto il palco dell’Auditorium del Palacultura Antonello per seguire e acclamare due grandi musicisti molto amati e conosciuti in città.

La Filarmonica Laudamo fa sapere che nell’occasione sarà possibile abbonarsi all’intera stagione. Per i non abbonati, sbigliettamento prima del concerto sui posti disponibili.

20 Ottobre 2022

Autore:

redazione


Ti preghiamo di disattivare AdBlock o aggiungere il sito in whitelist