Ieri sera si sono svolti i due focus conclusivi e una finestra di approfondimento sul Medio Oriente. In mattinata spazio ai temi della formazione, cultura e politiche educative
Soddisfatti per l’organizzazione della manifestazione i componenti del Comitato provinciale, che hanno puntato a riportare il senso di partecipazione in città.
Si conclude la Festa provinciale dell’Unità del Pd a Messina. La manifestazione ha animato piazza Duomo per due giorni e mezzo con dibattiti e approfondimenti su società, economia, diritti, giovani, università, visione di futuro della città, mafia e analisi del contesto internazionale.
Ieri mattina si è parlato di formazione, cultura e politiche educative’ con Antonio Ferrante, presidente della direzione regionale Pd Sicilia; Cristina Costanzo, consigliera Pd della IV Municipalità; il direttore artistico della Filarmonica Laudamo, Antonino Cicero e Francesco Gitto, della Rete degli studenti Medi Sicilia. Moderatore del dibattito è stato il giornalista Eduardo Abramo di Tg Messina – Tele90.
Nel corso del dibattito è emersa la necessità di colmare lo scollamento tra le nuove generazioni e la scuola. “Gli adulti non saprebbero parlare ai giovani”, ha evidenziato nel suo intervento Francesco Gitto. È stata segnalata, inoltre, da parte di Cristina Costanzo la necessità di usare i fondi PNRR, anche da un punto di vista strutturale, per migliorare le condizioni delle scuole, mentre Antonio Ferrante si è soffermato sulla necessità dello psicologo di base, nelle scuole in particolare. Infine, grazie alla presenza del direttore artistico Cicero, è emersa la necessità di coinvolgere la cultura, la formazione intesa non solamente quella scolastica, ma parlare di teatro, musica e altre forme espressive da ospitare anche in spazi periferici. C’è forte preoccupazione, infine, che l’autonomia differenziata possa acuire ancora di più la distanza tra le regioni del Nord e quelle del Sud anche nella formazione; poi i temi dell’educazione sessuale e del rispetto della donna.
Nel pomeriggio, nello spazio gazebo dei Giovani democratici il ricercatore e giornalista Federico Nastasi ha analizzato il contesto internazionale dal Sud America al Medio Oriente; a seguire sul palco di piazza Duomo è salito il presidente della Commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana, l’onorevole Antonello Cracolici, insieme a Stefania Marino, deputata nazionale Pd; Ivo Blandina, presidente della Camera di Commercio di Messina; Lucia Risicato, ordinaria di Diritto penale all’Università di Messina; Alessandro Sciortino, presidente Legacoop Sicilia Orientale ed Enrico Pistorino, di Addiopizzo Messina. L’incontro dal titolo ‘Contro le mafie per una società giusta e libera’ è stato introdotto e coordinato da Nuccio Anselmo, giornalista della Gazzetta del Sud e scrittore, che ha parlato di “sottovalutazione del fenomeno mafioso in città già a partire dagli anni Settanta: un fatto molto grave”
“Dalla mappatura nelle varie province, che sta facendo la Commissione regionale antimafia che presiedo – ha spiegato Cracolici – ci viene riferito dalle forze dell’ordine che, a fronte di un calo delle denunce antiracket un po’ ovunque, è il traffico di droga a essere il nuovo core business di Cosa nostra. Una filiera lunga che costruisce un sistema di reddito articolato dove spesso i consumatori non hanno la percezione di finanziare l’organizzazione mafiosa. Sono in forte crescita il consumo crescente di crack e droghe sintetiche, che creano una immediata dipendenza nei giovani ed è ancora bassa la consapevolezza da parte dell’opinione pubblica”.
“La mafia oggi è più debole – ha sottolineato il parlamentare regionale del Pd – ma se vogliamo schiacciarla dobbiamo farlo sul piano del consenso: ne sono un esempio i fuochi d’artificio che ogni sera si sentono tra i quartieri delle nostre città per festeggiare l’uscita dal carcere dei boss. Sono il sintomo di quel consenso che è l’argine da colpire se vogliamo isolarli e liberarcene”. La deputata nazionale dem, Stefania Marino ha sottolineato come “la mafia dopo le stragi del 92 sia diventata più subdola”.
Ivo Blandina ha parlato di mercato libero, regole degli appalti, violazioni, evidenziando quanto “l’impresa mafiosa sia un nemico del sistema imprenditoriale”. Enrico Pistorino ha spiegato come ci sia stata una caduta di attenzione: “Non si parla il dovuto, il giusto di mafia e di presenza della mafia nell’economia e nella società”. Alessandro Sciortino, presidente Legacoop Sicilia Orientale ha spiegato le attività di Legacoop che “spesso interviene su beni confiscati alla mafia” e la possibilità di costituire cooperative.
La professoressa Lucia Risicato dell’Università di Messina ha valutato le caratteristiche socio antropologiche del fenomeno mafioso a Messina e provincia, “è un dato che qui – spiega – la criminalità di stampo mafioso ha subìto un fenomeno di sottovalutazione o addirittura rimozione”.
La festa provinciale dell’Unità si è conclusa con l’approfondimento su uguaglianza, tutela dei diritti e sanità pubblica’ con Marco Furfaro, deputato nazionale e componente segreteria nazionale Pd; Maria Flavia Timbro, già deputata nazionale; il sindaco di Raccuja, Ivan Martella; il vicesindaco di Malfa, Giuseppe Siracusano e Damiano Di Giovanni, dell’Unione degli universitari Messina. Ha moderato Tiziana Caruso, giornalista della Gazzetta del Sud.
Di Giovanni si è soffermato sull’importanza della garanzia del diritto allo studio, evidenziando, tra l’altro, “la carenza dei posti letto a Messina con 298 posti letto disponibili su 3500 richiedenti, dei quali 1637 sono idonei”. Il sindaco di Raccuja, Ivan Martella e il vicesindaco di Malfa, Giuseppe Siracusano, hanno evidenziato tutte le difficoltà che vivono i piccoli comuni, a cominciare dai disagi nella sanità e il rischio spopolamento verso il quale non si sta facendo nulla anzi, preoccupa il piano per il dimensionamento scolastico del governo, con la diminuzione degli istituti comprensivi. Maria Flavia Timbro ha osservato “come Messina per certi versi è immobile, come certi silenzi sono assordanti”. Timbro ha ricordato, infine, “quanto non sia garantito il diritto all’interruzione di gravidanza sicura, che fa parte del diritto alla salute delle donne. Nella nostra provincia ci sono 52 medici obiettori su 53”. Dove stiamo andando e che diritti in questo momento lo Stato sta garantendo, su questo ha fatto sintesi nel suo intervento il parlamentare Marco Furfaro, osservando “quanti diritti attualmente sono sulla carta ma non concretamente più garantiti. Uno dei motivi per cui i ragazzi si interessano sempre meno alla politica, incapace, oggi, di migliorare la vita delle persone e garantire una speranza a cominciare dai più giovani”.
Soddisfatti per la riuscita della manifestazione i componenti del Comitato provinciale del Pd: “Abbiamo riportato in piazza militanti e anche diversi giovani. L’intento era ristabilire lo spirito di partecipazione in città e questo, in tal senso, si può considerare un buon esperimento”.