A sollevare il caso è stato, tra i primi, Pietro Gioviale, commercialista di Piraino, che dopo aver ricevuto l’intimazione di pagamento ha affermato “logicamente ho tutte le autorizzazioni del caso – aggiungendo – da un colloquio telefonico con gli uffici della provincia ho saputo che sono partite circa 8.700 raccomandate come la mia in quanto la Provincia ha pensato bene di monitorare i passi carrabili esistenti ma logicamente non si è preoccupata di verificare quelli autorizzati, quindi ha inviato le lettere per i passi carrabili abusivi a tutti”.
Facile fare il conto delle spese sostenute, tutte a carico dei cittadini (costo medio a spedizione euro 6.50).
E questo sarebbe un bel tema di un’inchiesta e di indagine da parte dei vertici della stessa Provincia messinese per sansionare l’enorme leggerezza consideranzo anche che i contribuenti che non hanno conservato le ricevute attestanti il pagamento dovranno rifarlo nuovamente.
Ed intanto anche l’Associazione Consumatori Siciliani prende posizione “sono illegittime” e scatta la diffida che a giorni sarà notificata alla Provincia. La stessa Associazione ha predisposto un modello di contestazione. e non si esclude la possibilità di una class action.
Ottomila cittadini della provincia di Messina stiano in campana. In questi giorni la Provincia Regionale ha inviato cartelle di pagamento della Tosap a ben 8.000 utenti contestando infrazioni per il passo carrabile. Ma l’Associazione Consumatori Siciliani sostiene l’inapplicabilità delle sanzioni per delle irregolarità ed in base ad una sentenza della Cassazione e diffida l’ente di Palazzo dei Leoni…
La Provincia Regionale di Messina ha inviato circa 8000 (ottomila) richieste di pagamento per la TOSAP (tassa occupazione suolo pubblico) per i passi carrabili prospicienti alle strade provinciali. Gli atti sono firmati dal comandante della polizia provinciale Antonino Carbonaro con il quale si richiede a chi abbia aperto un passo carrabile o pedonale di versare 197 euro per l’occupazione moltiplicata per cinque anni senza comunque aver verificato quando il passo è stato eventualmente aperto. Ma tale balzello nato solo per far cassa da parte della Provincia e per iscrivere tali somme nel bilancio per rispettare il patto di stabilità sono illegittime e inapplicabili anche a seguito della sentenza n. 16733/2007 della Corte di Cassazione in merito ai cosiddetti passi carrabili a raso, ovvero di quelli che non richiedono tagli o interruzioni di marciapiedi esistenti. La maggior parte delle richieste della Provincia riguarda i passi a raso, per i quali la Corte di Cassazione ha stabilito che senza taglio di marciapiede, listoni delimitativi o altre opere, “non determinano un’occupazione visibile del suolo pubblico” perché “manca qualsiasi opera o manufatto realizzato su suolo pubblico e non presenta interruzioni sul marciapiede o modifiche del piano stradale che permettano, al proprietario dell’accesso, una posizione ed un uso diverso del marciapiede da quello di cui può fruire tutta la collettività”. L’atto inviato dalla Provincia è un atto tributario ma viziato sia perché manca il responsabile del procedimento sia perché manca l’organo presso cui ricorrere e i tempi entro cui farlo. Non si conosce neppure il numero della delibera con la quale è stato stabilito l’importo eventualmente dovuto, i mq risultano errati, non è indicato con precisione dove è stato aperto il passo carrabile o pedonale contestato. L’Associazione Consumatori Siciliani ha predisposto un modello di contestazione. A giorni sarà notificata alla Provincia una diffida a procedere e non si esclude la possibilità di una class action.
L’Ufficio Stampa dell’Associazione Consumatori Siciliani
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