… Il suono calmo delle onde è il segno che ha inizio l’incantesimo e trasportati dalle onde che guizzano dalle immagini proiettate sul fondale, il pubblico si lascia cullare in un meraviglioso rapimento mistico.
Questa è la sensazione degli spettatori che a fine spettacolo continuavano a ripetere” Bellissimo… Bellissimo.. con gli occhi lucidi e ancora frementi di emozione.
Applausi, commozione, intensità, sogno… ieri sera, allo Joppolo di Patti, è avvenuto questo meraviglioso miracol, la forza del Teatro!
E lasciamo la parola al pubblico: “Il pathos di Mascia Musy è stato straordinario, sembrava ci volesse rapire ogni volta che avanzava sul proscenio-ci dice un abbonato -” Entusiasti e commossi anche gli allievi della Macchina dei sogni di Patti e del suo maestro Stefano Molica che esaltava la grandezza dei due registi siciliani e la poesia dello spettacolo.
Mascia Musy- Donata Genzi-è stata un’interprete favolosa , elegante, delicata e febbrile, una vera signora del teatro: scende giù dalle scale del proscenio e da una scala posta dietro il telo bianco, sul palco – una metafora- si accosta al pubblico senza il filtro della finzione per farsi anima nuda: questa introspezione tra l’essere e l’apparire, tra l’amare, il sentire della donna e dell’attrice è stato fortissimo. Ecco che la forza del testo emerge intatta, la forza della prosa pirandelliana scatena riflessione, vibrazione, ognuno di noi si è specchiato insieme alla protagonista nella verità di parole senza tempo.
Angelo Campolo-Elj- è stato convincente nella cristallina spontaneità dell giovane appassionato e netto che vive alla giornata” senza valigie” e che avrebbe condotto Donata verso l’amore vero; grande prova e maestrìa di Giovanni Moschella e Ester Cucinotti nel delineare con garbo e sapienza i difetti e i pregi di una borghesia a tratti perbenista e salottiera.
Eccellente tutta la compagnia insomma: Antonio Lo Presti, Marika Pugliatti, Monia Alfieri, Luca Fiorino: orgoglio del teatro messinese e italiano ovviamente.
Vetrano e Randisi si riconfermano i due gioielli del teatro italiano: in questa riuscitissima pièce l’introspezione e l’intensità poetica sono i tratti distintivi, segno di una ricerca scevra da accademiche soluzioni e linguaggi banali.
La stagione Teatrale di Patti si riconferma davvero una stagione di alto profilo dove la qualità è il tratto distintivo così come voluto dal direttore artistico Anna Ricciardi che si dice felice del riscontro di pubblico così partecipe e coinvolto.
Tra l’altro, giungono davvero come una consacrazione le parole dello stesso regista Enzo Vetrano ” Personalmente devo fare un plauso alle scelte di qualità operate dalla direttrice artistica della rassegna pattese che non si lascia ingannare dalla suggestione secondo cui il pubblico dei piccoli teatri ha bisogno di piccoli spettacoli”.