Legambiente Nebrodi e l’Osservatorio regionale Ambiente e Legalità di Legambiente Sicilia intervengono in merito all’uccisione per avvelenamento dei 9 cani di Patti la cui vicenda è seguita dai volontari dell’Associazione LIDA sezione di Patti.
Si tratta di un vero e proprio atto criminale – ha commentato Tiziano Granata Vicepresidente di Legambiente Nebrodi e Responsabile
dell’Osservatorio Ambiente & Legalità di Legambiente Sicilia – avvelenare un animale è un reato punito dall’art. 544-bis del codice penale, cioè uccisione di animali.
Inoltre l’ art. 146 T.U. Leggi Sanitarie proibisce e punisce la distribuzione di sostanze velenose e prevede la reclusione da sei mesi a tre anni.
Legambiente chiede che i reati contro gli animali non vengano trattati come reati di serie b. Il fenomeno dell’avvelenamento dei cani si sta diffondendo sempre più e le responsabilità ricadono anche sulle amministrazioni comunali che non adottano politiche per la prevenzione del fenomeno del randagismo così come sta facendo l’associazione LIDA di patti impegnata nelle attività di sterilizzazione.
Legambiente chiede alle le Forze dell’ordine e la Magistratura di adoperarssi al fine di individuare il responsabile, contro il quale l’associazione si costituirà parte civile, ed all’amministrazione comunale di Patti di avviare immediatamente gli interventi di bonifica dell’area interessata dal riversamento di sostanze velenose.