… per essere PROTAGONISTI IN EUROPA E NEL MEDITERRANEE La vocazione naturale di una città che punta a una nuova centralità politica ed economica nel comprensorio Nebrodi-Eolie
La mia candidatura è nata per proporre e amministrare un’idea guida per la città come centro di un vasto territorio in grado di costruire un nuovo modello di sviluppo sperimentale, innovativo, trasferibile, capace di ridare a Patti la sua naturale centralità politica ed economica e rendere il comprensorio dei Nebrodi e delle Eolie protagonisti nel Mediterraneo e in Europa nei decenni a venire.
Riguardo, a questa proposta ho trovato pochissimi consensi, insufficienti a superare lo sbarramento del 5% e quindi mi sono dovuto ritirare dalla competizione elettorale.
Sento però il dovere, come cittadino Pattese, di mettere al servizio della comunità questa idea di sviluppo, trasferendola ai candidati alla guida della città che ne vogliano apprezzare il valore. Questo soprattutto per ringraziare le persone che mi sono state vicine e che ancora oggi manifestano il loro dispiacere per la mia mancata partecipazione alla competizione elettorale.
Nel periodo pre-elettorale ho voluto sperimentare un modello di comportamento che spero possa essere di esempio per le future generazioni. Perché i comportamenti sono come la carità, che rimane impressa nella memoria del tempo.
Prima di illustrare sinteticamente l’idea di sviluppo, vorrei sottolineare che l’attuale depressione politica ed economica della nostra città è dovuta alla debolezza di una classe dirigente con poche idee, che non ha compreso la nostra vera vocazione e non ha saputo cogliere le opportunità del rapido cambiamento che ha caratterizzato gli ultimi decenni del secolo scorso fino ai nostri giorni.
Si è rimasti attaccati a vecchi stereotipi “città dei servizi”, “sviluppo industriale”, “turismo senza carattere”, senza una scelta prioritaria precisa cercando di comprendere e anticipare i tempi.
Così, anziché preservare e valorizzare le nostre risorse storico-archeologiche, umane e ambientali, cercando di conquistarsi un ruolo all’interno delle nuove dinamiche del mondo globalizzato, in modo autoreferenziale, ci si è seduti su comode poltrone o accanto a comode poltrone cercando di “tirare a campare”. E’ vero, fa parte della nostra cultura il detto “Tutto ci è dovuto e tutto viene dall’Alto” ma io credo che c’è molta confusione in questo modo di pensare; e si confonde l’Alto con il referente politico. Io spero che i quattro giovani che oggi aspirano alla guida della città sappiano liberarsi dal fardello culturale e comportamentale che si è allargato a macchia d’olio producendo i risultati che sono davanti agli occhi di tutti. Da cittadino, ho sempre cercato di stimolare le diverse amministrazioni a cogliere le tante occasioni che si sono presentate o a stimolare la ricerca di nuove opportunità.
Alcune delle occasioni perse dove ho cercato di orientare la classe dirigente a soluzioni utili alla collettività.
Wagi e Tindarys
Insieme ad un gruppo di amici e con il sostegno dell’allora presidente del Consorzio Intercomunale Tindari Nebrodi (Avv. Di Blasi) abbiamo elaborato un documento che proponeva di trasferire la proprietà delle due fabbriche alle maestranze (dirigenti e operai), tenuto anche conto che le fabbriche erano in attivo; il Consorzio si era dichiarato disponibile a cofinanziare questa iniziativa. La maggioranza della classe politica ha respinto questa soluzione, con tutte le conseguenze negative, sia sul piano economico che su quello sociale e culturale.
Parco dei Nebrodi
Ho organizzato a Patti Marina, presso il Park Philip Hotel, il primo convegno nazionale dei Verdi sul Parco dei Nebrodi, proprio per stimolare la classe dirigente di allora a chiedere di inserire Patti nell’istituendo Parco dei Nebrodi.
La mia iniziativa è stata fortemente avversata dagli amministratori del tempo. Risultati: S. Agata ha ottenuto enormi benefici fin dalla istituzione del Parco, mentre Patti ne è rimasta completamente fuori. Tanti dovrebbero chiedere scusa ai Pattesi.
La Villa Romana
Insieme a Gioacchino Pipitò, Nino Rottino, Rosario Natoli e tanti altri, che mi scuseranno per non averli nominati, abbiamo fatto di tutto per evitare che i dirigenti dell’autostrada, con il totale silenzio degli amministratori di allora, coprissero di notte i reperti che venivano fuori durante i lavori per la costruzione dell’autostrada.
Eravamo giovani inesperti, ma pieni di ideali, che volevamo salvare i ritrovamenti e chiedevamo di spostare l’autostrada a monte. Una classe dirigente capace di comprendere il bene della collettività e l’evolversi del tempo, avrebbe combattuto per difendere una villa di inestimabile valore archeologico e uno dei golfi più belli e ricchi di storia della Sicilia, valorizzandoli e preservandoli per le future generazioni, che rappresentano la nostra continuità.
Il compromesso ottenuto, una grande curva dell’autostrada che ha provocato tanti disastri, non è bello da vedere ma è stato meglio che coprire i reperti. Purtroppo ancora oggi, l’attuale classe dirigente stenta a trovare gli strumenti per valorizzare e rendere fruibile un bene archeologico invidiabile.
I concerti e i mezzi di comunicazione
Dopo che Patti, grazie al volontariato di tanti giovani (di cui non faccio i nomi perché non vorrei dimenticarne alcuni o turbare le sensibilità di altri) è riuscita ad attirare l’attenzione Regionale e Nazionale, soprattutto per l’ottima organizzazione degli eventi musicali, fino a ricevere l’offerta di ospitare un concerto dei Rolling Stones in competizione con città importanti come Napoli, Venezia e Torino, la classe politica, non solo ha rifiutato questa opportunità, ma ha fatto di tutto per bloccare ogni iniziativa.
La Brassica incana
Nemmeno dopo che la rivista scientifica “Le Scienze”, edizione italiana della rivista “Scientific American” ha pubblicato un saggio dove venivano indicate le brassicacee come piante dalle notevoli virtù terapeutiche e alimentari, la classe dirigente Pattese ha sentito il dovere di valorizzare e far conoscere questa pianta in via di estinzione che ha contribuito alla istituzione e allargamento della Riserva naturale di Marinello, ma ha fatto di tutto per bloccarne la valorizzazione e la pubblicizzazione fino a estirpare volutamente le piante nell’area protetta “grotte di Mongiove”.
E potrei continuare, perché le occasioni perse sono tantissime; vorrei ricordarne solo alcune, come la mancata valorizzazione del centro storico (vedi le opere realizzate nel comune di Montalbano), la mancata installazione sugli edifici pubblici di impianti fotovoltaici ( un importante investimento sia economico che ambientale), la mancata informatizzazione del Comune (necessaria per la trasparenza e i servizi ai cittadini) e più in generale la perdita delle occasioni offerte dai
FINANZIAMENTI EUROPEI
Il comune di Patti è rimasto a guardare e aspettare senza rendersi conto delle opportunità offerte dai fondi Europei diretti e indiretti. Non ha nemmeno provato a organizzarsi formando il personale, creando quelle sinergie, sia pubbliche che private, in grado di progettare modelli di sviluppo coerenti con la vocazione e le risorse del territorio in grado di migliorare la città e i paesi limitrofi. Nelle pochissime cose che ha fatto si è accodato ad altre iniziative con ruoli quasi sempre marginali. Purtroppo il tempo per attrarre risorse aggiuntive europee è quasi scaduto.
COME DISEGNARE IL FUTURO DEI NOSTRI FIGLI ED ESSERE ORGOGLIOSI DELLA NOSTRA TERRA
NUOVI ORIENTAMENTI ECONOMICI
Il secolo scorso è stato il secolo dell’economia industriale. Il nostro secolo sarà sempre di più il secolo dell’economia verde.
La tematica generale
La crisi sociale, la crisi economica e la crisi dell’ambiente sono interdipendenti e non possono essere risolte separatamente. E’ ormai tempo di ripensare il nostro attuale modello di sviluppo basato quasi esclusivamente sulla crescita quantitativa. E’ necessario trovare nuove soluzioni che riportino ad un nuovo e diverso equilibrio nel complesso rapporto tra l’uomo, la natura e l’economia. Va progettato un futuro nel futuro, partendo dalle nuove intuizioni economico-sociali.
Da tempo tra economisti e nella società si è aperto il dibattito sulla necessità di ampliare gli orizzonti degli indicatori economici. La crescita del prodotto interno lordo è ancora oggi il metro con cui viene giudicata la ricchezza delle nazioni e delle comunità, un criterio ormai superato e impreciso che contiene notevoli disuguaglianze, povertà e sfruttamento. E’ ormai appurato che le analisi economiche basate solo sul PIL sono fuorvianti; lo dimostrano le analisi economiche fatte negli anni precedenti alla crisi economica attuale, che non hanno saputo distinguere la crescita sana da quella artificiale, alimentata dalla bolla sub-prime e responsabile del tracollo mondiale ancora in corso.
Al Prodotto interno lordo vanno associati altri indicatori tra cui lo “sviluppo umano”, la “salute sociale” o il “benessere economico”, lo “sviluppo sostenibile”, valutando tutte le forme di ricchezza, da quella prodotta dal volontariato o dal lavoro domestico alle ricchezze del patrimonio naturale e storico- culturale e infine i criteri di coesione sociale e di solidarietà. La stessa Cina, paese emergente, pur con tante contraddizioni si orienta verso indicatori alternativi al PIL come il Green Gross Domestic Product ( PIL Verde ) che sottrae alla ricchezza complessiva i costi ambientali.
Ormai è chiaro che una svolta ecologica globale è una scelta obbligata, ma non sarà realizzabile senza un rinnovamento ecologico del nostro modo di gestire l’economia. Oggi non è più sostenibile un’economia improntata ai meri criteri della redditività, della crescita e dell’efficienza tecnica ed economica, ma incapace di garantirci la salvaguardia della natura ed una esistenza meno frenetica e più sicura. La riconversione ecologica dell’economia, però, non significa affatto la fine dell’economia, ma è piuttosto la opportunità storica per noi tutti, e soprattutto per gli imprenditori, di contribuire a dare forma ad un nuovo modello di sviluppo mirante alla conservazione delle nostre risorse di vita. L’obiettivo, quindi, non è affatto una rinuncia, bensì un incremento della vera qualità della vita e del benessere individuale e collettivo. L’economia ecologica è già iniziata ed è l’economia del futuro prossimo. E’ ovvio che bisogna ripensare a nuove forme organizzative anche per i Parchi e le riserve che devono adeguare la loro funzione all’interno di questo nuovo paradigma.
Come inserire il nostro territorio nelle nuove dinamiche economiche politiche e sociali
Per fare ciò è necessario individuare l’originalità e la coerenza delle nostre risorse, preservarle, valorizzarle e renderle fruibili ad un preciso bisogno espresso dalle società post-industriale. Valutare inoltre la coerenza e il valore aggiunto delle risorse per proporre, attraverso una serie di progetti, la sperimentazione di un nuovo modello di sviluppo coerente con la vocazione, le risorse e i nuovi indirizzi di organizzazione territoriale e di sviluppo economico.
Le nostre risorse sono storiche, archeologiche, umane, ambientali. Un dono del cielo che trova la sua massima espressione nel ciclo delle acque virtuoso, che resiste alle violenze dell’uomo sul territorio e nella grande energia che la natura riesce ancora ad esprimere e offrire all’uomo nei colori, nei profumi, nei sapori dei prodotti della terra e nelle amorevoli e avvolgenti manifestazioni del cielo.
Il bisogno che si allarga sempre più in una società globalizzata è quello di trovare il vero benessere, che ormai è considerato uno dei parametri per individuare la ricchezza di un popolo o di una comunità.
Le premesse
Da un lato si è aperto un importante dibattito non solo tra economisti e scienziati di fama mondiale ma anche tra la gente comune attorno alla ricchezza, al PIL e/o no-PIL ai parametri per misurare la ricchezza e sul ruolo del benessere e della bellezza, dall’altro abbiamo preso coscienza che le risorse della terra non sono inesauribili.
I danni
Nell’era dell’abbondanza abbiamo sperperato risorse enormi organizzando attività umane e sistemi economici perversi e moltissime opere pubbliche e private inutili e talvolta dannose (buca di Keynes).
La crisi mondiale che stiamo attraversando e che nel mondo sviluppato costringe le giovani generazioni ad attingere al risparmio dei genitori e dei nonni, pone interrogativi e riflessioni ai quali la politica più sensibile dell’U.E, prova a rispondere stimolando la ricerca e la sperimentazione di nuove forme di organizzazione politico-territoriale e di sviluppo economico autocentrate ed ecosostenibili.
L’originalità su cui investire
Il Parco dei Nebrodi è il più grande polmone del Mediterraneo in grado di mitigare gli effetti negativi della mano dell’uomo, ma non potrà resistere per molto tempo, nello stesso tempo diventa laboratorio embrionale delle nuove forme di sviluppo economico.
I vincoli continuano ad essere necessari per preservare e proteggere ma è necessario ripensare al modo di applicarli e governarli introducendo forme flessibili utili all’uomo e all’ambiente, alla preservazione e allo sviluppo.
Siamo ormai consapevoli della necessità di trovare un equilibrio in aree territoriali omogenee tra i bisogni dell’uomo e i tempi della natura con l’obiettivo di realizzare processi di produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti e servizi partendo dalle risorse esistenti e dalle vocazioni dei diversi ambiti territoriali valorizzandone le diversità.
L’Europa e il Mediterraneo hanno quindi bisogno di sperimentare un nuovo modello economico che interessi vasti territori omogenei dentro i quali si devono muovere, in sinergia, aree protette ( Parchi e riserve ) e il Parco laboratorio delle attività umane, per il benessere delle comunità che vi abitano.
Il territorio dei Nebrodi e delle isole Eolie è il luogo ideale per sperimentare questo nuovo modello di sviluppo e Patti può assumere un ruolo guida riconquistando quella centralità politico-economica che ha perso da tempo.
Non è un caso che la Commissione Europea, alla fine del secolo passato ha inviato una nota a tutti i Comuni dei Nebrodi per proporre la istituzione del più grande Parco Europeo.
L’originalità dei Nebrodi, con le loro straordinarie risorse storiche, naturali, paesaggistiche e la particolare conformazione geografica, caratterizzate da lunghissime vallate che aiutano il “gioco delle correnti” a realizzare condizioni naturali particolarmente adatte a migliorare la salute dell’uomo e della vegetazione, verrebbero arricchite dalle inesplorate risorse dei fondali marini, dalla valorizzazione della storia archeologica e dalle incantevoli Isole Eolie.
UN’IDEA ORIGINALE: NUOVA E ANTICA COME LE MONTAGNE
I Nebrodi e le Isole Eolie, grazie all’originalità delle loro risorse e al valore delle diversità ambientali che si muovono con naturale sinergia, si candidano a sperimentare, elaborando una serie di progetti, la realizzazione del più grande Parco Euromediterraneo integrato e dai vincoli flessibili, con al centro i parchi e le riserve naturali e attorno azioni ed interventi che orientino le attività umane verso uno sviluppo autocentrato ed ecosostenibile, guidate da nuove forme di organizzazione territoriale. Un’idea modello di sviluppo sperimentale e di organizzazione politico-territoriale che rientra negli orientamenti dei piani di finanziamento dell’Unione Europea.
La Sicilia si pone naturalmente tra l’Europa e il Mediterraneo, e con questa iniziativa punterebbe a rafforzare il suo naturale ruolo strategico sia negli scambi che nelle relazioni tra i popoli.
Il Turismo del Benessere
Un’idea di sviluppo che mette al centro il Turismo del Benessere come volano delle attività umane centrate sulla valorizzazione e fruizione delle risorse del territorio e in grado di aiutare la natura a rigenerarsi e donarsi all’uomo. Un’idea che punta a una nuova vera solidarietà tra gli uomini e tra questi e la natura per migliorare la qualità della vita di tutti gli esseri viventi, da quello spirituale a quello culturale, sociale e relazionale, economico e politico.
Non abbiamo molto tempo per attingere a risorse Europee aggiuntive, le uniche in grado di cofinanziare progetto su progetto un vero nuovo modello di sviluppo integrato perché nel 2013 (salvo proroghe) saremo fuori dall’obiettivo1, non perché siamo economicamente più ricchi (abbiamo speso malissimo i fondi Europei) ma perché l’Europa deve indirizzare le risorse verso le aree più depresse.
L’idea di sviluppo si muove all’interno di una nuova utopia, di cui la coscienza umana sente il bisogno e riprende due concetti del periodo che ha visto Patti protagonista: Il Triangolo D’Oro ed il Cerchio Magico, che l’idea ripropone come il Cerchio del benessere, dentro il quale insistono:
– I Parchi e le riserve esistenti (Parco dei Nebrodi, Riserva naturale di Marinello e riserva di Salina)
– L’Istituzione di un nuovo Parco marino-archeologico che va da Tindari Marinello alle Isole Eolie a Bagnoli-Capo d’Orlando (Il Triangolo D’Oro)
– L’istituzione di un Parco laboratorio delle attività umane nelle aree territoriali libere dalle aree protette.
Il modello si propone di sperimentare vincoli flessibili e forme nuove di relazione socio-politiche e organizzative che tengano conto della preservazione del territorio e nello stesso tempo del suo sviluppo poggiato sulle economie verdi (green economy), puntando su organizzazioni leggere.
I Primi Passi
Si può pensare subito a:
– Un coordinamento, un comitato promotore o una forma associativa leggera e inizialmente temporanea tra:
– Il Comune di Patti (ente Promotore) – I Consorzi dei Comuni esistenti – Il Parco dei Nebrodi – La Riserva naturale di Marinello – La Riserva orientata di Salina per promuovere:
a) L’Istituzione del Parco marino archeologico tra Marinello-Tindari, le Isole Eolie e Bagnoli-Capo D’Orlando
b) L’Istituzione del Parco laboratorio delle attività umane nelle aree libere o a basso vincolo ambientale
c) L’Istituzione del Consorzio Universitario Nebrodi-Eolie, partendo dalle iniziative già esistenti, perché ogni iniziativa deve essere supportata dal contributo della ricerca e della formazione.
Con l’obiettivo di realizzare il più grande Parco Euromediterraneo integrato dai vincoli flessibili.
E’ ovvio, ma vale la pena sottolineare che questa idea di sviluppo non si occupa di ordinaria amministrazione che può essere gestita con risorse provenienti dai trasferimenti o dai finanziamenti ordinari ma punta, in linea con il 1° obiettivo del trattato di Lisbona che orienta alla coesione economica e sociale, a reperire risorse aggiuntive pubbliche, che unite agli interventi privati, possono migliorare la nostra vita e quella delle comunità che risiedono nei Nebrodi e nelle Eolie.
Perché solo attraverso la definizione di nuove politiche, programmi e progetti che siano in grado di garantire sviluppo, crescita e coesione sociale, sarà possibile ottenere risorse.
Non è mio compito indicare un programma dettagliato per Patti, che è facilmente deducibile incrociando l’idea di sviluppo prima descritta con il preambolo distribuito precedentemente. Nei programmi dei quattro candidati a Sindaco ci sono spunti e proposte interessanti che per essere realizzati hanno bisogno di individuare un nuovo e originale modello di sviluppo utile per attirare risorse pubbliche e private che ci possono guidare verso:
il Turismo integrato del benessere
– l’autosufficienza energetica – la valorizzazione dei rifiuti – la rinaturalizzazione e riorganizzazione del territorio e la valorizzazione delle sue diversità: dal centro storico, al centro della città, alla spiaggia, alle contrade – forme di prevenzione omeo-naturopatiche (Day Hospital omeo-naturopatico) – il Consorzio Universitario Nebrodi-Eolie – un villaggio della Istruzione e formazione Professionale – la valorizzazione delle risorse storico, archeologiche, umane e ambientali – una circolazione snella e salutare a impatto limitato – la piena occupazione e la liberazione dal bisogno (con al centro la famiglia) – la trasparenza e un rapporto corretto tra pubblica amministrazione e cittadini – le pari opportunità di genere e sociale – politiche sociali con al centro la solidarietà attiva tra esseri viventi – una politica integrata per i giovani che guardi al loro presente e al loro futuro – la formazione permanente e una efficiente organizzazione del personale della pubblica amministrazione – le agevolazioni sulle produzioni naturali, biologiche e biodinamiche – forme di partecipazione attiva pubblico-privata e sostegno alle PMI, alle imprese familiari e alle attività artigianali, commerciali ed agricole sotto forma di servizi e agevolazioni – servizi pubblici efficienti – la cura della città e della sua naturale bellezza (perché non piantare anche alberi di agrumi e di ulivo) – la pulizia di tutta la città comprese le spiagge e le contrade ( eliminare i cassonetti e gli scarichi ) – la depurazione corretta delle acque bianche e nere anche con sistemi integrati (fitodepurazione) – la sostituzione dei semafori con le rotonde – la realizzazione di un bellissimo lungomare da Patti Marina alle grotte di Mongiove e con sistemi originali fino ai laghetti di Marinello – i sentieri della memoria storica a cominciare dal sentiero tra la villa Romana e il teatro antico di Tindari – le piste ciclabili – un’acqua pubblica non solo potabile ma anche gustosa e salutare (prevedendo da subito almeno una fontana pubblica al servizio di chi non può o non vuole acquistare acqua imbottigliata)
– Verso……………………… un reale benessere e possiamo continuare con una lunga lista di sogni se non si individuano le risorse disponibili per realizzarli attorno a una precisa idea di sviluppo coerente con il trattato di Lisbona.
Su questo modello di sviluppo si gioca il nostro futuro. L’idea è come il lievito per il pane o il sale per gli alimenti.
Spero che il Sindaco, insieme alla classe dirigente che sarà eletta alla giuda della città, sappia interpretare e cogliere questa opportunità.
Invito i cittadini a votare i candidati a Sindaco e al consiglio comunale che si impegneranno a promuovere questo nuovo modello di sviluppo.
Auguri
carmelo favazzo