PATTI – In ospedale un ricovero da routine si trasforma in tragedia
Cronaca Provinciale

PATTI – In ospedale un ricovero da routine si trasforma in tragedia

Ospedale-Patti-470x318Degente muore dopo una caduta.I sanitari tacciono l’accaduto. Medico ed infermiera indagati.
I familiari di Antonio Nanì non sapevano, lo scorso 11 ottobre, lasciandolo all’ospedale Barone Romeo di Patti, che non lo avrebbero più visto cosciente. Non sapevano che neanche una settimana dopo avrebbero dovuto seppellirlo. Antonio Nanì, 73 anni portati bene, di Capo D’Orlando, due lunedì fa, accompagnato da moglie e figlia, si è ricoverato all’ospedale di Patti per sottoporsi a dialisi. Un ricovero di routine, per lui. In serata, a termine orario delle visite, ha salutato le congiunte e si è preparato ad affrontare, sereno, la notte. Non avrebbe più rivisto né moglie, né figlia.
Nella notte si è alzato per recarsi in bagno, è caduto, ma senza perdere conoscenza. Un’infermiera lo ha aiutato a risollevarsi da terra, gli ha chiesto se stesse bene, (lui ha risposto di si) ha segnalato l’accaduto al medico reperibile . Alle sei del mattino Antonio Nani entra in coma. Traportato d’urgenza all’ospedale di Milazzo viene sottoposto a tac: emorragia cerebrale, conseguenza della caduta.
Nuovo trasferimento, stavolta al Policlinico di Messina, dove Nanì viene operato al Reparto di Neurochirurgia. Moglie e figlia lo rivedranno, in coma, su un letto di Terapia Intensiva. Loro che avevano appreso al mattino, a Patti, del trasporto del congiunto a Messina per l’inaspettato aggravarsi delle sue condizioni. Inaspettato perché le due donne non sapevano che l’uomo fosse caduto nella notte. Nessuno glielo aveva detto. A dirlo  il neurochirurgo che aveva operato Nanì, che alla figlia chiese: “ma suo padre da dove è caduto?”. Stupore, rabbia, impotenza, e poi la voglia di capire.
Moglie e figlia tornano al Barone Romeo, si recano nella stanza in cui era ricoverato il marito e chiedono all’altro degente cosa sapesse lui. E l’uomo racconta: “Nanì si era alzato per andare in bagno, ho sentito un tonfo, ho guardato  e l’ho visto a terra. Poi è arrivata l’infermiera, lo ha sollevato. Lui stava bene”. Non tanto bene, visto che al mattino dopo ha perso conoscenza, è entrato in coma, sino a morire venerdi 15, al Reparto di Rianimazione del Policlinico,  due giorni dopo l’intervento che non è riuscito a salvarlo. Ma le sue condizioni erano davvero gravi. Lo aveva anticipato il neurochirurgo alla figlia.
E’ scattata la denuncia e subito l’inchiesta, aperta dal sostituto procuratore Alessandro Lia. I Carabinieri hanno già sequestrato la cartella clinica. Indagato il medico reperibile dell’ospedale di Patti, che – scrivono i denuncianti-non solo avrebbe omesso di dire ai familiari che il paziente era caduto mentre era ricoverato, ma che addirittura attribuiva al ritardo, da parte dell’uomo  nel sottoporsi a dialisi l’aggravarsi delle sue condizioni. “Un testone”- lo aveva definito. Con lui è indagata anche l’infermiera di turno(98cento.it)

20 Ottobre 2010

Autore:

admin


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