PATTI – Italia Nostra Nebrodi lancia l’allarme per le condizioni di grave degrado in cui versa la Cappella gentilizia Sciacca
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PATTI – Italia Nostra Nebrodi lancia l’allarme per le condizioni di grave degrado in cui versa la Cappella gentilizia Sciacca

L’associazione ha inviato una nota alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina e, per conoscenza , all’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e al Sindaco del Comune di Patti

Italia Nostra Presidio Nebrodi lancia l’allarme per le condizioni di grave degrado in cui versa la Cappella gentilizia Sciacca, situata nella frazione Scala di Patti, interessata negli anni da numerosi crolli e invasa ormai, quasi del tutto, dalle erbacce, tanto da essere oggi quasi del tutto nascosta alla vista.  Per tale motivo l’Associazione, nel tentativo di salvarla da una definitiva rovina, ha inviato una nota alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina e, per conoscenza , all’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e al Sindaco del Comune di Patti, per chiedere un urgente sopralluogo e proporre l’apposizione del vincolo storico ed architettonico in considerazione del suo indubbio valore culturale, quale esempio notevole di architettura funeraria di inizio secolo.

Si tratta di una Cappella funebre fatta costruire nel 1902 dalla principessa Marianna Merlo, per seppellire le spoglie del marito, il Barone Domenico Sciacca, parlamentare alla Camera dei Deputati e sottosegretario di Stato per l’agricoltura durante il governo Crispi, morto nel dicembre del 1900. La Cappella gentilizia venne costruita, secondo quanto riportato nella Delibera Consiliare del tempo “nel  feudo annesso al castello della Scala e precisamente sulla collina denominata Serro di Armanno, in località elevata, ventilatissima e distante oltre 400 metri dell’abitato di villaggio Scala“. Il monumento funerario, situato in un’area circondata da cipressi, che fungevano da schermo, presenta il fronte principale caratterizzato da un imponente timpano sovrastante l’ingresso, nel quale era incastonata la statua di una Madonna in pietra, oggi scomparsa, quattro semicolonne con capitelli corinzi e architrave decorato con fregi floreali intarsiati e croce centrale  con sovrastante timpano, con stemma della famiglia in sommità e festone in cui è incisa la scritta “ Sciacca della Scala”.

La cappella rappresenta una testimonianza significativa della cultura nobiliare dell’epoca. Il barone Domenico Sciacca, proprietario del castello di Scala, ricevuto in eredità dal padre, aveva fatto di Scala un centro mondano dove ospitava amici, conoscenti di rilievo offrendo ricevimenti, musica e partite di caccia.  Negli anni ’50 le spoglie del barone furono traslate dalla Cappella, portate a Palermo e tumulate accanto a quelle della moglie, nella cappella gentilizia della famiglia Merlo. Per decenni la Cappella è stato una sorta di simbolo, una testimonianza importante della vita facoltosa delle prestigiose famiglie dell’epoca residenti nel territorio.

Dagli anni ’50 è iniziato il lento ma inesorabile declino della Cappella, di proprietà dei vari e innumerevoli eredi, abbandonata nel tempo alla rovina e all’incuria, subendo numerosi crolli nel corso degli anni, depredata dei suoi elementi architettonici, sovrastata dalle erbacce, nonostante si siano levati, negli anni, numerosi appelli per salvarla da parte di molti studiosi e cultori locali e siano stati redatti vari progetti di restauro del monumento.

Italia Nostra Presidio Nebrodi, richiede, pertanto, un urgente sopralluogo da parte della  Soprintendenza ai Beni Culturale di Messina al fine di porre in atto tutte le iniziative necessarie per salvaguardare e restituire dignità a tale importante monumento preservandolo dal crollo definitivo, che cancellerebbe per sempre una importante testimonianza del nostro patrimonio culturale e della memoria storica del luogo.

L’Associazione, infine, ribadisce la necessità e l’urgenza di avviare le procedure per l’apposizione di un vincolo storico ed architettonico da parte dell’Ente competente , dopo le opportune verifiche, che, secondo la proposta di Italia Nostra, possa costituire un primo passo importante per un’operazione di recupero, tutela, conservazione e restauro di tale importante testimonianza di grande valore culturale.

7 Novembre 2022

Autore:

redazione


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