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PATTI – La lettera aperta dei genitori della “Tenente Natoli”

CONTRO LA RIFORMA DELLE SCUOLE PRIMARIE.
Riceviamno e pubblichiamo.
È impossibile rimanere indifferenti ed insensibili di fronte ai tanti problemi che oggi affliggono l’intero sistema scolastico e, più in generale, il mondo della ricerca, della cultura e della formazione.
Certamente non è facile per i non addetti ai lavori avere cognizione degli obiettivi che l’attuale governo intende perseguire attraverso la ristrutturazione ex novo del sistema dell’istruzione nazionale, specie quando a discuterne sono ministri, leader politici, giornalisti ed opinionisti a vario titolo comodamente seduti di fronte alle telecamere di un talk show televisivo.
Ma quando le parole, spesso camuffate da un “politichese” incomprensibile ai più, si trasformano in provvedimenti concreti, allora i dubbi e le perplessità si trasformano in delusione, sdegno e rabbia. Ecco ciò che è accaduto a noi, genitori dei diciannove alunni che frequentano la 2°classe della scuola primaria “Tenente Natoli” di Marina di Patti (Me), quando ci siamo trovati di fronte alla circolare ministeriale emanata il 14 marzo 2011.
La suddetta circolare rende operativo uno dei punti qualificanti della “Riforma Gelmini”, prevedendo la riduzione del monte ore settimanale d’insegnamento da 30 a 27, fermo restando l’obiettivo dichiarato di scendere fino a 24. Provvedimento che tuttavia non riguarda il settentrione, dove invece, stranamente, è stato mantenuto il tempo pieno (40 ore settimanali d’insegnamento per la scuola primaria). In barba al principio delle pari opportunità dei cittadini e del sacrosanto diritto allo studio per tutti, a prescindere dalla posizione geografica degli utenti.
Comunque sia, a prescindere dalla vergognosa disparità di trattamento tra nord e sud, comprimendo l’orario a sole 24 ore settimanali, con l’aggravante del maestro unico che non può di certo fare miracoli, risulterebbe impossibile continuare a garantire l’insegnamento della lingua inglese, dell’informatica e della religione cattolica, senza contare che la definitiva abolizione del tempo pieno porrebbe in serie difficoltà tantissime famiglie in cui le madri, anche al sud, risultano impegnate al lavoro per parecchie ore al giorno.
Ma non è tutto!
Una delle giustificazioni pedagogiche avanzate dal ministro Gelmini a sostegno della riforma concerne la necessità di garantire ai bambini, attraverso l’istituzione del maestro unico, un costante e solido punto di riferimento durante l’intero percorso formativo. Eppure, in ragione dei continui tagli e della progressiva riduzione del monte ore settimanale così come si evince dalla circolare ministeriale, molti maestri unici si ritroveranno ad essere perdenti posto e saranno costretti a lasciare la classe con cui hanno già intrapreso un percorso formativo ben determinato.
Ecco ciò che dovranno subire i nostri figli la cui maestra, Carmela Ravidà, sarà costretta a lasciare la classe di Patti Marina per una destinazione ancora ignota, nonostante il lunghissimo periodo d’insegnamento alle spalle (18 anni) e l’elevato punteggio maturato. Nella nostra veste di genitori, stando così le cose, non possiamo che esprimere fortissime preoccupazioni per il disagio a cui i nostri figli andrebbero inevitabilmente incontro.
Difatti, al di là del forte vincolo affettivo che lega i bimbi alla maestra Carmela, subentrerebbero ulteriori criticità di fronte alle quali non possiamo e non vogliamo chiudere gli occhi. Ci riferiamo, in particolare, alla perdita della continuità scolastica, alle naturali difficoltà di adattamento dei bambini ad un nuovo metodo d’insegnamento, al rischio che di anno in anno ci siano nuovi perdenti posto e, di conseguenza, nuovi docenti.
Tutto ciò dovrebbe essere scongiurato dalle autorità competenti, in quanto il fondamento per una crescita sana e una formazione culturale dignitosa dovrebbe risiedere giustappunto nella continuità e nella coerenza di un percorso formativo che sia in grado di coprire tutti i 5 anni previsti per la scuola primaria.
Sono passati soltanto due anni da quando la maestra Carmela ha intrapreso un proficuo e soddisfacente percorso didattico coi nostri figli, un percorso che ora rischia d’interrompersi in nome di una riforma che evidentemente stenta a percepire quale sia il vero bene per quei bambini a cui rivolge i suoi impersonali e freddi provvedimenti.
Tutto questo ha il sapore dell’ingiustizia, e non vogliamo nemmeno immaginare quali assurde macchinazioni o squallidi giochi politici si celino dietro la palese superficialità con cui i nostri amministratori guardano al futuro dei nostri figli.
A questo punto il nostro obiettivo non può che essere quello di riuscire a sensibilizzare, anche solo un poco, le autorità competenti affinché si facciano carico di questo problema e decidano di venire in contro ai nostri bambini, adottando seri ed adeguati provvedimenti.
In fine vorremmo rivolgere un appello diretto al ministro Gelmini affinché riveda la circolare e riconfermi le ore (tra l’altro già da noi espressamente richieste al momento dell’iscrizione dei nostri figli alla 1° classe) necessarie ad evitare ulteriori trasferimenti di docenti e permettendo a ciascuno di loro di poter lavorare con serenità e continuità, mantenendo costante il rapporto docente-alunno senza penalizzare ulteriormente i bambini.
Chiediamo per tanto che i nostri figli possano completare l’iter scolastico con la loro attuale maestra e, ove il nostro appello dovesse risultare inascoltato, saremo disposti al trasferimento dell’intera classe in qualunque luogo dovesse essere trasferita la docente.
Restiamo fiduciosi che il nostro umile intervento possa aprire seri momenti di riflessione sui problemi che oggi attanagliano il sistema scuola: un’istituzione che persegue finalità educative attraverso un programma di studi e di attività metodicamente ordinate. Riflettiamo su questa definizione: rispecchia la scuola di oggi?
Dov’è finito il diritto allo studio? Da chi viene garantito?
I genitori della “Tenente Natoli”

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