Arresti domiciliari per un trentunenne
Eseguita dai poliziotti del Commissariato di Patti la misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Patti a carico di un trentunenne. Nel corso degli anni della loro convivenza l’uomo avrebbe sottoposto la compagna a ripetuti maltrattamenti e a reiterati atti di molestie, arrivando anche a porre in essere nei sui confronti percosse e a procurale lesioni.
Condotta, questa, emersa grazie al lavoro di indagine dei poliziotti del Commissariato di Patti che ha consentito di ricostruire differenti episodi verificatisi durante il periodo di convivenza dei due protagonisti della vicenda.
Emerge, dagli approfondimenti espletati, una forte gelosia dell’uomo che lo avrebbe spinto a comportamenti aggressivi ed offensivi della dignità della vittima, minacciata e picchiata in più occasioni, anche in presenza del figlio minore e costretta a subire limitazioni della propria libertà personale. Esasperata da veti e regole paradossali imposte dalla gelosia dell’indagato, come addirittura quello di non affacciarsi al balcone di casa per non esser vista e intercettare l’attenzione di altri uomini o donne, e preoccupata dalla crescente violenza dell’uomo, la vittima ha scelto di interrompere la relazione.
Tale scelta avrebbe ingenerato nel trentunenne una condotta ancor più ossessiva, caratterizzata da appostamenti, pedinamenti, continui messaggi e telefonate connotati da insulti e minacce. Infine, in un’occasione, a notte fonda l’uomo avrebbe cercato di sfondare la porta dell’abitazione ex compagna, fortunatamente non riuscendovi, per poi indirizzare la sua rabbia sull’autovettura di una terza persona, danneggiandola.
Alla luce dell’attività svolta dai poliziotti del Commissariato di Patti, sotto le direttive della locale Procura diretta dal Procuratore Dott. Angelo Vittorio Cavallo, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Patti, Dott. Ugo Domenico Molina, ha accolto la ricostruzione presentata e ha disposto la misura cautelare degli Arresti Domiciliari con divieto di avvinarsi e di comunicare, con qualsiasi mezzo, con la persona offesa.
Si precisa che il procedimento è ancora in fase di indagini e preliminari e che la sua posizione sarà definita solo dopo l’emissione di sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.