La sinossi dello spettacolo
Può un’opera teatrale parlarci con viva attualità del nostro tempo pur senza smarrire l’atmosfera tipica dell’epoca in cui è stata concepita?
Può uno spettacolo varcare la mera soglia dell’intrattenimento per lanciare messaggi universalmente validi?
Sono questi gli interrogativi che ogni rappresentazione si pone se lo scopo del teatro è quello di aiutare gli spettatori a comprendere un po’ più sé stessi per tentare di conoscere più a fondo la medesima natura umana.
L’ Associazione culturale “ Il Sipario “ di Patti si è evidentemente posta questi interrogativi. Ne abbiamo conferma dalla sua scelta di proporre come rappresentazione in cartellone la divertente commedia dal titolo “Fumo negli occhi” per la regia di Peppino Bisagni.
La compagnia presenta la vicenda della famiglia Brandolini alle prese con un attuale ed assai proverbiale problema: l’inderogabile necessità di apparire quel che non si è.
Pensiamo a tal proposito alla salomonica frase messa in bocca alla signora Rosa un’espressione che racchiude il nucleo tematico cruciale dell’opera: “Nella vita non è importante quello che fai, ma quello che gli altri credono che tu faccia…”. “
Con questa commedia brillante si è voluto ripercorrere il classico dilemma tra essere ed apparire che in quest’opera di Faele e Romano viene riproposto nella forma della satira pregna di momenti di esilarante comicità.”
L’ambientazione della storia, assai vicina a noi contemporanei e collocabile alla fine degli anni Sessanta , come deducibile dal vestiario, dall’arredamento di casa e dalle canzoni d’epoca spasmodicamente imposte all’intera famiglia dai figli, la sofisticata Patrizia e l’hippy Lello, la ridicola quanto tenace volontà di Rosa di mostrare immancabilmente alla vicina di casa, la signora Pipitone, un fantomatico tenore di vita aristocratico finisce per trascinare l’intera famiglia in una morbosa e paradossale altalena di finzioni che condurranno all’inevitabile epilogo.
Nel susseguirsi delle situazioni solo il Nonno si sottrae a questa morsa claustrofobica facendosi unico ed irriducibile assertore delle tanto violate ragioni della verità.
In una carrellata di vicissitudini briose, cesellate dalle simpatiche iniziative del nonno , dalle ingenue bravate della cameriera Carmelina e dell’amante , dall’imprevista “visita” del ladro, scorre una farsa che non è di pura espressione, fine a sé stessa.
La situazione assurda è solo uno strumento per indagare le debolezze umane, con intento mai denigratorio o accusatorio ma sempre con un tono bonario per quanto mai accomodante.