IL prossimo 26 marzo 2010 Santi Anzà, gestore e titolare dell’agriturismoâ€ÂIl rifugio del Falcoâ€Â e Mariano La Mancusa affronteranno il giudizio penale, di fronte al giudice di Patti.
E’ questa, infatti, la data del processo per la tragedia del “Rifugio del Falco†di quel torrido agosto 2007.
L’Anzàdovràrispondere delle accuse relative al paventato omicidio colposo, lesioni e violazione della legge sulla sicurezza del posto di lavoro, mentre La Mancusa per quelle relative all’incendio, in quanto, nel rinvio a giudizio si paventa che fu proprio l’agricoltore ad appiccare le fiamme nella campagna circostante l’agriturismo.
Prosciolto, dopo il fermo da parte dei Carabinieri, per non aver commesso il fatto, il fratello di Mariano La Mancusa, Valerio.
I due vennero arrestati e ritenuti responsabili di aver procurato l’incendio nel quale persero la vita sei persone. Accuse che a seguito perizie ed indagini vennero ridimensionate e per i due pastori di Montalbano Elicona, rimase solo l’accusa di incendio ora sulle spealle solo del maggiore.
Si andràdunque a dibattimento, ma non si escludo colpi di scena.
Per i legali della difesa, gli avvocati, Tommaso Calderone e Nino Todaro, è certo che i loro assistiti nulla hanno a che fare con gli incendi, Mariano ha un alibi e Valerio fu scarcerato dal tribunale del riesame di Messina, per assenza di gravi indizi di colpevolezza.
Diversa la posizione dell’Anzà, assistito dal pool di avvocati Tommaso e Laura Autru Riolo che vorràdimostrare che il titolare dell’agriturismo fece il possibile per evitare la tragedia.
Da valutare a margine del processo anche le modalitàcon cui vennero prestati i soccorsi, i ritardi e le responsabilitàdi chi doveva prevenire ed attivarsi per la salvaguardia del patrimoni boschivo.
Cronaca Provinciale