Ecco la sua nota.
“Solo da un contesto di puro egoismo ed egotismo possono trovare spazio i continui attacchi ed azioni come il documento con cui vengono chieste le dimissioni del segretario del PD messinese e messa sotto inquisizione tutta l’area.
Un atto posto in essere da alcuni, “sottoscritto” anche da chi pensava dovesse essere solo un chiarimento interno ed inviato scorrettamente alla stampa (almeno è questo quello a me hanno riferito alcuni “firmatari”) denota una politica fatta non tanto di strategie, che possono essere tollerate, ma di scorrettezza e soprattutto da cui emerge un disinteresse per il partito.
Piuttosto che mettere da parte il proprio interesse personale per un interesse comune, qualcuno ha pensato di provare a blindarsi e non a fortificare il Partito.
In un momento dove a riempire le piazze è una delle peggiori destre di tutti i tempi in Italia, piuttosto che fortificare il partito, si attuano comportamenti che istigano alla disgregazione, a conferma che per alcuni il partito rappresenta un mezzo e non il fine, così come dovrebbe essere.
Appare evidente a questo punto che tutta la vicenda è stata montata per paura di un confronto politico vero.
È evidente infatti che tutto questo è stato attuato per provare ad evitare un confronto autentico e corretto tra le varie correnti.
Per timore di affrontare una sana competizione fatta sui numeri, paura di misurarsi con il proprio impegno nel tesseramento. Questo sarebbe dovuto essere un momento importante per promuovere il PD per aggregare e coinvolgere i territori e non per montare un caso al solo fine di delegittimare l’avversario politico, peraltro dello stesso partito”.
La storia continua.
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