La Commissione provinciale per il Congresso del Partito Democratico di Messina ha comunicato che, alla scadenza dei termini – prevista per oggi alle ore 12 –, è stata presentata una sola candidatura alla carica di Segretario Provinciale. Si tratta di Francesco Gallo, 43 anni, avvocato, giàassessore comunale alla Cultura ed allo Sport della giunta Genovese e membro della commissione regionale per il congresso del PD. La sua candidatura è stata sostenuta da tutte le componenti interne al partito.
Ora si apre la fase in cui i 176 circoli della provincia – che contano complessivamente oltre 13.000 iscritti – si riuniranno per eleggere i 250 delegati all’Assemblea Provinciale, che si svolgeràentro il 15 aprile, ed i 100 delegati all’Assemblea Comunale di Messina, che saràconvocata entro il 30 aprile anche per eleggere il nuovo Segretario Comunale.
DOCUMENTO PROGRAMMATICO di Francesco Gallo
candidato alla Segreteria Provinciale del Partito Democratico di Messina
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“RIACCENDIAMO LA SPERANZAâ€Â
IL PD, DA PARTITO DEGLI ELETTI A PARTITO DEGLI ELETTORI.
La lunga e travagliata fase che ha accompagnato il PD dalla sua nascita fino all’attuale presenza sul territorio ha finito per consegnare ai suoi rappresentanti nei vari organi elettivi la funzione di interpretare, elaborare e porre in essere la linea politica del partito. Ciò è accaduto a tutti i livelli: dal più piccolo dei comuni fino al Parlamento regionale e nazionale.
Non sono, quindi, tra coloro che imputano agli “eletti†la colpa di aver fatto fino ad oggi di testa propria. E’ mancato, invece, il partito, inteso come struttura nella quale i gruppi consiliari e parlamentari trovano un momento di confronto, di sintesi e, soprattutto, la loro legittimazione politica. E certamente non hanno giovato fenomeni di esasperato individualismo e la strenua difesa di posizioni personali prima che politiche.
D’altra parte, non credo che vi sia nessuno così stolto da pensare che il PD possa continuare ad essere assente o scarsamente presente in grandi e popolose aree della nostra provincia. Non credo che vi sia al nostro interno alcun consigliere o deputato così poco avveduto da ritenere di dover rappresentare solo gli interessi e le aspettative dei propri elettori. E’ fin troppo facile intuire che senza il generoso contributo di tanti candidati non eletti ed il disinteressato consenso di decine di migliaia di simpatizzanti del PD, che si sono espressi con il voto alla lista senza preferenze (23.000 alle ultime regionali), molti degli eletti oggi non potrebbero sedere su quelle poltrone. E sicuramente non potranno farlo domani coloro che pensano di sopravvivere politicamente impedendo, ostacolando o vanificando le iniziative del partito.
Ed allora, cerchiamo di utilizzare al meglio questa ennesima fase congressuale e riaccendiamo la speranza di poter dare vita e vitalitàad un partito che sia la casa di tutti: dei rappresentanti istituzionali, dei dirigenti politici, degli iscritti, dei simpatizzanti e di tutti coloro che vorranno mettere alla prova la nostra capacitàdi rappresentare legittimi interessi, di accogliere sfide innovative o anche solo di offrire soluzioni alle situazioni di difficoltàeconomica e sociale.
Per raggiungere questo obiettivo servono essenzialmente tre cose: il coraggio di scegliere senza la paura di sbagliare; la buona volontàdi ascoltare anche le ragioni di chi non la pensa esattamente come noi, ma soprattutto l’intelligenza di distinguere il momento in cui bisogna fermarsi a discutere con tutti da quello in cui bisogna agire senza farsi intrappolare dalle mediazioni e dai compromessi.
Certo, ci vogliono anche strumenti di lavoro. E troveremo il modo di metterli in campo. Non dimentichiamo, però, il fatto che viviamo in un’epoca in cui la comunicazione interpersonale o tra gruppi è alla portata di tutti. E la comunicazione è ciò che si deve assicurare – prima di tutto - tra le decine di migliaia di sostenitori del PD in questa provincia. Questa saràla prima sfida da vincere per trasformare il partito degli eletti nel partito degli elettori. A questi ultimi dovremo fornire il massimo delle informazioni sulla nostra attivitàe su quella di chi rappresenta il PD negli organi elettivi, ma soprattutto dovremo garantire loro la possibilitàdi esprimersi sulle scelte e sulle prioritàdella linea politica. Poi spetteràai gruppi dirigenti fare sintesi e tradurre la molteplicitàdelle opinioni nella linea politica da seguire. La democrazia interna, tanto spesso invocata, non saràmai vera democrazia se si limiteràa tenere in conto solo le opinioni di deputati, consiglieri e dirigenti, senza dare ascolto ai nostri iscritti ed ai nostri elettori. Informazione, quindi, ma anche formazione: le nuove classi dirigenti dovranno essere selezionate sulla base della loro capacitàdi affrontare la complessitàdei temi dell’amministrazione e del governo senza complessi di inferiorità, ma anche senza supponenza o autoreferenzialità.
Immagino un partito che sia plurale, ma non corale; coraggioso, ma non avventato; agile, ma non liquido; capace di decidere, ma non arrogante; orgoglioso della sua storia, ma con lo sguardo rivolto al futuro. Insomma, immagino un partito che somigli sempre di più al carattere della nostra gente.
IL PD PER L’ALTERNATIVA IN SICILIA.
Il nostro partito deve continuare a proporsi non come “una†alternativa, ma come “la†alternativa: l’unica possibile alle nostre latitudini. Eppure ragionare di alternativa in Sicilia non è così semplice come dovrebbe essere in un sistema bipolare. Altrimenti, dopo il fallimento della presidenza Cuffaro il centrosinistra avrebbe dovuto – alla prima (nel 2006) o alla seconda (nel 2008) occasione – stravincere le elezioni regionali. Se così non è stato è perché – prima di poter competere ad armi pari con i nostri avversari politici – è necessario sgombrare il campo dagli sprechi, dal malaffare, dalle lottizzazioni politiche, da un’ipertrofica burocrazia, dai tentacoli della mafia e da ogni forma di controllo o di condizionamento del voto popolare. L’attuale esperienza del governo Lombardo potràessere preziosa solo se riusciràa realizzare alcuni, se non tutti, questi obiettivi. Per tale motivo – lo dico senza indugi – mi è parsa sensata la decisione del nostro gruppo all’ARS di sostenere il nuovo esecutivo. Così come mi sembra che quella in corso possa rappresentare un’occasione, più unica che rara, per mostrare ai siciliani in cosa consiste in concreto la nostra diversitànel concepire il buon governo e la buona amministrazione. Farlo rimanendo all’esterno della squadra di Lombardo rappresenta in questo momento la scelta migliore, perché ci consentiràdi essere ancora più propositivi verso ciò che va in direzione dell’interesse dei siciliani ed ancora più intransigenti nei confronti di ciò che va nella direzione opposta. Se da questa esperienza scaturiranno in futuro le condizioni per immaginare nuove alleanze politiche le valuteremo insieme al momento opportuno.
Riaccendiamo la speranza di cambiare la Sicilia: è ciò in cui dobbiamo credere e per cui dobbiamo lavorare in questa fase storica, se non vogliamo arrenderci definitivamente ad un destino di degrado e di sottosviluppo.
IL PD PER L’ALTERNATIVA NEGLI ENTI LOCALI.
Purtroppo i cittadini – nel loro rapporto con i politici – dimenticano in fretta le promesse di ieri per l’oggi e si accontentano di quelle di oggi per il domani. Così, forse, si può spiegare la rassegnazione di fronte al fatto che il governo Berlusconi abbia tolto a piene mani risorse al nostro territorio continuando a ripetere – di fronte ad ogni legittima istanza proveniente da Messina e provincia – che “per i fondi non c’è problemaâ€Â. Il problema per i messinesi è che il PDL continua a considerarli come un serbatoio di voti da tenere pieno attraverso la più grande di tutte le promesse: i soldi ed i posti di lavoro che dovrebbero arrivare con la faraonica grande opera del Ponte. Ma, per quanto rassegnata, la gente non è stupida. La crisi economica dilagante ed il progressivo impoverimento del ceto medio non si possono arrestare o invertire con promesse condite di ottimismo. La misura è quasi colma. A noi spetta il compito, non facile, di indirizzare la delusione e la rabbia di tanti cittadini di questa provincia verso un’alternativa nel governo degli enti locali.
Un’alternativa concreta, che non aspetti interventi salvifici dall’alto, ma si costruisca sulla valorizzazione delle migliori energie e delle migliori idee che il corpo sociale riesce ad esprimere.
In questo percorso il partito dovràavere un ruolo importante e dovràcominciare ad esercitarlo subito. Per quanto la nostra provincia sia grande e variegata sotto il profilo delle potenzialitàe delle vocazioni, ci sono temi sui quali si può avviare un’iniziativa unitaria. Penso alle questioni del dissesto idrogeologico, alla gestione pubblica dell’acqua e dei rifiuti, alle carenze infrastrutturali, ai problemi del lavoro e della piccola e media impresa.
Su queste battaglie e su molto altro ancora potremo misurare la nostra capacitàdi essere vicini alla gente, di costruire un’alternativa a tutti i livelli per gli enti locali. E potremo anche valutare meglio con quali forze politiche e con quali movimenti realizzare le alleanze necessarie a rendere vincente ogni progetto. Non dimentichiamo, infatti, che il modo più veloce per cambiare le cose è stare al governo delle cittàe della provincia.
Riaccendiamo la speranza di essere protagonisti nel nostro territorio.
Il presente documento programmatico è ovviamente aperto alle integrazioni che saranno suggerite nel corso del dibattito congressuale.