Salvatore Mezzopane sul circolo di Sant’Agata Militello: “Invece di confrontarci si è preferito radicalizzare le differenze”
“Invece di confrontarci si è preferito radicalizzare le differenze. Nessuno può non essere d’accordo che il partito possa e debba crescere. Ma coi formalismi non si va avanti. Bisogna lavorare sulle questioni e non sui personalismi”. Così Salvatore Mezzopane dopo la denuncia di inattività inviata ai vertici del partito da tre componenti del circolo santagatese. La nota
La mia posizione sul documento dei tre.
“La mia lunga militanza sin dal nascere del PD ma ancor prima in seno al Pci, Pds e Ds non mi possono lasciare nè indifferente e nemmeno non indignato per la scomposta conclusione cui sono giunti alcuni pochissimi componenti facenti parte del Coordinamento del locale Circolo del Pd col documento dei tre.
Loro che affilerebbero le armi contro quelli che loro identificano in “intimi” ma che, invero , se intimi vi sono, sono proprio loro con una condotta mai sospesa di disturbo ad un normale funzionamento degli organi di partito che esistono, e sono quelli in cui per diverso tempo indisturbato ha vissuto il comp. Nicola Marchese, anch’egli eletto ad unanimità ma senza che si siano assolutamente visti quei cambiamenti di passo che si rivendicano. Anzi! Ora con un attacco smisurato inopportuno e affidato ,più che ad una dialettica interna anche aspra ,mercè una sorta di protagonismo contestatorio , ai social.
Se poi si soggiunge che uno dei firmatari è solo noto a tutti nel partecipare alle pochissime sedute per le elezioni del coordinamento, mi pare che siamo proprio dinnanzi al tentativo “maldestro” di non solo infrangere le più elementari regole ma di spingersi verso una minoranza volta solo ad offendere, qualcuno a denigrare, e bloccare ,pur non riuscendoci, il percorso avviato verso il rafforzamento politico di risorse volte a dare spazio a chiunque volesse dare un contributo di idee e di partecipazione in questa Comunità.
Non meno grave ancora che tra i firmatari v’è un eletto nell’Assemblea nazionale del Pd proprio nella persona di Nicola Marchese.
Egli sa bene che non ho lesinato di esprimere più di una volta le mie lagnanze perchè si andasse meglio ed insieme ma sempre lungi da me nel fare attacchi o di sprigionare offensive, ma ad affrontare con l’impegno e la costanza mantenuta il buon modo di stare dentro un Partito.
Nel Partito che è di tutti, dove a tutti è consentito di entrare ,di partecipare, di crescere ed anche di criticare, ma a nessuno è consentito di fare azioni di frazionismo o peggio. La minoranza rivoltata contro la maggioranza.
Quando pur nella diversità queste due anime potevano e dovevano convivere.
Chi preferisce lo scontro si assume la responsabilità anche quella d’aver scelto la strada della più palese e mirata contrapposizione
Quo vadis?
Resto convinto più di prima che proprio in questo momento , vi è la forte necessità nella nostra Comunità ,di fare quadrato sull’attuale Amm.ne, sia come partito sia come rappresentanza consiliare di minoranza con i nostri 4 consiglieri di cui due donne, che non hanno mancato e non mancano di dare le giuste stoccate in termini di interrogazioni, mozioni e attività ispettive. Anche qui appare nebulosa l’affermazione che il Partito è solo rivolto allo scontro con la compagine avversaria ,quasi che si volesse dire di non dovercene occupare e stare allo stallo in attesa di chissà quali grandi cambiamenti.
Neppure vanno dimenticati sia il risultato elettorale ultimo anche a livello locale quanto quello provinciale ,tra i migliori della Sicilia.
Certamente aprendoci ad un confronto con iniziative di largo respiro e cioè, a ripetermi, di partecipazione pubblica.
Questo è l’obiettivo da raggiungere è non è impossibile ,guardando anche il quadro politico regionale e nazionale, che non ha né storia nè futuro.
Il partito democratico è la vera forza, superando errori del passato ad essere guida del Paese con le forze riformiste ,la società civile e i giovani.
La vera sfida a me sembra proprio questa, non vedo altri percorsi e ,quindi, lavorare per essere alternativi” .
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