PENSIERI E PAROLE – Ancora incontri e commemorazioni per Rino Todaro e Tiziano Granata
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PENSIERI E PAROLE – Ancora incontri e commemorazioni per Rino Todaro e Tiziano Granata

E dagli amici di Piraino la richiesta di intitolare la scuola elementare e media di Gliaca proprio a Tizianao Granata.

A Gliaca di Piraino, ieri mattina, tanti colleghi, gli amici, il sindaco Maurizio Ruggeri e poi ancora Daniele Manganaro, il “capo” dei poliziotti vegetariani, Giuseppe Antoci già Commissario del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Scandurra, esponente dell’antiracket, ora presidente e fondatore del Centro Studi Antimafia “Paolo Borsellino” e quindi Lorena Ricciardello, la compagna di vita di Tiziano Granata che ha fortemente voluto questo momento di commemorazione.

Con lei il padre di Rino Todaro,  i rappresentanti della Cesas, che stanno promuovendo una serie di iniziative sul territorio per ricordare l’impegno professionale e civile di Tiziano, gli amici di sempre, come Pierluigi, Alessio e Francesco.

Una manifestazione, senza divise, senza bandiere, che non voleva essere nè è stata una passerella per nessuno, ma  partecipata e commossa, con la messa è stata officiata da padre Antonio Mancuso che ha avuto parole di testimonianza in grado di confortare tutti, dove le lacrime che solcavano i visi di tanti, dimostravano – se ve ne era bisogno – il tangibile dolore, mai sopito, per questi due lutti.

Una testimonianza anche nel credere nello Stato e nella Giustizia di chi non si accontenterà di semplici mezze verità.

Tra i presenti anche la dottoressa Gina Maniaci, ex sindaco di Piraino.

Diversi gli interventi  e le testimonianze, mentre parole di ricordo sono state anche pubblicate sulla pagina ufficiale, quella di facebook, da parte dell’amministrazione comunale: “Ricorre oggi il primo anniversario della morte di Tiziano Granata, ragazzo integro, di sani principi che spese i suoi anni tra l’impegno civile, tutela dell’ambiente e rispetto della legalità”.

Interventi sintetizzati anche sui rispettivi profili facebook da Antoci e Manganaro:

Eccoli:

 

Giuseppe Antoci

“Un anno, è già passato un anno da quando siete andati via lasciando tutti sgomenti e con un forte sentimento di solitudine. In questo anno non è passato un giorno che non abbiamo pronunciato il Vostro nome e non è passato un giorno in cui non vi abbiamo portato nel nostro cuore. State certi, però, che non passerà più giorno in cui non cercheremo, fino in fondo, a dare valore al Vostro impegno attraverso il nostro. A loro ho voluto dedicare il nostro libro La mafia dei Pascoli edito da Rubbettino Editore con la prefazione di Gian Antonio Stella:”A Tiziano Granata e Rino Todaro, grandi servitori dello Stato“.

Avanti….Insieme…anche a Loro.

Il post del Commissario di Ps Daniele Manganaro

È già trascorso un anno da quando siete prematuramente passati a miglior vita. Rino e Tiziano, valorosi uomini della Polizia, umili servitori dello Stato, preziosi amici e fraterni collaboratori. Insuperabili nello stile e nella professionalità, ineguagliabili nella vita e nel lavoro, impeccabili con gli amici, sempre pronti a difendere i più deboli. Siete stati un esempio per tutti noi, avete tracciato nei nostri cuori solchi di indelebile bontà. Il Vostro ricordo sarà sempre vivo, il Vostro esempio sempre presente, la Vostra dedizione eterna. Con illimitato affetto e profonda stima. Il Vostro Dirigente e Fraterno Amico.

Pippo Scandurra ha ricordato l’impegno dei due militari, la loro voglia di Stato e di legalità. Il potere che ora ganno come “simboli” di lotta e di presidio di legalità.

Lorena Ricciardello la compagna di Tiziano Granata, emozionata ha ricordato quello che era per lei e per tutti Tiziano. Toccanti le sue parole, intrise anche di lacrime per il profondo legame che li teneva uniti.

Ricorda le attività di Tiziano sin da quando era piccolo, poiché con lui e con gli amici, che lì erano presenti, lei ci è cresciuta.

Ricorda l’amore per l’ambiente e per gli animali, la sua etica e morale per la legalità come un dovere morale nei confronti di tutti.

Lorena era sempre presente in quello che lui faceva.

E non dimentica mai che quando entrò in Polizia, fu trasferito a Gela dove è riuscito a creare un circolo diLegambiente e dove si è confrontato con l’impianto petrolchimico lì presente, un mostro lo definisce, e rammenta che da qui partono i suoi studi su cui fonda la sua tesi di laurea e di dottorato.

Ricorda che Tiziano era un uomo che non amava mettersi in mostra, ma agiva nel silenzio: un Uomo nel vero senso della parola. Ricorda che sin dai primi anni di servizio in Polizia stradale, lui non era quello che ti fermava per la cintura non messa bensì controllava i camion di bestiame e di rifiuti. Conosceva tutte le leggi, come era consapevole che esistono ancora dei vuoti legislativi che sperava si attuassero il più presto possibile. Il sistema mafioso si è evoluto, non lascia segni tangibili nell’immediato, bensì nel tempo.

Ricorda che era un lavoratore instancabile, un trascinatore, che quando finiva il suo servizio di lavoro lui continuava a casa, senza che nessuno glielo imponesse.

“Come facevi a non amare un uomo così?” afferma Lorena. Aveva un’etica per la legalità, sovrumana.

La messa scorre sino alla fine.. la presenza dei due Agenti è lì, palpabile, in mezzo agli amici.

Difficile accontentarsi delle non risposte, anche di quelle che sembrano inconfutabili dopo un’autopsia e i rilievi.

Difficile credere nelle coincidenze.

Difficile accettare che dopo quei morti, evidenza nelle evidenze, finisce l’epoca di Antoci al Parco, in maniera precipitosa; non si da un futuro alla squadra di polizia che indagava sui reati ambientali, sulle agromafie, su quelle dei pascoli e delle macellazioni clandestine; che tutto il lavoro effettuato di indagini, controlli, appostamenti e rilievi posto in essere dalla squadra dei “vegeteriani” sia finito in archivio; che il commissario Manganaro sia stato “promosso” e mandato lontano a Tarquinia. E ci mettiamo dentro anche il caso del Rifugio del Parco…come ciliegina sulla torta.

Lorena Ricciardello, recentemente parlando con la stampa  – portato un esempio che sembrerebbe lasciare intravedere inquietanti dubbi sulle dinamiche della morte di Tiziano, quello della Nave dei Veleni, la Jolly Rosso che improvvisamente affonda con materiale di rifiuti pericolosissimi e di come questo evento abbia portato alla riscossione di una assicurazione. Afferma di quanto sia pericoloso il sistema mafioso, la ‘Ndrangheta. Afferma che chi seguiva le indagini stranamente morì, si disse per infarto.

Lei in quell’intervista, ringraziando il Dirigente Daniele Manganaro per aver dato gli strumenti che hanno permesso a Tiziano e al suo collaboratore Rino Todaro, con l’intera Task Force, di raggiungere dei risultati eccezionali ricordava anche gli ostacoli che hanno dovuto affrontare, senza remora alcuna; “hanno continuato le loro battaglie con professionalità, dedizione e passione”.

Lorena sottolinea che l’intera Task Force è stata eccezionale perché parlando di agromafie mette in evidenza che sono stati trovati in Sicilia 400 focolai di tubercolosi, di cui 300 solo nel nostro territorio.

Quindi afferma che il merito è della Task Force, di cui facevano parte Tiziano e Rino.

Finita la messa, sul piazzale della Chiesa, si rimane insieme qualche attimo.

Tra le parole anche qualche commento, qualche ricordo, ed affiora la paura che Rino Todaro espresse, ai familiari, quando era ricoverato al Policlinico.

Le paure nel non voler bere acqua – mentre l’arsura lo divorava – se non dalle bottigliette chiuse, meglio se provenienti da bar fuori dalla struttura…. Chissà perchè!

Nel pomeriggio, sempre ieri, un’altra messa per ricordare proprio Rino Todaro a Sant’Agata Militello.

Ed intanto diventa concreta la proposta di voler intitolare la scuola di Gliaca di Piraino, ricadente nel “comprensivo” intitolato a AnnaRita Sidoti, proprio a Tiziano Granata che l’ha frequentata. Sarebbe un bel gesto, diverrebbe un simbolo… a volte basta davvero poco.


 

3 Marzo 2019

Autore:

redazione


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