Il Comandante, persona immensa, esempio senza presunzione, simbolo di regalità e coerenza.
il legionario con il sorriso
Il 30 marzo 2006, in un tragico incidente stradale, ci lasciava Peppe Dimitri, figura centrale della destra radicale romana per oltre tre decenni. Fu il condottiero più valoroso e capace nelle situazioni più impensabili, guidato da un senso etico fuori dal comune. Per generazioni di militanti, Dimitri fu un punto di riferimento, un maestro di crescita umana e politica.
Diciannove anni dopo la sua scomparsa, il vuoto lasciato è ancora incolmabile.
La sua assenza ha segnato un’epoca, lasciando orfani di un saldo riferimento coloro che si riconoscevano nella sua visione e nel suo stile di lotta. Il contesto attuale appare affollato ma desolato, con una comunità più numerosa di un tempo ma priva della stessa intensità di vita e difficoltà da affrontare. Mai l’area che fu di Dimitri è stata così povera di idee, costretta a cercare altrove le proprie parole d’ordine, i propri riferimenti culturali e politici. Mai così frazionata in ostilità reciproche, corrosa da individualismo, protagonismo e narcisismo.
La sua morte segnò la fine di un’era: veniva meno un perno, una diga, un baluardo.
E con lui crollava un equilibrio sottile, anche se pochi ne furono realmente consapevoli. Tuttavia, nulla è eterno, neppure il declino. Oggi si intravedono segni di rigenerazione, di un recupero di quello spirito centrale che Dimitri incarnava. Non sarà un processo immediato né semplice, ma resta un percorso necessario per quanti hanno vissuto e creduto in quegli ideali.
Questo non è un appello, non è un richiamo, ma un semplice ricordo.
Un ricordo di Peppe Dimitri, di colui che fece della sua vita un combattimento e del combattimento il proprio destino.
Il Cavaliere senza tempo
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https://www.radioradicale.it/soggetti/44439/giuseppe-dimitri
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