PER IL GIOVANE BROLESE SUICIDA – Con le offerte, durante l’ultima funzione, a Bologna, campi estivi a famiglie in difficoltà
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PER IL GIOVANE BROLESE SUICIDA – Con le offerte, durante l’ultima funzione, a Bologna, campi estivi a famiglie in difficoltà

Un scena intrisa di dolore e tristezza quella che ha composto la messa funebre per F.M. il giovane 15 enne, che si è suicidato a Bologna, buttandosi dalla terrazza della palazzina dove abitava.
«Senza di te al nostro puzzle manca un pezzo, ti ricorderemo per sempre per la bella persona che eri» hanno continuato a ripetere i suoi compagni ed è stato tra i pensieri letti in chiesa letto.
Il ragazzo si era trasferita a Bologna due anni fa, con la famiglia. Il padre aveva trovato lavoro nella cittadina emiliana, e tornavano per le vacanze in Sicilia nella casa di “Mulinazzo”.
Il parroco durante l’omelia ha voluto fare riferimento «alla necessità di spostare le pietre dal cammino dei nostri fratelli, invece di tirargliele addosso» aggiungendo anche, quasi una denuncia, parole verso quei«cellulari già sporchi di sangue per gli affari delle multinazionali che li producono e che non devono diventare ulteriore strumento di dolore».
Poi Don Tarcisio, il parroco, ha raccontato un “segreto” che gli aveva rilevato la sorellina del giovane:«Ti chiedo scusa ma svelerò quello che mi hai detto la sera della tragedia. Mi hai sussurrato nell’orecchio “adesso è in Paradiso insieme al nostro cane”, un frase molto tenera e che addolcisce questa brutta cosa».
La famiglia del ragazzo, distrutta dal dolore,  ha donato le offerte raccolte durante il funerale per regalare i campi estivi e l’Estate Ragazzi ai coetanei più poveri che non se lo possono permettere.

In chieda era in tanti.

Sull’ipotesi che proprio tra i banchi abbia avuto origine la decisione di togliersi la vita, probabilmente legata anche alla poca integrazione raggiunta in questi due anni sotto le Due Torri, uno dei rappresentanti d’istituto degli studenti ha chiesto «di non puntare il dito e lasciarsi prendere dall’odio, ma di rimanere uniti per affrontare questa tragedia e capire».

Nessuno nomina la parola bullismo ma anche in quest’ambito i carabinieri stanno ancora indagando.

«Quello che ti è successo ci ha fatto capire di non chiuderci in noi stessi ma di aprirci, non siamo soli – hanno detto alcuni compagni di scuola del ragazzo, aggiungendo –  Grazie per tutto quello che hai fatto per noi, staremo vicini alla tua famiglia».

fonte e foto corriere .it

da leggere

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29 Marzo 2018

Autore:

redazione


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