PERCHÉ ‘VENDERE’ IL MPA: TU CHE LO VENDI, COSA TI COMPRI DI MIGLIORE?
Il presidente Lombardo per “superare uno stato di cose che avrebbe portato a distruggere il Mpa” si appresta a fondare un nuovo movimento, ma i sondaggi dicono che molti elettori del PD oggi voterebbero Mpa: perché, allora, Lombardo vuole ‘rottamare’ il suo primo amore? Pensa davvero di avere dato vita al una creatura rivelatasi poi mostruosa?
11/04/2011 – Sondaggi di opinione senza fortuna, in questo frangente della vita politica nazionale e siciliana. Ieri sera, nel corso della trasmissione di Luisella Costamagna, su La7, Italo Bocchino non ha ‘gradito’ un sondaggio EMG in base al quale nell’ultimo anno Gianfranco Fini avrebbe compiuto degli errori (54.1% degli intervistati), non ne ha compiuti per il 21.3%, non risponde il 24.6%. Gli errori commessi da Fini, secondo il sondaggio, sarebbero: ha tradito Berlusconi e il Pdl (24.4%); non ha chiarito la vicenda della casa di Montecarlo (10.9%); ha fatto una politica di sinistra (9.6%); ha sbagliato a fondare un nuovo partito (8.9%).
E sono ancora i sondaggi a turbare i sonni dei partiti, pure in Sicilia, o a renderli positivi, l’indomani dalla conclusione delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Catania, che vedono il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo coinvolto nell’inchiesta Iblis e indagato, assieme al fratello Angelo e ad altri parlamentari, per concorso esterno in associazione mafiosa: secondo quanto acquisito dai Ros dei Carabinieri, sulla base delle rivelazioni di un pentito e di intercettazioni ambientali varie, esisterebbero rapporti tra Raffaele ed Angelo Lombardo e il boss catanese Vincenzo Aiello.
Da questo e da altro scaturirebbe l’accusa di voto di scambio: il presidente Lombardo, tra gli altri, avrebbe favorito la cosca Santapaola in fatto di appalti pubblici, concessioni edilizie, attività di natura economica, in cambio di voti. Accuse che Lombardo non accetta, ripromettendosi di smontarle, come l’intero teorema, proprio ora che la sua posizione è definita.
Ma non è tutto. Il presidente Lombardo si muoverebbe nella direzione di un repulisti nel suo partito, per “superare uno stato di cose che avrebbe portato a distruggere il Mpa”: “un gioco di maggiorenti e presunti leader, intenzionati a vivere di rendita senza alcun impegno politico militante”.
Ecco per quale fondamentale ragione Lombardo si appresterebbe a “costruire un nuovo soggetto politico (senza disconoscere le cose buone fatte), eliminando i sintomi della degenerazione: lo scambio clientelare, il sottogoverno e soprattutto la mancanza di una vis politica”.
A Lombardo importa che “il progetto decolli”. Non gli “interessa governarlo”. E punta su una “nuova classe dirigente fatta soprattutto di giovani”.
Un movimento né di destra né di sinistra: “Il bipolarismo ha fallito. Ci si allea solo in funzione degli interessi della Sicilia e di ciascuna regione in cui un movimento come questo attecchisce” – afferma, al riguardo, Lombardo.
Come se il Presidente siciliano volesse dire a se stesso, seppure con profondo rincrescimento, che il Movimento con cui ha cambiato il corso delle cose in Sicilia, dopo Cuffaro, si è rivelato mostruoso, fatto di vecchi politici incancreniti e corrotti, mangiatori di carne umana, faccendieri da prima Repubblica, divoratori di finanziamenti 488 e misure europee fino alla vomitevole ingordigia, figli snaturati e irriconoscenti, dilapidatori di patrimoni e membra paterne.
Dall’altra parte però, proprio nella casa che Pd ed Mpa hanno coabitato nell’amministrazione della Regione Siciliana, ecco irrompere il sen. Ignazio Marino: “L’avevo detto a Pier Luigi Bersani all’ultima direzione nazionale, come ci comporteremo come Partito Democratico se il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, riceverà un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa. Ero contrario, e lo dissi durante tutto il periodo estivo, al fatto che il PD sostenesse un governo presieduto da una persona in odore di mafia.
Adesso questo è accaduto.
Io chiedo fortemente che il PD, nel rispetto dei suoi elettori, di quanti vogliono una Regione Siciliana improntata alla trasparenza, alla legalità, nel ricordo delle persone che sono morte per combattere la mafia, chiedo che il Partito Democratico rinunci ad appoggiare il Governo di Raffaele Lombardo e restituisca la parola agli elettori, ai tanti onesti che vivono nella Regione Siciliana”.
Proprio quel Partito Democratico che oggi si trova a sostenere il Governo Lombardo, secondo un recente sondaggio dell’Istituto Nazionale Demopolis, perderebbe una buona percentuale del suo elettorato in Sicilia, passando dal 25,5% dell’aprile 2008 al 18% di oggi: un vero e proprio crollo di consensi, in buona parte dovuto proprio all’appoggio dato dal PD al Governo della Regione Siciliana, non condiviso da intere ‘ali’ del PD stesso, con una contestazione spintasi fino a tribolati e scontrosi referendum.
Volendo leggere in modo più lampante le risultanze del sondaggio Demopolis, si vede che su 100 elettori del Partito Democratico nel 2008, soltanto 61 confermerebbero il proprio voto, nel caso di elezioni anticipate.
Di quegli elettori sfuggiti al PD, 2 sceglierebbero l’IdV, 5 Sinistra, Ecologia e Libertà, 2 si suddividerebbero tra FLI di Fini e FdS di Miccichè; ben 16 voterebbero per l’MpA: un flusso elettorale progressivo in uscita verso il movimento di Lombardo.
A questo punto solo la forte volontà moralizzatrice con cui Raffaele Lombardo intenderebbe connotare il nuovo Movimento in via di costituzione ne spiegherebbe e giustificherebbe la nascita. Al contrario non si comprenderebbe perché l’idea del nuovo movimento “La Naturale evoluzione”, voluta da Raffaele Lombardo ma osteggiata da una larga parte del MPA.
“Una strada piena di incognite e non condivisa dalla stragrande maggioranza dei dirigenti dello stesso movimento. E non si tratta solo di un dissenso interno, come vuole essere descritto, ma di una vera e propria convinzione di “innaturale evoluzione” che porterebbe a conseguenze nefaste non ultima quella della dissoluzione del Movimento per le Autonomie che era giunto al momento di trasformarsi in quel partito del sud del quale si sente forte l’esigenza”.
Parole che attribuire ad una più o meno larga rappresentanza di appartenenti al MPA è appropriato.
“Molti dirigenti e deputati del PD starebbero pensando di transitare proprio nel nuovo partito (o movimento) di Lombardo, noncuranti delle ragioni che stanno portando il loro stesso elettorato ad una transumanza” che svuoterebbe il PD, fino a determinarne una sorta di tracollo in Sicilia, come dimostrerebbe il sondaggio Demopolis.
“Per l’MPA questa sarebbe manna dal cielo! Prendersi “la carne senza l’osso”, cioè i voti, senza far transitare anche i dirigenti così mal digeriti dagli elettori PD e che ingolferebbero lo stesso MPA e le aspettative dei suoi attuali dirigenti”.
E allora la domanda è: perché l’MPA non continua la sua strada integrando il proprio nome definitivamente in MPA SUD, rilanciando la propria proposta con il supporto di un elettorato che si irrobustisce con voti d’opinione che provengono dall’area moderata del PD?
Certo, per quelli del MPA è il momento delle grandi scelte, anche perché il Governo regionale, tutto imperniato sulla leadership di Lombardo, non è certo brillato per un’azione incisiva sulla realtà economica della Sicilia. E questo lo rileva ancora l’indagine di Demopolis.
“Nella valutazione degli intervistati – sostiene il direttore di Demopolis Pietro Vento – pesa la percezione di una stasi prolungata nell’azione del Governo Lombardo, la debole incidenza sull’economia reale della regione, l’incertezza nelle politiche per il lavoro e nella gestione dei fondi comunitari. Il voto in Sicilia, così come in ampie aree del Mezzogiorno, appare oggi più fluido ed incerto, rispetto ad altre aree del Paese. E – conclude Pietro Vento – rende molto aperti i futuri scenari politici”.
Per concludere, se in soli sei mesi il PD ha perduro il 7% cosa succederà tra altri 2 anni? Andrà certamente al di sotto del 10%?
E se seguendo il processo di ‘innaturale evoluzione’, la volatilizzazione dei voti, che dal PD verrebbero a transitare direttamente nelle ‘casse’ elettorali del MPA, per quale ragione sfasciare un Movimento per l’Autonomia gradito e vincente?
E’ vero, si tratta di sondaggi, ma se dovessero prendersi per buone l’indignazione di Enzo Bianco e di Ignazio Marino, e quella dell’elettorato PD orientato verso il MPA, sarebbe il caso di rispolverare i versi di Edgard Lee Masters ne ‘Il Suonatore Jones’, quando chiede al venditore di liquore: “Tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore”?
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