Fa facebook, pagina di Oliviero Lopes.
Ho ricevuto una risposta alla lettera inviata ieri alla Premiata Forneria Marconi (http://www.facebook.com/notes/oliviero-lopes/alla-premiata-forneria-marconi/415497438470970), in cui molto sinteticamente è stato manifestato imbarazzo per la situazione, della quale pare siano venuti a conoscenza solo da pochi giorni (?), ribadendo però che avendo firmato il contratto suoneranno “cercando di capire (?) e dire due parole prima del concerto”.
Io a mia volta ho risposto e sento di dover rendere pubblico quello che ho scritto, considerata l’enorme condivisione che ho riscontrato a proposito della questione. Spero di aver rispecchiato il sentimento collettivo.
Innanzi tutto grazie per aver letto e risposto.
Penso che forse abbiate preso la questione sotto gamba, avreste dovuto riflettere un attimo e informarvi prima di firmare e forse adesso è troppo tardi, ma rendetevi conto che così state rescindendo il contratto più prezioso, che la gente ha firmato con voi senza chiedere nulla in cambio se non la coerenza.
Pensate che qui state facendo la figura dei mercenari senza cuore, che tutti vi accusano di prostituzione intellettuale.
Lo so che in questo momento ci pensereste cento volte prima di rifare un errore del genere, ma avete la scelta in pugno, nonostante il contratto. So che qualcuno ha addirittura proposto di fare una colletta per pagare la penale e liberarvi da quest’onere, ma la scelta sta a voi.
Quel che più mi fa paura è la parola FESTA. Forse tutti siamo in combutta con questo sistema perchè nessuno oggi può fare a meno di luce elettrica e benzina, scambiamo un tipo di benessere, quello naturale, con un altro artificiale, ma la parola FESTA è umiliante, un cinquantenario del genere dovrebbe suggerire solo tristezza a tutti coloro che ne beneficiano direttamente e non, perchè consapevoli di star generando un “male necessario”.
Quando un popolo civile è costretto a guerreggiare per difendersi non esulta ad ogni cadavere avversario che cade, esulta alla fine della guerra.
Sarebbe bello che i dirigenti della Raffineria Mediterranea dichiarassero di voler indire la più grande delle feste il giorno in cui non ci sarà più bisogno della loro industria, piuttosto che tentare di apparire dei benefattori sborsando qualche spicciolo per metterci fumo negli occhi, fumo metaforico oltre quello reale, che lentamente ci ammazza.
Non so quale contratto vi interessi di più, se vi importi più essere corretti con le persone, non solo i vostri fans ma tutta la popolazione di Milazzo e non solo, perchè così state prendendo parte alla loro derisione, alla loro umiliazione, non so se vi importi essere più corretti con la vita oppure con qualcuno che ha solo bisogno di voi e vi sfrutta per perpetrare il proprio nefasto potere offrendovi pecunia.
La mia proposta, forse un po’ azzardata ma dignitosa, è quella di annullare il concerto e di organizzarne un altro tra un mese i cui incassi derivanti da un biglietto d’entrata o da un sistema di donazioni servano a pagare la penale derivante dalla rescissione del contratto, e tutto ciò che rimane sia devoluto alla ricerca contro i tumori.
Diversamente sappiate che forse di gente sotto al palco ce ne sarà, e pare ci sarà anche un servizio di sicurezza pronto a far sì che tutti abbiano il sorriso sulle labbra, ma sarà solo una gran carnevalata di carne morta.
Con sincerità
Oliviero