A rischio oltre 12mila persone e tanti posti di lavoro
I sindaci siciliani aderenti alla Rete dei Piccoli Comuni del Welcome in un incontro a Palermo con Anci Sicilia esprimono forte preoccupazione per il ritardo dell’emanazione dei decreti con i quali il Governo dovrebbe consentire la prosecuzione dei progetti comunali di accoglienza diffusa. A rischio oltre 12mila persone e tanti posti di lavoro.
Il 31 dicembre è vicino e non si sa ancora nulla rispetto alle decisioni del Governo italiano sulla prosecuzione dei progetti del Sistema accoglienza integrazione-Sai che scadono a fine anno.
In Italia sono 8.600, infatti, i posti nei Sai, compresi quelli per i Minori stranieri non accompagnati-Msna, per i quali oltre 200 Comuni italiani titolari hanno presentato domanda di prosecuzione entro lo scorso maggio e sono ancora in attesa di una risposta.
A questi si aggiungono gli oltre 4mila posti Sai finanziati tra agosto e settembre 2022 per far fronte alle esigenze di accoglienza determinatesi a seguito dei conflitti in Afghanistan e Ucraina, con scadenza alla fine del 2023, dei quali non si hanno informazioni circa la possibile prosecuzione, nonostante le richieste ufficiali presentate anche dal Dipartimento Immigrazione di Anci nazionale. Se il governo non provvederà entro fine anno all’emanazione dei decreti occorrerà trovare una nuova collocazione per migliaia di persone.
I sindaci e le sindache siciliani aderenti alla Rete nazionale dei Piccoli Comuni del Welcome si sono incontrati nella sede siciliana della Associazione nazionale comuni italiani-Anci, alla presenza del presidente e del segretario generale Anci Sicilia, Paolo Amenta e Mario Alvano e del Referente nazionale della Rete dei Piccoli Comuni del Welcome, Angelo Moretti. Scopo dell’incontro, il rafforzamento, anche nel territorio siciliano, delle “politiche di Welcome” ovvero un welfare community che parte dalla progettazione personalizzata sulle persone fragili e sui territori a rischio scomparsa.
Presenti i sindaci di Altofonte, Santa Cristina Gela, San Salvatore di Fitalia, Polizzi Generosa, Mirto, Castelbuono, Piana degli Albanesi, Galati Mamertino, Contessa Entellina, al tavolo si è discusso in particolare del tema dell’accoglienza diffusa che soprattutto nei piccoli comuni innesca virtuosi processi di inclusione e coesione.
Secondo recenti studi e ricerche, infatti, i numeri italiani dell’accoglienza smentiscono la “retorica dell’invasione” perché gli stranieri residenti sono stabili intorno ai 5 milioni che rappresentano l’8,6% della popolazione. Sono, invece, saliti quasi a 6 milioni gli italiani residenti all’estero, contro i 4 milioni del 2010. Nella gestione del fenomeno migratorio, dunque, occorre una migliore programmazione, se pensiamo che alla fine del 2022 i due terzi dei 108mila migranti erano inseriti nei Centri di accoglienza “straordinaria”-Cas, ormai ridotti a meri “contenitori” di richiedenti asilo in attesa che vivono senza alcuna tutela o processo di integrazione.