All’IttiTalk un convegno scientifico – rientrava tra gli appuntamenti di Ittica – cha ha avuto come tema: “Aziende ittiche multifunzionali e sviluppo di Start-up innovative: nuove sfide e soluzioni operative”, Piero Forte – Presidente regionale Associazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori della Pesca (ANAPI Sicilia) ha lanciato il suo grido d’attenzione ““la pesca è un settore da anni sotto assedio. I contenuti del suo intervento.
Sabato scorso a Capo d’Orlando
Il Convegno di approfondimento presieduto da un panel di esperti del settore di alto profilo, era volto a creare un momento di prezioso confronto con la cittadinanza, mettendo in evidenza le criticità, le sfide inedite e le nuove opportunità che si profilano all’orizzonte per rilanciare il comparto ittico
locale e siciliano. Questo convegno rientrava tra gli appuntamenti previsti dal Festival “Ittica”; Manifestazione dedicata alla conoscenza, alla tutela e alla valorizzazione della filiera e dei prodotti ittici del nostro territorio, incluse le specie “neglette” che si è svolta nel week end del 7 e 8 ottobre alla “Marina” d’Orlando, il porto di Capo d’Orlando, luogo simbolo che sa di marineria, di mare, di barche e pescatori. Durante il talk, condotto da Massimo Scaffidi, dopo i saluti istituzionali si sono registrati gli interventi di Stefano Fricano – Ricercatore presso l’Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali
e Statistiche (DSEAS) dell’Università degli Studi di Palermo e membro dell’Osservatorio della Pesca Mediterranee e di Piero Forte – Presidente regionale Associazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori della Pesca (ANAPI Sicilia).
ITTICA 2023
L’intervento del dotto Pietro Forte.
Sul settore PESCA si addensano per i prossimi anni molte minacce e preoccupazioni “la pesca è un settore da anni “sotto assedio”.
il testo integrale
Sono molte le minacce che incombono e si addensano sulla pesca professionale, il settore è compresso in una “morsa”, le nuove linee europee di indirizzo previste nel nuovo “Piano d’Azione” presentato in C.E. il 21 febbraio scorso, per i prossimi anni prevede ulteriori riduzioni dell’attività di pesca per il sistema “Strascico” e interdizioni di nuove aree geografiche alla pesca con un impatto devastante sull’economia, sull’occupazione e sui consumi. Le Politiche Europee sulla pesca per il mediterraneo sono “discriminatorie ed eccessivamente restrittive” con ricadute negative per il sistema produttivo in Italia e soprattutto in Sicilia, mancando una seria politica di “bacino condivisa”
Un settore che già ha subito, negli ultimi 30 anni, vere e proprie “persecuzioni commerciali”, tra folli importazioni promosse dall’UE (Importiamo circa il 70% di pescato) (L’Italia nel 2022 ha importato, per l’acquisto in pescherie e supermercati e per il consumo nei ristoranti, oltre un miliardo di chili di prodotti stranieri tra fresco e trasformato) e un fatturato che si è ridotto al punto tale da far chiudere il 33% delle Imprese con una perdita di 18 mila posti di lavoro e una flotta ridotta ad appena 12 mila Unità. Si è dominati dalle logiche imperanti delle lobby delle multinazionali economiche-finanziarie, da Agroindustria e Industria Alimentare sempre più aggressive che decidono, con il mantello della “Sostenibilità”, cosa immettere in tutta Europa nei futuri mercati dell’Agroalimentare, nella Grande Distribuzione, in tutte le “catene alimentari”, con la minaccia in arrivo degli alimenti sintetici provenienti dalla tecnologia alimentare: la carne sintetica, il pesce in provetta “coltivato” anch’esso in vitro (primi esemplari in bastoncini, senza aver visto mai il mare, già prodotti in Germania) E’ questo il futuro in nome della “sostenibilità”?? Gli ultimi 20 anni hanno causato il dimezzamento della flotta nazionale e fatto aumentare l’importazione di prodotto ittico estero, provocando in tal modo una crisi strutturale senza precedenti fra gli addetti ai lavori. Coniugare i vari aspetti della Sostenibilità, è diventato un obbligo al quale dobbiamo rispondere tutti per la propria parte se vogliamo ancora a far esistere le Imprese e piccole comunità di pescatori, portatori di cultura e tradizioni, all’interno del bacino del Mediterraneo, questo è il cardine di tutte le politiche di settore a livello comunitario.
Il costo del Gasolio: elevato per motivi che appaiono solo speculativi e non più riconducibile al conflitto in atto Russo-Ucraino, per le Imprese di pesca, costituisce, da solo, circa il 50/60% dei costi di gestione;
Diverse sono le cause di deterioramento e impoverimento delle risorse ittiche dei nostri mari, cause che sono da ricercare in diversi fattori, principalmente, in un inquinamento industriale intensivo, tale inquinamento marino ha raggiunto livelli molto preoccupanti che impoveriscono le risorse ittiche e danneggiano l’intero ecosistema; Sversamenti liquidi in mare (es. le cisterne delle navi petrolifere e non solo, che vengono pulite in mare), e acque reflue di varia natura anche a causa di assenza di “depuratori” e ove esistenti non funzionanti adeguatamente in quanto vetusti, obsoleti con enormi gravi conseguenze sull’ecosistema marino e alterazione della salinità marina.
Il Pescatore professionale è il “Guardiano del mare”, custode di valori, tradizioni e cultura e ha interesse a preservare la risorsa ittica non certo a depredarla.
Altro importante fattore della riduzione di risorse ittiche nel nostro mare sono gli effetti del “Cambiamento climatico e innalzamento della temperatura dell’acqua, provocando nuove direttrici anche per la fauna ittica e i pesci di tutto il mondo riscontrando anche la presenza e l’espansione, negli ultimi anni sempre maggiore, nei nostri mari di specie Aliene o pesci tropicali provenienti da acque molto calde come il Mar Rosso.
Alla luce di tutte le problematiche che sta vivendo il settore è giunto il momento di cambiare approccio in Sicilia di fare Impresa, occorre fare più rete, promuovere Organizzazione Produttori (O.P.) e rete anche fra più O.P., puntando sulla qualità, innovazione e progetti di diversificazione in rete, occorre che nel settore “pesca professionale” si faccia “sistema”, la pesca dovrà adattarsi
Non è più pensabile in questo settore andare avanti “da soli o in ordine sparso”, l’eccessivo individualismo non paga, bisogna aggregarsi il più possibile e in fretta.
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