” I ripetuti annegamenti avvenuti nel canale di Sicilia ci obbligano, con grande dolore e senso di pietà, a valutare tutte le conseguenze, morali, etiche, sanitarie che il caso richiede.
Pertanto – si legge in un comunicato stampa redatto dall’URP del Comune di Sant’Angelo di Brolo, sui Nebrodi – è doveroso fare un appello rivolto a tutte le istituzioni, onde valutare se è il caso di proibire la pesca e di conseguenza la vendita di tutto il pescato proveniente dalla zona di mare interessato ai suddetti tragici e ripetuti eventi”
Il comune diretto da Basilio Caruso ha mandato, in tal senso, un appello al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l’On. Stefania Prestigiacomo ed anche al Presidente Regione Sicilia ed all’Assessore Territorio e Ambiente Regione Sicilia. (pubblicato a fondo articolo)
Generalmente non facciamo commenti ai comunicati stampa che riceviamo e pubblichiamo, ma pur considerando le valenze morali che trasudano dal documento, ci sembra opportuno stare dalla parte dei pescatori – e dei loro bilanci familiari – che compongono le flottiglie di Mazzara del Vallo e delle altre marineria della costa mediterranea siciliana che arriva fino a Scicli e Pozzallo.
Gente oggi al limite della sopravvivenza, tra mille problemi, compresa la guerra libica.
Forse dovremmo fare più attenzione a non mangiare il pesce delle aree inquinate di Gela, Mililli, Priolo o Milazzo.
Forse, per decreto, non dovremmo mangiare i Tonni decimati dai Giapponesi, ora anche inquinati dal nuclerare…
Forse sarebbe meglio trovare soluzioni per dare riparo degno e decente ai “clandestini”.
Urlare il nostro disprezzo a coloro che chiudono le frontiere in un’europa unita; trovare le soluzioni affinchè non ci siano più barconi zeppi di disperati….
Non toccare mangiare, vendere, commercializzare, prodotti “made in Cina” o provenienti da altri stati che praticano eccidi, uccidono la libertà e la denocrazia, mortificano il libero pensare, attuano sistematicamente la pena di morte e la tortura, sfruttano il lavoro minorile, non tutelano le lavoratrici, calpestano la dignità umana…
Le persono sono libere di mangiare ed acquistare quello che vogliono, il mercato lo fanno loro, la loro coscenza, il loro credo, non un decreto moralista e bacchettone.
la lettera inviata alla Stefania Prestigiacomo, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare: a Raffaele Lombardo Presidente Regione Sicilia Piazza; a Calogero Gianmaria Sparma Assessore Regionale del Territorio e dell’Ambiente
Il sottoscritto Giuffrè Giovanni, constatato il continuo annegamento in acque siciliane di extracomunitari intenti ad attraversare il tratto di mare che li porta nella nostra isola, .
Chiede
che venga proibita la pesca nella zona maggiormente interessata ai naufragi, perché mette in serio pericolo la salute pubblica, ma anche per rispetto morale e, se si vuole, cristiano, per la memoria di quelle vittime che, costrette dell’insensibilità dei più, affrontano le incertezze di un viaggio spesso senza meta certa.
Divenire cannibali di fatto, ci vuole poco.
Controlli inesistenti, da parte delle autorità preposte, fanno sì che molte specie ittiche di pescato predatore, catturate nel “triangolo della morte” del Canale di Sicilia arrivino nei mercati e poi sui nostri deschi senza un obbligatorio certificato di provenienza.
A tale scopo, il suddetto, ricorda che nel gennaio del 2000, in seguito ad un ciclone che ha imperversato sulle coste dei Caraibi, il Presidente del Venezuela, Hugo Chavez, essendo stati individuati alcuni resti umani in balia delle onde, ha severamente interdetto la pesca su tutta la zona di mare interessata.
Divieto che è durato parecchi mesi.
Come libero cittadino, giornalista ed anche pubblico amministratore, è sicuro dell’interessamento che la S.V. vorrà avere per quanto sopra esposto.
In attesa di una Sua gradita risposta Le invia i più rispettosi ossequi
Vicesindaco assessore alla Cultura e all’Ambiente Gianni Giuffrè
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