Piraino – Consiglio Comunale Bye-Bye… l’incognita di Aldo Marino

Dopo l’approvazione da parte di un Commissario ad Acta del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2015 si avvia la procedura per la sospensione e quindi per il successivo scioglimento del Consiglio Comunale di Piraino. E mentre Sindaco e la Giunta Municipale rimarranno in carica fino alla scadenza naturale del mandato resta l’incognita politica sul futuro di Aldo Marino, già presidente della civica assemblea.

Ieri, 1° febbraio 2016, il Commissario “ad acta”, Dr. Carmelo Messina, del servizio ispettivo dell’Ass.to Autonomie Locali, nominato presso il comune di Piraino, ha approvato il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2015, proposto dalla Giunta Municipale e in precedenza respinto dalla maggioranza dei Consiglieri Comunali collocati all’opposizione.
Il breve comunicato stampa inoltrato dal Vicesindaco- Lara Cusmano-  continua: Con tale provvedimento si avvia la procedura per la sospensione e quindi per il successivo scioglimento del Consiglio Comunale di Piraino. Il Sindaco e la Giunta Municipale rimarranno, invece, in carica fino alla scadenza naturale del mandato.

In questa fase tra le tante incognite sui prossimi passi del percorso amministrativo del comune resta anche quella sul futuro politico di Aldo Marino e dei suoi rapporti con l’amministrazione di Gina Maniaci.

Di fatto il presidente del consiglio si è mostrato rammarico per questa svolta, imprevista e non programmata, che ha portato allo scioglimento del consiglio.

Lui ben gestiva, anche il potere politico che derivava dal suo ruolo.

Tutto si deciderà subito dopo quello  che molti danno per certo, il rimpasto, in giunta, ma è difficile che avvenga  il suo ripescaggio, anche perchè i soliti bene informati, non danno per idilliaci i suoi rapporti con Enzo Princiotta…. e questo per Marino potrebbe significare l’avvio di una lunga attesa, almeno un anno e mezzo, sino alle prossime elezioni, anche perchè le opposizioni sembrano aver chiuso la porta ad ogni forma di dialogo, per quello che hanno giudicato un “presidente” troppo parziale e spesso dipinto come “capogruppo”.