Il Comune: “Questione di giorni per far partire i lavori”. Altrimenti per inadempienza – in solido – sarebbe con l’Assessorato Regionale chiamato a pagare le spese.
L’avvocato Maria Sinagra, che rappresenta i ricorrenti, esprime soddisfazione per i risultati ottenuti ma dice anche che la vicenda è ancora aperta.
Era l’anno 2015 quando il Comune di Piraino in solido con l’Assessorato Territorio ed Ambiente furono condannati a realizzare delle opere nella scarpata radente mare a protezione di alcun immobili facenti parte del Complesso Edilizio Piraino Mare.
Ai numerosi solleciti è seguito un altro provvedimento del Tribunale di Patti, anno 2016, con il quale alle amministrazione fu applicata (in solido) una penale per ogni giorni di ritardo nella esecuzione di quanto ordinato.
Ma a nulla è valso.
Come una odissea che si ripete, altri soggetti hanno sentito avvicinarsi il peso dell’erosione. La zona devastata, un paesaggio svilito da una perpetrata omissione. La paura del crollo per un intero complesso edilizio ma anche di abitazioni singole. Fabbricati realizzati da decenni, nel rispetto di norme e soprattutto delle distanze, addirittura ben oltre quelle previste dalla normativa vigente.
Ed anche in questo caso i privati (circa 20), assistiti dall’Avv. Maria SINAGRA, si sono rivolti al Tribunale di Patti con due diversi ricorsi.
A pronunciarsi con distinte ordinanze, in uno il Dott. Antonio Peluso (dapprima con decreto inaudita altera parte poi confermato con l’ordinanza di chiusura del procedimento) e nell’altro la dott.ssa Serena Andaloro.
Entrambi i giudicanti hanno sottolineato (come rilevato dalla CTU eseguita) i rischi connessi alla erosione del mare ordinando alle amministrazioni resistenti (Comune di Piraino e Assessorato Territorio ed Ambiente), ciascuno per la rispettiva competenza, “la realizzazione di un presidio rigido parallelo alla attuale linea di riva posta in continuità con analoga massicciata già esistente, radente alla scarpata cosi da mantenere l’attuale sviluppo e consistenza del promontorio frontistante le palazzine, oltre alla collocazione di una fascia di protezione del piede della scarpata con uso di geo – tessile per prevenire possibili fenomeni di dilavamento del terrapieno ad opera delle onde che si infrangono”.
Ne è seguita la soccombenza alle spese (complessivamente circa 15.000,00 mila euro fra spese legali e CTU) a carico delle amministrazioni, in solido
E la storia si ripete. Vi sono provvedimenti del Tribunale esecutivi e degni di essere attuati, vi è l’addebito giornaliero di penali, vi è una zona devastata che genera danno ai proprietari degli immobili oggetto di giudizio, ma anche alla gente comune che vive i luoghi, alle attività turiste e non solo.
E i crolli continuano (alcuni proprio di questi giorni – foto) in misura proporzionale alla non giustificata omissione, alla lentezza inaudita degli Enti, tra cui il Comune di Piraino che ahimè, più dell’Assessorato avrebbe dovuto difendere la meraviglia di quei luoghi.
L’avvocato Maria Sinagra, che rappresenta i ricorrenti, esprime soddisfazione per i risultati ottenuti ma la vicenda è ancora aperta. Le opere dovranno essere realizzate e i proprietari risarciti per i danni subiti e subendi.
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