La nota
il documento a cui fa riferimento oggi la maggioranza consiliare
L’abbandono dell’aula consiliare da parte di tutto il gruppo di minoranza, in occasione dell’adunanza del 7 novembre scorso, ha inteso rappresentare un chiaro segnale di protesta contro i comportamenti gravemente prevaricatori e pregiudizievoli posti in essere dalla maggioranza consiliare a danno dei diritti e del ruolo politico-istituzionale dei consiglieri di minoranza.
Si rilevano in particolare:
- La reiterata convocazione del Consiglio Comunale senza la preventiva acquisizione delle obbligatorie determinazioni della conferenza dei capigruppo in ordine agli argomenti da trattare nell’adunanza consiliare. In poche parole, gli argomenti da trattare sono stati sempre stabiliti dalla sola maggioranza in aperto contrasto con l’art. 3quater del regolamento consiliare che affida invece tale importante funzione alle concordi determinazioni della conferenza dei capigruppo.
- Tra gli argomenti all’ordine del giorno, la proposta della maggioranza di modificare il Regolamento delle sedute consiliari con il chiaro intento di ridurre e censurare il ruolo e la funzione politico-istituzionale dei consiglieri di minoranza.
La proposta di modifica avrebbe comportato infatti:
- la sostanziale riduzione della conferenza dei capigruppo ad un nulla giuridico, una sorta di organo consultivo, convocabile o meno secondo l’arbitrario apprezzamento del presidente del Consiglio Comunale. E ciò all’evidente fine di rendere la minoranza del tutto estranea alla programmazione dei lavori consiliari ed alla determinazione dell’ordine del giorno delle sedute.
- la modifica dell’art. 19 Del Regolamento Consiliare – che consentiva ai consiglieri la possibilità di intervenire in qualsiasi momento della discussione per il richiamo all’osservanza del Regolamento in caso di palese violazione – con la proposta di consentire la c.d. mozione d’ordine solo in un intervento successivo, rendendo di fatto possibile e irreversibile l’avvenuta violazione del Regolamento stesso;
- l’attribuzione al Presidente del Consiglio del potere di allontanare coercitivamente i consiglieri dall’aula: un provvedimento gravissimo e senza precedenti, che inibisce l’esercizio del mandato elettivo a chi sta nell’aula consiliare per volere sovrano dei cittadini. E ciò, senza la preventiva individuazione normativa, sia pure in via esemplificativa, dei comportamenti suscettibili di giustificare l’esclusione. Potere esercitabile dunque secondo il libero apprezzamento del Presidente.
Tali modifiche sono state proposte ed approvate dalla maggioranza nell’ambito di una seduta consiliare scandita da una ridda di ripetute e inaccettabili violazioni del regolamento, sia da parte della maggioranza che del suo Presidente, tutte aventi l’unico fine di frustrare le prerogative della minoranza.
Si evidenziano tra gli altri:
- il tentativo di non trattare gli emendamenti proposti dalla minoranza (tanto che il Consiglio Comunale aveva deliberato di procedere senza la loro trattazione) fallito solo grazie all’Intervento del Segretario Comunale che non ha potuto fare a meno di rilevare la illegittimità di quanto stava accadendo.
- il rifiuto illogico ed irrazionale della nostra proposta di trattare separatamente e votare separatamente ognuno dei cinque articoli che la maggioranza proponeva di modificare e/o eliminare. Con la conseguente illegittima alternativa di approvarli o respingerli in blocco con un unico voto, senza dunque alcuna possibilità di votare a favore di alcuni e contro altri.
- il rifiuto presidenziale di concedere al capogruppo dell’opposizione il tempo di intervento di 20 minuti previsto dal regolamento per gli argomenti di particolare importanza (non si comprende, infatti, cosa via sia di più importante del regolamento che disciplina la vita del consiglio comunale e la formazione della sua volontà). Al chiaro fine di ostacolarne il pieno e compiuto esercizio del mandato elettivo gli è stato concesso solo il tempo previsto per la trattazione degli ordinari argomenti. Da qui l’impossibilità di spiegare e illustrare le ragioni che si opponevano alle modifiche proposte e la mortificazione del ruolo e delle funzioni dei consiglieri di minoranza.
Poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso: l’affermazione non veritiera della Presidente del Consiglio di aver inviato una PEC all’indirizzo di posta elettronica del capogruppo di minoranza per invitarlo ad un confronto.
Arrivate pure le fandonie del Presidente del Consiglio, la minoranza, a fronte della inaccettabile conduzione della seduta consiliare ha, per protesta, abbandonato l’aula.
Nessun insulto da parte della minoranza, nessuna rissa, contrariamente a quanto vorrebbero far credere i vittimisti seriali e l‘intera claque di Cipriano in febbrile attività sui social.
Come dimostrato dalla ripresa video del Consiglio che tutti possono rivedere, si è registrato solo il comportamento minaccioso del consigliere di maggioranza Nino Foti (allorquando la minoranza era già fuori dall’aula) fortunatamente bloccato dai vigili Urbani e l’epiteto pagliacci volato dal pubblico evidentemente incapace di reprimere un’incontenibile moto dell’animo provocato ed indotto dalla vergognosa conduzione del consiglio comunale.
Superfluo aggiungere che valuteremo l’opportunità di esercitare ogni giuridica azione di tutela innanzi ai competenti organi.
Il Gruppo Consiliare “Noi che amiamo Piraino”
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