Riflettori accessi sul successo di “Pistì” con l’articolo di Giuliano Molossi- noto giornalista ed anche direttore del quotidiano «Il Giorno» ,pubblicata solo qualche giorno da su Quotidiano.net, tra le prime cinque testate generaliste – come piattaforma – sulla rete.
La testata racconta la storia di successo dell’azienda isolana , definendo una “scommessa vinta da due ragazzi quasi vent’anni fa. A Nino Marino e a Vincenzo Longhitano pareva una missione impossibile quella di far nascere, dal nulla, una sorta di «sartoria del dolce», un grande laboratorio artigianale, straordinario e unico perchè scavato nella lava del vulcano, capace di portare i pistacchi di altissima qualità in giro per il mondo”.
Ed invece, scrive Molossi, oggi questi quarantenni “si trovano a guidare un’azienda, la «Pistì», che sfiora i 30 milioni di euro di fatturato, conta 110 dipendenti, esporta in una quarantina di Paesi ma soprattutto un’azienda che produce i pistacchi con una filiera completa, dalla pianta allo scaffale”.
Nino Marino è il cofounder e direttore commerciale dell’azienda dice al giornalista:”SIAMO partiti da zero nel 2003. Non sapevamo nulla di pasticceria. Abbiamo provato a fare dei dolcetti col pistacchio e ci siamo presentati al Cibus di Parma. Avevamo un tavolino, schiacciato fra gli enormi spazi dei colossi dell’alimentare. Eppure fu un successo strepitoso, siamo tornati con decine e decine di contatti e fra loro ci sono importanti clienti come Esselunga e Conad che abbiamo tutt’ora. E’ stato lì che abbiamo capito che il nostro sogno avrebbe potuto realizzarsi.
I buyers ci chiamavano ma noi non avevamo nulla in mano. Abbiamo comprato il capannone di una carrozzeria ma il titolare ci dice: ve lo cedo ma a due condizioni, che mi teniate a lavorare con voi per tre anni e che ripariate le macchine che ancora sono qui. Insomma, prima di fare i pistacchi abbiamo fatto i carrozzieri.”
E aggiunge, si legge nell’articolo, parlando della sua azienda, anzi del capannone dove nascono i dolci che commercializzano:«Preferisco ancora a definirlo un grande laboratorio artigianale, abbiamo manodopera tutta locale, facciamo le lavorazioni ancora come una volta, con un’attenzione quasi maniacale alla qualità delle materie prime, ai processi di produzione dei prodotti. Siamo artigiani, dalla campagna al prodotto finito. Con i pistacchi noi riusciamo a fare cose che le grandi multinazionali nemmeno si sognano».
Pistì è una realtà anche in Australia, in Giappone, in Canada, in Israele dove il suo prodotto di alta qualità riesce ad essere apprezzato e si posizione nella fascia alta del mercato.
La qualità ha un suo prezzo.
Oggi l’azienda punta molto sull’innovazione rinnovando le ricette nel rispettando la tradizione come il rispetto dei tempi di lievitazione come ad esempio nei panettoni e nella “colomba”.
L’articolo da leggere
www.quotidiano.net/economia/pistacchi-di-bronte-da-export-l-avventura-della-siciliana-pistì-parma-è-stata-un-trampolino-1.4532535?fbclid=IwAR2FawblOujoGrPQ-5iUXh6DPV9NA9Z3il8rDibxDJw7fXRAZoAMnjqnCOk