– di Claudia Lentini –
Donne e sport, donne nella gestione dello sport, ma anche figlie, mogli, madri, lavoratrici, tifose come Maddalena Lo Schiavo, presidente della Volley Affitalia Outdoor, (serie D femminile), responsabile marketing della Volley Pubbliemme Pizzo, (serie B2 maschile), vice presidente comitato provinciale Fipav di Vibo Valientia.
E’ la voglia di “provare a fare”, la determinazione, la passione, la forza che, nessuno n’abbia a male, solo una donna possiede.
Chi è Maddalena Lo Schiavo?
Sono la persona più semplice del mondo, non sembra, all’apparenza posso dare l’impressione di una che sta sulle sue, che se la tira, poi conoscendomi capiscono che sono la ragazza, la donna più semplice del mondo – ragazza va bene, rimaniamo sempre un po’ ragazze, specie dentro – vorrei essere amica di tutti, poi difficilmente è possibile perché non siamo uguali, però ti posso garantire che chi sta di fronte a me, è un potenziale amico – apri subito un credito – poi in base al rapporto che s’instaura mi regolo di conseguenza.
– Sei anche una mamma, una moglie – madre di due bambini bellissimi, splenditi.. e moglie – una lavoratrice – sì, lavoro – ed in più coltivi attivamente questa passione per la pallavolo – sì, proprio una passione. – Come ti sei avvicinata al mondo della pallavolo? – Pura casualità, tre anni fa avevo perso il lavoro e mi sentivo insoddisfatta, forse perché ho sempre lavorato, ed in quel periodo mi sentivo così, c’era un amico di mio marito.. un amico? chiamiamolo così perché poi si è rivelato tutt’altro, va bhè.. che lavorava in un’azienda di Vibo Valentia, al quale ho chiesto se serviva personale, questi mi rispose che nella sua azienda non era possibile, ma aveva bisogno d’aiuto nella squadra di Pizzo Calabro, di cui era presidente. Sono andata a lavorare lì con l’incarico di segretaria, quell’anno avevano perso il campionato di serie C proprio nell’ultima partita, erano amareggiati e volevano comprare il titolo di serie B. Ho iniziato a lavorare per quella squadra di volley, ma ero all’oscuro di tutto, non sapevo nulla di pallavolo nonostante abbia giocato quand’ero alle scuole medie, insomma credimi, non ne sapevo nulla. E’ iniziata così come ti ho raccontato. Abbiamo poi comprato il titolo e ci sono stati parecchi problemi, mi sono integrata al massimo, anche nei problemi, tanto che questo signore ad un certo punto ha voluto passare a me la carica di presidente, diceva di vedermi bene in quel ruolo, lui doveva assumere una carica al comune, all’assessorato allo sport, era quindi incompatibile col ruolo che rivestiva all’interno della squadra di volley, mi chiese così di prendere il suo posto, promettendomi di starmi accanto, d’aiutarmi.. è stato tutto un bluff.. – sei stata tu ad introdurre in famiglia la pallavolo – sono stata io – hai contagiato con questa passione tuo marito Augusto ed anche i bambini – non tanto a contagiarlo, devo dire la verità, è stato mio marito a venirmi incontro, è venuto in mio aiuto quando mi sono ritrovata in grossi problemi. Divenuta presidente, ho scoperto tutta una serie di problemi serissimi, come ad esempio che mancava del tutto lo sponsor principale di quella squadra necessario per fare il campionato, mi sono ritrovata ad avere una squadra di B2, già formata, che mi chiedeva ed io non sapevo cosa rispondere – era stata fatta la squadra ma non il bilancio economico – proprio così, quindi mio marito mi è stato vicino, mi è venuto incontro, mi ha aiutata a risolvere una serie di problemi grossi, veramente grossi, contratti firmati con atleti, sponsor inesistenti, Augusto mi ha aiutata. Abbiamo provato a portare a termine la vicenda nel miglior modo possibile, anche se poi comunque gli atleti sono rimasti insoddisfatti perché non saldati completamente, siamo riusciti a pagare anche altri debiti, molte cose siamo riusciti ad affrontarle, però non è stato facile, né soddisfacente per nessuno. Siamo poi ripartiti da zero, ho voluto cambiare società, nome, colori sociali, tutto, quella di prima era un’esperienza da dimenticare, ho anche voluto che fosse mio marito ad assumere la carica di presidente.
Sei il presidente della Volley Affitalia Outdoor, squadra che milita nel campionato di serie D femminile, all’interno della Volley Pubbliemme Group, B2 maschile, ricopri il ruolo di responsabile marketing, infine sei vicepresidente del comitato provinciale Fipav di Vibo Valentia. Riesci a seguire tutto?
Per quanto riguarda la pallavolo abbiamo fatto casa qua all’interno del palazzetto. Esco dal lavoro e vengo qui anziché andare a casa, i bambini fanno pallavolo, riesco in ogni modo a gestire, ma con non poche difficoltà.
Pubbliemme Group, responsabile marketing, spiega il ruolo, le mansioni, quali sono i tuoi compiti?
Curo i rapporti con gli sponsor – e non è poco, anche rapporti esterni, ossia le attività di contatto della squadra col mondo esterno – sì, al momento gestisco anche l’attività economica, curo bilanci, pagamenti – gestisci quindi le politiche di marketing aziendale ed al tempo stesso badi alle situazioni di bilancio, attività contigue. Che difficoltà incontri? – Tante. Non è poi così pesante, perché a dire la verità, mi ritrovo davanti persone molto disponibili, le difficoltà sono di tipo pratico, il tempo, soprattutto quello – probabilmente anche quelle generate dal contesto socio-economico, che in questo momento patisce delle difficoltà, voi siete comunque fortunati perchè avete dei rapporti consolidati con lo sponsor, ma il momento non è dei migliori – decisamente non è un buon momento. – Quali sono invece le soddisfazioni nell’espletare il tuo ruolo? – Anche quelle sono tante, mi piace ciò che faccio. Mi piace il mondo dove mi trovo, quello della pallavolo, mi gratifica – la vittoria in campo è anche tua – sì, e mi piace anche il fatto che la gente si sta avvicinando, capisce che c’è una società seria, con basi solide, che lavora, pensa ad esempio al mini-volley, quest’anno abbiamo avuto tantissime iscrizioni, è forse dovuto anche al fatto che la società viene percepita come seria, che riesce a fare, a mantenere quello che promette – fidati, trovare una società che ha un progetto di lavoro è già tantissimo, che poi riesca anche a portarlo a termine allora è una grande cosa – c’è un progetto di crescita e siamo impegnati a portalo avanti nel miglior modo possibile. – La Pubbliemme Volley è, manco a dirlo, una società prevalentemente maschile. L’appartenenza di genere è un limite od un vantaggio? – Non è un vantaggio, semmai è stato un limite, nel senso che sono state poche le donne disponibili a dedicarsi a quest’attività. Quest’anno ho avuto la fortuna di averne due al mio fianco, due amiche che sono riuscita a coinvolgere, Emanuela Sorrentino, nostro addetto stampa ed Annamaria Casucelli. – Qual è il ruolo di Annamaria? – è un dirigente, ha anche frequentato il corso da segnapunti, questo può esserci utile visto che seguiamo due squadre, specie nel caso di trasferte od altro. – un dirigente ma anche un tecnico – Quest’anno quindi abbiamo aperto a due nuove donne con ruoli e mansioni specifiche. – Sempre all’interno di questo contesto sociale a prevalenza maschile, come dirimi le divergenze di vedute? Esiste un modo tutto femminile per farlo, oppure uno tutto tuo, oppure no? – Tutto femminile no, mio senz’altro. Sono accomodante, riesco a capire gli altri e cerco di trovare in ogni modo un compromesso, buono per me e per gli altri.
Sei vice presedente del Comitato provinciale Fipav. Come ci sei finita dentro?
La mia società voleva un rappresentante ed hanno scelto me. – una volontà esclusiva della tua società – sì, non ci chiamavamo Pubbliemme a quel tempo, c’era un altro sponsor, ma la società operava da tanti anni ed aveva la forza per fare la differenza, c’è anche da dire che il Comitato di Vibo Valentia voleva una nostra rappresentanza. La sorpresa poi nel ricevere più preferenze di quante me ne aspettassi, tantissime. Sono stata la seconda eletta, il primo era un ragazzo che svolgeva questo ruolo già da parecchi anni, onestamente non mi aspettavo di ricevere tanti voti. – La Pubbliemme Volley contesta al comitato provinciale l’incapacità, la non volontà, d’organizzare i campionati giovanili o la Prima Divisione. A tal proposito Augusto Donato ha manifestato la volontà di operare col Comitato Fipav di Catanzaro. Il tuo ruolo all’interno del Comitato e questa querelle? – E’ una questione che dispiace. Sono vice presidente del comitato ma la Pubbliemme, allor quando s’accorge che qualcosa non va, deve contestarlo. Vista da dentro, da vice presidente, non è semplice così come sembra, è vero però che da parte nostra c’è poco impegno nel risolverla. Non è neanche una questione di cattiveria od altro, il presidente svolge una sua attività professionale che lo occupa moltissimo, dovrebbe, a mio giudizio, occuparsi un po’ di più del comitato – il vostro territorio è ricco di realtà sportive organizzate ed anche molto importanti, i giovani ci sono e tanti, non è possibile non riuscire ad organizzare i campionati giovanili e quant’altro. C’è quindi un problema di non volontà, che questa poi sia dovuta a ragioni di tipo personale, di lavoro od altro, non giustifica – Sai che succede, spesso sono proprio le società a non iscriversi ai campionati e venendo meno il numero non si organizzano. Fare una prima divisione ha in ogni caso un costo economico per una società, e il momento non è dei migliori – il compito del comitato è però quello di stimolare queste attività sostenendo le società, specie in termini di settore giovanile. Il ruolo della Fipav non consiste nel raccogliere le decisioni già adottate all’interno delle società, semmai è quello di stimolarle a fare, ex ante – questo senz’altro, va stimolato un movimento giovanile che deve crescere ed a tal proposito ho una mia idea, che non anticipo per ovvie ragioni, una proposta da formulare al comitato alla prima occasione utile. – Ci ritorneremo su volentieri in seguito -.
Maddalena Lo Schivo rappresenta anche la Volley Affitalia Outdoor, in qualità di Presidente. Sei a capo di un gruppo di donne
Programma di breve periodo.. vogliamo vincere il campionato – serie D Femminile – abbiamo allestito una squadra competitiva proprio per vincerlo. Vogliamo soddisfazione anche dalle ragazze, non che sia mai accaduto anzi, siamo partiti dalla prima divisione, in due anni abbiamo vinto un campionato. Lo scorso campionato erano rimaste solo le ragazzine, era per loro la prima volta in D, molto diversa dalla prima divisione, abbiamo mantenuto il titolo e quindi adesso siamo pronti a fare il salto di qualità. – I programmi di lungo periodo sono quelli far crescere a Pizzo anche un movimento vollistico al femminile? – Sì, ed aggiungo che è anche molto competitivo al femminile qui a Pizzo Calabro, c’è più competitività che nella maschile. – Sponsor? – Un partner noto, una società vicina, ricollegabile alla Pubbliemme, stesso presidente. Anche nel caso della femminile, Domenico Maduli ha voluto aiutarci – è l’ennesimo riscontro della volontà di legare i loro marchi aziendali alle vostre attività sportive – Sì, ci fa molto piacere – Parliamo del coach, Saverio Amerato – Saverio, al di là del suo essere il coach, è un carissimo amico, lo conosco da quando “pratico” la pallavolo, è una bravissima persona, riservato e poi è un patito di questo sport, starebbe dentro il palazzetto 24 ore al giorno, non si stanca mai. – Cesare Pellegrino mi ha raccontato dei suoi trascorsi nella Callipo, con ottimi risultati, sottolineando quindi la sua vocazione nel trattare, gestire la pallavolo a livello giovanile. Una dote, un talento – Un talento, è la sua passione. Ha rifiutato la conduzione della B2 proprio per dedicarsi ai ragazzi. – Che rapporto ha con le ragazze della serie D? – Buono, quest’anno anche meglio dello scorso, sono ragazze più grandi, comprendono le dinamiche di gioco, di squadra, non se la prendono se il mister fa degli appunti, lo scorso anno, con le ragazzine un po’ più giovani, quattordici, quindici anni, un’età tutta particolare, era più difficile comprendere i rimproveri del coach, magari qualcuna non si presentava poi all’allenamento successivo, i richiami servono a crescere, ad imparare. – Ritorniamo alla società, organigramma? – Annamaria Casucelli dirigente, Nicola Polverino team manager, lui è un grande!! – condivido – direttore sportivo Claudio Caruso, insomma, siamo un’unica famiglia, maschile e femminile, i problemi li risolviamo insieme.
Che rapporti hai col Presidente della Pubbliemme, tuo marito Augusto Donato?
Sono conflittuali, spesso e volentieri ci ritroviamo a pensarla in maniera differente, parliamo di pallavolo, ok, capita anche a casa, ma soprattutto in quest’ambito. Dicevo conflittuali ma costruttivi, propositivi, volti a fare.
Parliamo un po’ di donne nella gestione dello sport.
Negli ambiti pallavolistici in cui operi, sia le squadre sia la Fipav, esiste la possibilità d’agire con un modus femminile o ti adegui gioco forza?
Non mi piace la parola “adeguare”, sono fatta così, porto la mia idea, giusta o sbagliata che sia, porto me, così come sono, femminile, il mio modo di pensare, il mio modo d’essere. Può stare bene o no, comunque porto.. quella sono.
Posto che hai dimostrato ampiamente d’essere una donna che sa il fatto suo, sinceramente, ritieni che le cariche al femminile dipendano più dalla nostra disponibilità, dalla nostra determinazione nel fare, o dal buonismo maschile?
Dalla nostra determinazione – non sono buoni – se ci sappiamo fare, devono farci spazio, sappiamo aprire le porte, non devono farci un favore – sei contraria alle quote rosa – sì, siamo noi a dover fare se ne abbiamo la capacità.
Donne e potere
Di fatto in moltissimi ambiti, specie sportivi, le cariche importanti, quelle che contano veramente, sembrano ancora d’esclusiva pertinenza maschile, che ne pensi? E’ sempre un problema nostro?
No, è un loro problema. E’ una loro limite intellettuale, spesso ritengono che una donna non possa ricoprire determinate cariche, credo invece che una donna possa ricoprire qualsiasi carica – l’alibi secolare di natura squisitamente socio-antropologica, è che l’appartenenza di genere al femminile sia un limite in quanto sentimentale, quindi fragilità, ‘tentazione’, essere donna costituisce un rischio per vocazione – E’ sempre un loro limite. Evidentemente sono loro a non riuscire a stare accanto ad una donna senza pensare al fatto che una è.. donna – è un alibi, utile ad estromettere la concorrenza dalle cariche che contano, dalla stanza dei bottoni, a parità di meriti e capacità – Ho sempre lavorato in mezzo agli uomini, senza alcun problema, per me è solo un loro limite.
Sei donna, moglie, madre, lavoratrice e riesci a coltivare le tue passioni.. come fai?
Non lo so.. forse riesco ad organizzarmi.. forse pero!.. a volte non ci arrivo. Tra mille problemi cerco di fare il possibile.
Basta questo, provare a fare!!
Buon lavoro Presidente