Nonostante le parole abbastanza chiare pronunciate dal Ministro Passera lo scorso mese di giugno (“il Ponte sullo stretto non rappresenta una priorità per il Governo”) e il dirottamento verso altri lidi dei fondi dell’Unione Europea destinati, almeno in un primo momento, al corridoio Berlino-Palermo; il Ponte sullo Stretto è una tematica che non smette di far parlare di sé e di creare eterne discussioni tra chi lo vede come un’opera fondamentale per il Mezzogiorno, e chi invece lo contrasta mettendone in discussione la fattibilità e l’utilità.
Di questo si è discusso sabato mattina al Palacultura di Messina durante il convegno “il Ponte sullo Stretto di Messina: infrastruttura essenziale per lo sviluppo del Mezzogiorno e del Paese” organizzato dall’associazione Umanesimo e Solidarietà “Portalegni-Messina” .
All’incontro è stato presieduto dal dott. Nino Quartarone (Presidente di Umanesimo e Solidarietà), dall’Ingegnere Giovanni Mollica, dal Prof. Enzo Siviero dell’Università IUAV di Venezia, dal Prof. Agostino Nuzzolo dell’Università di Roma Tor Vergata , dal Prof. Giuseppe Vermiglio del C.U.S.T. di Messina e il Prof. Roberto Zucchetti dell’Università Bocconi di Milano. Proprio sulle parole del Ministro delle Infrastrutture Passera è voluto tornare il Presidente di Umanesimo e Solidarietà Nino Quartarone, facendo notare come le parole dell’esponente del Governo Monti possano rappresentare un pesante macigno per lo sviluppo delle infrastrutture nel sud del Paese “con queste frasi di fatto il Governo Monti ha ammesso di non avere un piano di sviluppo per la Sicilia – ha contestato Quartarone – oggi qui dobbiamo dimostrare come lo sviluppo economico di tutto il sud Italia passi dalla creazione di piattaforme logistiche che facciano in modo che coloro che trasportano le merci da destinare al centro-nord Europa non tocchino la Sicilia solo di sfuggita ma si fermino nei nostri porti. Attualmente Sicilia e Calabria sono letteralmente tagliate fuori dai grossi traffici commerciali europei.
Dobbiamo prendere esempio dai ponti costruiti nelle isole danesi che hanno reso piccoli centri abitati, di poche migliaia di abitanti, dei posti ricchi e fiorenti proprio per le strutture che possiedono”. Molto apprezzato dal pubblico anche l’intervento del Prof. Siviero che ha eretto Messina a capitale del Mediterraneo ma solo sulla carta “Messina è la capitale del Mediterraneo ma purtroppo ciò avviene il linea teorica – ha spiegato il docente veneto – purtroppo la paura culturale delle grandi opere ha inciso molto, soprattutto se pensiamo che al nord la cosa che rimproverano ai siciliani è proprio il fatto ad essere loro i primi a non volere il Ponte. È arrivato il momento di superare questo step mentale e investire sul futuro”.
Gli interventi degli altri relatori hanno riguardato la nascita dell’area dello Stretto, il sistema integrato dei porti del Mezzogiorno e i benefici per il Paese incentrati sia sul lungo che sul breve periodo visto il gran numero di addetti che dovrebbero risiedere stabilmente a Messina o a Villa San Giovanni.
Il convegno però ha avuto anche dei partecipanti non previsti, vista la presenza di alcuni esponenti del Movimento dei Forconi, con a capo il candidato alla presidenza della Regione Mariano Ferro, che “armati” di bandiere e magliette raffiguranti il loro simbolo, hanno fatto irruzione nella sala quando i lavori erano già iniziati.
Il tutto però si è svolto nella massima calma e civiltà.
Con questo piccolo colpo di scena i Forconi hanno ribadito la loro ferrea contrarietà alla realizzazione della struttura considerandola assolutamente inadatta allo sviluppo della Sicilia e del Mezzogiorno “il Ponte è un’opera che non serve a niente – ha ribadito Mariano Ferro – ancora noi stiamo qui a parlare del libro dei sogni quando le aziende agricole chiudono e le infrastrutture nel sud sono a dir poco arretrate. Ma anche qual’ora si facesse il Ponte una volta arrivati a Villa cosa si vede?il deserto più totale vista l’assenza di ferrovie adeguate e la Salerno -Reggio Calabria ridotta in uno stato pietoso”
Antonio Macauda