PONTE E INFRASTRUTTURE – Salvini a Messina a bordo della nave “Dattilo”. Fuori, la contestazione dei No ponte
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PONTE E INFRASTRUTTURE – Salvini a Messina a bordo della nave “Dattilo”. Fuori, la contestazione dei No ponte

– di Corrado Speziale –

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è stato a Messina, in mare, a bordo della nave “Luigi Dattilo” della Guardia Costiera, ormeggiata alla banchina Marconi per la presentazione itinerante dei progetti infrastrutturali “L’Italia dei Sì 2023-2032 – Progetti e grandi opere”. Un passaggio elettorale in mare alla vigilia delle imminenti europee, davanti ad una schiera di invitati. Fuori, lungo un fronte mare blindato per tutta la mattina in virtù di un’ordinanza che ha causato gravi disagi per la circolazione cittadina, un gruppo di militanti No ponte ha manifestato il proprio dissenso contro la grande opera. Ma del ponte sullo Stretto il ministro Salvini si è limitato a dire poco o nulla… Alla nostra domanda, il ridimensionamento del ministro circa l’accorciamento dei tempi in contrasto con le carenze progettuali: “Il ponte non lo fanno i politici…” Tuttavia, conferma: “Inizio lavori entro la fine del 2024. Opera in funzione nel 2032”.

Per la seconda volta in poco meno di due anni, il ministro Salvini viene a Messia in visita ufficiale ma resta in mare. Il 6 giugno 2023 fu ospite sulla nave “Elio”, di Caronte & Tourist, ormeggiata alla Rada San Francesco. Stavolta egli stesso sceglie la nave “Luigi Dattilo”, unità della Guardia Costiera, per parlare di opere pubbliche: “L’Italia dei Sì 2023-2032 – Progetti e grandi opere”. Ma di ponte sullo Stretto poche parole, ovvero, niente di nuovo sotto il cielo. Il ministro ha fatto proprio un elenco di progetti di infrastrutture e di provvedimenti che riguardano il suo settore, che sarebbero in corso e in divenire, ma delle parole attese riguardo alla grande opera che da tempo fa andare in fibrillazione i messinesi, poco o nulla. “Dedicherò al ponte sullo Stretto soltanto il cinque per cento del mio intervento” ha detto ad introduzione della convention a bordo della nave, sulla quale, tra gli ospiti, al centro della sala, passava quasi inosservata la presenza di Pietro Ciucci, ad della Stretto di Messina, manager da sempre super contestato dai No ponte. Cinque per cento, dunque, e per lo più irrilevante. Il ministro aveva risposto poco prima ad alcune domande dei giornalisti assiepati in banchina accanto alla nave in un breve punto stampa, unica possibilità concessa cosicché potesse essere “imbeccato” sulla grande opera. Con risultati che tuttavia non spostano nulla rispetto a ciò che è dato sapere fino ad oggi.

L’evento. Si è trattato di un suggestivo e ben organizzato passaggio elettorale targato Ministero Infrastrutture, dinanzi ad un fronte mare cittadino blindato per l’occasione, con disagi per tutti, a causa di un’ordinanza del Comune che inibiva il transito nelle ore mattutine, con linea del tram interrotta. Ma al cospetto di un evento “galleggiante” il progetto del ponte sullo Stretto stenta sempre di più a restare a galla, nonostante il ministro delle Infrastrutture tenda a sorreggerlo e a sospingerne oltremodo la “navigazione” verso rotte che stanno riservando sempre più ostacoli e intemperie.  Non ci sono raccomandazioni, prescrizioni, dinieghi, osservazioni che bastino: una cosa è il progetto nei suoi elementi oggettivi, un’altra è l’atteggiamento politico. Eppure, nonostante l’effervescenza elettorale, il ponte sullo Stretto nella tappa messinese de “L’Italia dei Sì 2023-2032” è stato un argomento secondario.

Per il ministro, il luogo, tra il mare e il sole dello Stretto, è particolarmente appetibile. Ne vale l’immagine: “Se i fotografi poi lasciano questa postazione, mi sposto per loro…”. Dunque, il ponte: “Dopo cinquant’anni di chiacchiere e promesse non mantenute con i siciliani, i calabresi e gli italiani, l’obiettivo è aprire i cantieri entro l’anno 2024. Il ponte significa velocità, sicurezza, tanto lavoro, tanto risparmio e qualità ambientale invece di migliaia di traghetti che inquinano l’acqua e l’aria. Dal 2032 i treni veloci, auto, moto, camion…è la rivoluzione ambientale economica che la Sicilia aspetta da tanto e che coinvolgerà tutte le imprese italiane, tutti gli ingegneri italiani, tutta la manodopera italiana. L’obiettivo è partire nel 2024”. Sugli espropri: “Come ogni intervento, tipo l’alta velocità fra Salerno e Reggio Calabria, le nuove autostrade, ovviamente tutti verranno compensati adeguatamente e Messina varrà molto di più e sarà davanti agli occhi del mondo”. La punzecchiata all’avversaria: “Abbiamo visto la collega amica Schlein dire che ‘è bello andare in traghetto’, spendere soldi… Lo dice chi viene una volta all’anno. I pendolari che tutti i giorni fra Sicilia e Calabria, studenti, medici, malati, avvocati, lavoratrici e lavoratori che magari in estate ci mettono due, tre, quattro ore ad attraversare questi tre chilometri, non lo ritengono così bello. Poi penso che per Sicilia e Calabria, ma anche per tutta Italia sarà un mondo diverso. Non c’è solo il ponte – prosegue Salvini – ci sono fermate della metropolitana (tre, da Contesse a Faro, in oltre 18 chilometri, ndr), ci saranno nuovi parchi, nuove scuole, aree verdi, impianti sportivi, i maggiori architetti mondiali sulle due sponde a disegnare lo Stretto del futuro, quindi non vedo l’ora che gli operai comincino a fare il loro lavoro”. Sulle perplessità dei sindaci di Messina e Villa SG per l’impatto dei cantieri sulle due città: “Sto visitando cantieri ovunque, per fare le nuove metropolitane a Milano, Roma, Torino e Napoli ovviamente crei dei disagi, ma poi le città cambiano volto. Son convinto che la stragrande maggioranza dei siciliani e dei calabresi non veda l’ora che comincino questi lavori”. La prima nostra domanda è sulla fretta del ministro in contrasto con le carenze progettuali: “Ci stanno lavorando centinaia di ingegneri, non solo italiani, ci sono professionisti spagnoli, danesi, giapponesi, americani si fanno ponti avveniristici e straordinari in tutto il mondo. È ora che anche l’Italia dimostri che i nostri ingegneri sono all’altezza. Poi, il ponte non lo fanno i politici, lo fanno i geologi, gli architetti, gli ingegneri gli operai…”. Altra nostra domanda: l’appalto assegnato allo stesso soggetto, in relazione a quanto sostenuto dall’ANAC. “L’impresa è la stessa che ha vinto l’appalto anni fa – risponde Salvini – e con l’ANAC è tutto a posto”. Nessun accenno al “dettaglio” che Eurolink avesse in corso una causa contro la società Stretto di Messina. Sulle incompiute: “Vi dico ciò che sto facendo da quando sono ministro. Dei cinquant’anni precedenti, essendo io del 1973, non posso rispondere. I tecnici assicurano che da quando si apriranno i cantieri in sette anni i lavori finiscono”. Compatibilità ambientale: “I tecnici ci stanno lavorando, ci sarà un risparmio in termini ambientali e di mancate emissioni in aria e in acqua incredibile, virtuoso e positivo”.

Di tutt’altra opinione è Daniele Ialacqua, ex assessore al Comune di Messina, esponente del comitato No ponte Capo Peloro, che abbiamo intercettato tra i manifestanti oltre la cortina del porto. Il commento sull’apertura del ponte nel 2032: “Salvini non ha specificato su quale ponte transiterà il primo mezzo…Noi non siamo contro i ponti, siamo contro questo ponte sullo Stretto perché è devastante. Le previsioni di chi vuole il ponte, il loro cronoprogramma, non ha mai per fortuna rispettato una scadenza. In tutta la storia del ponte l’unica scadenza rispettata è stata il 31 dicembre 1992, quando fu presentato il progetto detto definitivo – di massima assieme a Calarco (allora presidente della società Stretto di Messina, ndr). Ma poi quel progetto doveva essere visto e rivisto, per cui è stata una scadenza inutile”. Gli atteggiamenti del ministro sulle carenze progettuali: “Salvini si era presentato con l’idea ponte sullo Stretto con un appalto chiavi in mano. Per lui gli aspetti tecnici, ambientali e burocratici sono sottigliezze. Invece il cuore della questione è soprattutto l’impatto ambientale. Questo ponte non è sostenibile. Già alla prima valutazione di impatto ambientale il progetto del ponte era stato bocciato. Oggi questa valutazione la rifanno. Se i componenti della nuova commissione saranno scelti secondo curricula tecnico scientifici e non politici, siamo certi che anche stavolta il progetto sarà bocciato, così speriamo non se ne parli più”.

La visita di Salvini a Messina è avvenuta a pochi giorni dalla presentazione dell’emendamento del leghista Iezzi in Parlamento, tendente all’aggravamento delle pene contro chi si oppone ostacolando la realizzazione di opere pubbliche. Provvedimento che alla luce delle ultime mobilitazioni contro il ponte a Messina e Villa San Giovanni, rischia di colpire più che altro gli espropriandi, cittadini che si stanno ritrovando a difendere le proprie case e i propri terreni, in virtù di un’idea che avanza a loro discapito, mentre il progetto richiede altri tempi, modi, procedure e pareri. Tutti elementi indispensabili rispetto ad un’opera per la quale è stata prevista una spesa di quasi 15 miliardi di euro, a fronte di conseguenze ed impatti sociali che non hanno prezzo.

1 Giugno 2024

Autore:

redazione


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