Ponte sullo Stretto – Rinaldi (PD) presenta interrogazione
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Ponte sullo Stretto – Rinaldi (PD) presenta interrogazione

“Assumere iniziative idonee allo scopo di fare chiarezza sullo spreco di denaro pubblico per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina che, a tutt’oggi, si sta verificando nonostante sia ormai chiaro a tutti che la mega opera non sarà costruita”.

Lo chiede il vice Capogruppo del Partito democratico all’Ars, Franco Rinaldi, in un’interrogazione presentata al Presidente della Regione e all’Assessore  regionale alle Infrastrutture e alla mobilità.

“Al balletto di botta e risposta tra istituzioni – afferma Rinaldi – su un progetto faraonico che costerebbe ai contribuenti italiani 8,5 miliardi di euro si aggiungono le opacità della società Stretto di Messina, la quale, in ragione della attività che è chiamata a svolgere, procede ad incontrollate assunzioni di personale che stridano fortemente di inopportunità, soprattutto al cospetto della drammatica situazione economico-finanziaria che grava sulle casse pubbliche del nostro paese”. Ciò si verifica nonostante l’Unione Europea abbia ritenuto il Ponte sullo Stretto “non più un’opera prioritaria”.

Rinaldi chiede, quindi, “quali iniziative sono state assunte a tutt’oggi o si intendano assumere al fine di verificare la regolarità delle assunzioni fatte dalla società Stretto nonché dell’effettivo bisogno di personale, tenuto conto dell’attività che la società è chiamata a svolgere e soprattutto in considerazione della attuale situazione di crisi finanziaria che investe il nostro paese; se non si ritenga, infine, quanto mai opportuno verificare l’effettiva entità delle assunzioni effettuate nonché l’utilità di corsi di formazione finanziati con le tasche dei cittadini per una struttura che ad oggi non è dato sapere se e quando sarà mai realizzata”.

IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERROGAZIONE

Al Presidente della Regione e all’Assessore per le infrastrutture e la mobilità,

PREMESSO che:

•    l’Unione Europea ha ritenuto il Ponte sullo Stretto “non più un’opera prioritaria”;

•    a notificarne la bocciatura è stato il commissario Ue ai Trasporti, Siim Kallas che il 19 ottobre del c.a. a Bruxelles, nel corso della presentazione del piano europeo di investimenti per le reti infrastrutturali, ha dichiarato che “La Commissione europea non prenderà alcun impegno riguardo a un possibile inserimento tra i progetti prioritari Ue del ponte sullo Stretto di Messina”, che pertanto, è lasciata “alle autorità italiane” le quali per voce del Ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli hanno ribadito che il ponte sullo Stretto di Messina per il governo italiano rimane una priorità;

ATTESO che:

•    al balletto di botta e risposta tra istituzioni su un progetto faraonico che costerebbe ai contribuenti italiani 8,5 miliardi di euro si aggiungono le opacità della società Stretto di Messina, la quale, in ragione della attività che è chiamata a svolgere, procede ad incontrollate assunzioni di personale che stridano fortemente di inopportunità, soprattutto al cospetto della drammatica situazione economico-finanziaria che grava sulle casse pubbliche del nostro paese;

•    su questa megaopera che ancora non c’è e non è certo se mai ci sarà è già stato speso tantissimo denaro pubblico;

•    da quanto risulta dal bilancio 2010 approvato dalla Spa Stretto di Messina i conti non sempre tornano e talune scelte danno adito a molte perplessità;

•    risulta, infatti, un aumento di spesa in particolare destinata a stipendi e affitti. La perdita di esercizio risulta essere di 1 milione di euro e gran parte delle uscite riguarda i 54 dipendenti (9 dirigenti, 31 quadri e 14 impiegati). Una spesa cresciuta di anno in anno: il personale della società, infatti, nel 2009 costava 3,5 milioni di euro, mentre nel 2010 la spesa è salita a 4,9 milioni, in ragione del fatto che nel frattempo sono state fatte 19 assunzioni e che in luogo del contratto degli edili è stato applicato quello dei dipendenti dell’Anas. E ancora: per gli amministratori e per l’ordinaria amministrazione la Società ha speso, nel 2010, 3 milioni e 150 mila euro e per le “prestazioni professionali di terzi” ha speso 1 milione e 52 mila euro. In totale, secondo stime della Corte dei Conti, tra il 1986 e il 2008, il lavoro della “Stretto” è costato più di 200 milioni di euro e che fra trivellazioni, progetti e personale la cifra totale dovrebbe arrivare al doppio. Solo nel periodo compreso fra il 2001 e il 2006 le spese della società sono state di 88,9 milioni di euro, delle quali 21,3 milioni di euro per consulenze e 28,8 milioni per il personale;

CONSIDERATO che:

•    in atto risultano in corso di affidamento corsi di formazione, per i futuri addetti alla manutenzione del Ponte che non si sa se e quando potrà essere realizzato, nonché per altre figure attinenti la gestione dell’opera e del rischio sismico;

•    già nel 2006, quando il Governo pro tempore dichiarò che l’opera non era tra quelle prioritarie, la Società Stretto pensò bene di aprire nuovi uffici a Messina e a Villa San Giovanni e di aumentare di 17 unità il proprio già pletorico organico;

CONSIDERATO inoltre che:

•    le condizioni finanziarie del nostro Pese negli anni si sono fortemente aggravate, che al di là del fatto che l’UE abbia escluso il progetto sul Ponte dalle opere considerate strategiche e quindi finanziabili, il Governo attuale non gode, comunque, di salute tale da consentirgli di programmare opere faraoniche con copertura economica da reperire su fantomatici mercati su cui dichiara di volersi affidare;

•    nel frattempo la società Stretto continua a spendere soldi pubblici per assunzioni, consulenze, studi, ricerche e analisi sulla migrazione degli uccelli e dei cetacei, sull’impatto emotivo dell’opera e su altri “discutibili” temi;

PER SAPERE:

•    se il Governo della Regione è a conoscenza dei fatti sopra esposti;

•    se non ritenga di dover assumere idonee iniziative al fine di fare chiarezza su questo “spreco di denaro pubblico”;

•    quali iniziative sono state assunte a tutt’oggi o si intendano assumere al fine di verificare la regolarità delle assunzioni fatte dalla società Stretto nonché dell’effettivo bisogno di personale, tenuto conto dell’attività che la società è chiamata a svolgere e soprattutto in considerazione della attuale situazione di crisi finanziaria che investe il nostro paese;

•    se non ritenga, infine, quanto mai opportuno verificare l’effettiva entità delle assunzioni effettuate nonché l’utilità di corsi di formazione finanziati con le tasche dei cittadini per una struttura che ad oggi non è dato sapere se e quando sarà mai realizzata.

(L’interrogante chiede risposta scritta con urgenza)

(28 ottobre 2011)                        RINALDI

1 Novembre 2011

Autore:

admin


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