una famiglia che è stata “imperiale”
Forse i più non sanno che quello inglese è stato un impero che si è sviluppato attraverso violenze e una ferocia senza eguali sotto lo sguardo a volte compito e complice, a volte “distratto” della stessa Regina.
Una dinastia – quella dei Windsor – che ha perseguito nei secoli l’arricchimento sottomettendo e sfruttando altri popoli e come nella tradizione britannica i regnanti devono servire l’impero nelle forze militari, ossia lo strumento per eccellenza di ogni conquista.
Il ruolo della longeva Elisabetta.
«Conseguentemente alle trasformazioni politiche sopravvenute nell’interno dell’Impero e del Commonwealth britannico, i titoli regali hanno assunto nuove forme; in particolare notevole importanza ha avuto l’abbandono del titolo imperiale per l’India. Per il Regno Unito e le colonie, il titolo di Elisabetta è stato il seguente: “Elisabetta II, per grazia di Dio regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri reami e territori, capo del Commonwealth, difensore della Fede”; per il Canada, l’Australia e la Nuova Zelanda: “Elisabetta II, del Regno Unito, Canada (o Australia o Nuova Zelanda) ecc.”; per il Sud Africa, Ceylon e Ghana: “Elisabetta II regina del Sud Africa (o Ceylon, o Ghana), ecc.”; per l’India, il Pakistan e la Federazione Malese: “Elisabetta II capo del Commonwealth”.» (fonte: Enciclopedia Treccani online).
Si può ben dire che con la massima simpatia per il suoi look, la guida della “Rover”, le battute di caccia, l’amore per i nipoti e per i cagnoli di corte, i suoi rapporti con il personale di corte, anche lei, componente di una famiglia che è stata nei secoli responsabile dell’eccidio di un numero imprecisato di persone durante le sue conquiste coloniali, ha le sue colpe che un bel funerale non può cancellare.
Ha rappresentato quell’imperialismo occidentale dove monarchie e democrazie occidentali hanno in comune le stesse radici e finalità: l’imperialismo economico.
E non basta dire che in Gran Bretagna vige una democrazia costituzionale-monarchica in cui la sovrana era solo un simbolo. Sì, forse ma il simbolo del parassitismo.
Lei e tutti i suoi discendenti. Un casato in cui il principio di eredità dei titoli reali è del tutto contrario ai principi di eguaglianza propri delle repubbliche democratiche.
Tutto questo sentimentalismo delle democrazie occidentali verso la casta dei reali e dei nobili porta in sé ancora il retaggio culturale delle vecchie monarchie e francamente nella Brexit si intravede quella storica intolleranza degli inglesi, assolutamente incompatibile con lo spirito repubblicano delle costituzioni occidentali.
giusto per dire
“Al culmine della sua estensione territoriale si diceva che sull’Impero britannico ‘il sole non tramonta mai’: il motivo, secondo una facezia popolare irlandese, era che “Dio non si fida degli inglesi al buio”.
In effetti, la dominazione britannica è stata ovunque sinonimo di tirannia, razzismo ed eccidi; per dirla con il cartista Ernest Jones ‘il sole non tramonta mai, ma il sangue giammai si asciuga’.
Eppure, ancora oggi, esponenti politici esibiscono il proprio orgoglio per il ruolo giocato dall’Impero nel diffondere la cultura e la civiltà, convinti che sia venuta “l’ora di smettere di scusarsi”.
Tuttavia, una seria discussione pubblica su quanto avvenuto nelle colonie non c’è mai stata: ci si dimentica delle vittime, e i nomi e le date dei massacri perpetrati restano sconosciuti alla stragrande maggioranza dei britannici (e non solo). John Newsinger fa breccia in questo silenzio collettivo, adottando un punto di vista ‘dal basso’, lontano dall’idea per cui uno stato liberale si sarebbe incaricato di diffondere libertà e tolleranza. Dalla tratta degli schiavi nelle Indie Occidentali alle guerre dell’oppio in Cina, dalla carestia nel Bengala alla sanguinosa soppressione dei moti nazionali in Kenya e Malesia. Dalla questione Irlandese a quelle che ancora considerano Colone, la storia è ben diversa da quella che ci hanno raccontato finora.
dalla prefazione de Il libro nero dell’impero britannico
Comunque
Fai buon viaggio Elisabetta. Speriamo che Carlo, a dispetto di tanti pregiudizi, sia un regnante illuminato per il suo popolo. Noi speriamo che Dio ci salvi da Re e Regine future.