Accade questo. Non ci sono i bollettini disponibili allo “sportello” di via Centonze e l’utenza va in titl.
Allo sportello di via Centonze stamani.
Fila per pagare un bollettino, una semplice tassa universitaria, nel “distributore” tanta pubblicità di servizi postali ma mancano i modelli dei bollettini postali.
Ancora un attimo di fila per raggiungere ugualmente lo sportello.
“Li li avranno” .
Ma non è così. Serafico il dipendete ti guarda, sorride … “sono finiti” ma se vuole pagare, aggiunge “si può andare nell’altro ufficio, qualche quartiere più appresso”.
Così metti una mattina qualunque, nel cuore frenetico e popoloso di Messina, l’ufficio postale, che già spesso diventa frontiera quotidiana per migliaia di persone alle prese con tasse, spedizioni e bollettini, si tramuta in un palchetto da cabaret.
E’ come se mancassero i soldi in banca, ago e filo dal sarto, “le ciappe” dal calzolaio, i pennelli dal pittore….
Così stamani alla poste di via Centonze rimane tutto funzionale per chi deve sistemare il libretto dei risparmi, per chi deve approntare una raccomandata, ma non per chi deve pagare. Appunto un’operazione banali che oggi diventa una “Caporetto” tra fila, sfoghi e disservizi.
Per la cronaca chi ha un app scarica il modello va al tabacchi e paga tutto anche con carta di credito, ma a volte l’eta anagrafica rende questo difficile ed allora correre per la città sperando di fare in tempo.
Ed intanto la pubblicità delle “Poste” ci sorride dai grandi cartelloni gialli. Facce simpatiche, soddisfatte.
Noi però abbiamo poca voglia di sorridere!