Analisi e testi di Marco Franceschini, psicologo e psicoterapeuta. Esperto in Psicosomatica, in “Psicodramma Analitico di Gruppo” e in Psicoterapia Analitica-Archetipica
Storicamente, la Psicologia Analitica-Archetipica nasce grazie ai contributi e agli studi di Carl Gustav Jung, mentre James Hillman è stato colui che più di tutti ha sviluppato l’aspetto immaginale e archetipico della psicologia junghiana, fondando la cosiddetta Psicologia Archetipica.
La psicoterapia analitica ha lo scopo di favorire e promuovere il corretto svolgimento del processo d’individuazione. Essa non è interessata a curare il sintomo, a trovare una rapida soluzione al problema dell’individuo al fine di rimetterlo a breve nella frenesia giornaliera affinché anch’egli possa tornare a produrre.
La psicologia analitica considera l’individuo come portatore di un’essenza. Egli deve, in primo luogo, servire se stesso e per farlo deve guardarsi e vedersi attraverso quel “conosci te stesso” che gli antichi greci incisero sul frontone del tempio di Delfi.
Ciò vuol dire prendersi cura di sé, delle proprie immagini e porsi in ascolto di quel “piccolo popolo” e di quelle “personalità multiple” che abitano la psiche, che di noi fanno parte pur non essendo nostre.
L’analisi di cui parliamo è l’analisi del profondo, l’analisi che tocca l’anima del nostro essere, riferendoci con anima a quell’insieme di processi psichici che possono esprimersi attraverso rappresentazioni, cioè immagini, parole, sogni, emozioni agiti e sintomi, quel sentire che ha il potere di smuoverci interiormente. Il disturbo psichico, in questa ottica, smette di essere considerato una malattia, e l’intervento analitico smette di essere considerato una “cura” che diventa, invece, aver cura dell’anima ovvero della psiche.
Ne consegue che la clinica della psicologia analitica junghiana non mira soltanto al raggiungimento della “guarigione”, ma ad individuare il senso simbolico e archetipico del disturbo, al fine di condurre il suo portatore ad utilizzarne l’energia per la “trasformazione” e per la propria individuazione. Obiettivo del percorso è l’individuazione del soggetto, corrispondente all’armonia delle energie psichiche. Le difficoltà superate nella psiche rendono possibile affrontare e superare anche le difficoltà comportamentali della vita diurna.
Si afferma, per dirla con Hillman, che “l’addestramento della sensibilità, la partecipazione ai gruppi e l’accento sull’esperienza del corpo e sull’immaginazione sono divenuti necessari tentativi preliminari per risvegliare la psiche con il renderci consapevoli che l’anima si estende nei corpi, negli altri, fino al regno immaginale.
Questi metodi ci spingono a riconoscere l’anima, a darle ascolto e a prenderci cura di essa in molte delle sue manifestazioni finora trascurate dalla psicologia stessa”.
Dott. Marco Franceschini
Dello stesso autore abbiamo pubblicato il 20 febbraio del 2012
PSICOLOGIA – DEPRESSIONE, CRUDELE PASSAGGIO VERSO L’IDENTITA’. DUE PROSPETTIVE.
La depressione è uno stato dell’umore e non necessariamente una malattia e fa parte della normale esistenza di ogni essere umano.
Può essere provocata per esempio dalla morte di un congiunto, che spesso viene vissuto come una mutilazione della propria identità.
Ma qui troviamo l’inganno perché questa presunta identità è quasi sempre una identificazione ovvero non ciò che siamo, ma ciò che crediamo di essere.
Allora quella morte e quel vuoto ci svelano il ruolo e il senso che la persona scomparsa aveva nella nostra vita e per la nostra persona, ora mutilata; è una rivelazione ma allo stesso tempo conoscenza, che erano prima oscurate da convenzioni e abitudini, ora crudelmente messe in luce.
Altro è la depressione dello spirito, che in linea di massima appare verso la seconda metà del ciclo vitale, che spesso viene percepita come uno smarrimento.
Quest’ultima nasce dalla perdita di senso della propria esistenza, trascorsa perlopiù indossando una maschera che ci ha permesso di affermarci nel lavoro, tra gli amici, nelle relazioni.
Qui l’accento è sull’individuo, sulla sua capacità d’azione, sulla fiducia smarrita, sui sentimenti di colpa per aver talvolta fallito.
Ciò succede perché troppo spesso ci si immerge in un clima di valori che non ci appartengono individualmente, sono impersonali, ma sono connessi al senso dell’onore, della produzione, della massa, ecc.
Quando questo dolore si manifesta, getta una luce senza pietà su ciò che si credeva di essere, sul vuoto non visto prima, sul quale si era come sospesi, ma senza rendersene conto. La depressione rappresenta quindi un territorio vuoto, un territorio che si conquista solamente se si ha l’opportunità di sperimentare la coscienza “dell’essere spogliato di ogni attributo e identificazioni”. La crisi che corrisponde a questa depressione in realtà rivela all’uomo le sue potenzialità estreme.
Questo senso di smarrimento, questo sentirsi nel nulla, scava sotto i piedi e mostra senza pudore il vuoto dove gli automatismi dell’adattamento ci illudevano di un sostegno indiscusso.
Ma qui può verificarsi il crollo del muro che toglieva la vista del futuro possibile, un modo nuovo di esistere.
Il depresso desidera inconsciamente il rinnovamento, per questo spesso vuol morire.
Ma solo in questo spazio vuoto di dolore e conoscenza può nascere il rinnovamento e la trasformazione.
Dott. Marco Franceschini
marcofranceschini68@gmail.com
Chi è l’autore dell’articolo
Dott. Marco Franceschini, psicologo e psicoterapeuta. Esperto in Psicosomatica, in “Psicodramma Analitico di Gruppo” e in Psicoterapia Analitica-Archetipica. Iscritto all’ordine degli psicologi e psicoterapeuti del Lazio con il n. 17368
Attività e formazione
Scuola quadriennale di Specializzazione in Psicoterapia-Analitica (Junghiana e Archetipica).
Dopo la laurea in psicologia clinica ho svolto un Training Psicoanalitico ad approccio Psicosomatico, oltre ad un training di gruppo che mi ha permesso di acquisire esperienza, oltre che nella psicoanalisi individuale, anche nello psicodramma di gruppo e di coppia. Ho svolto un tirocinio presso la Comunità Terapeutica “La Pallanzana” per Tossicodipendenti, nonché presso la Comunità Diogene di doppia diagnosi, entrambe appartenenti al programma C.E.I.S., di Viterbo. Ho maturato un’esperienza come psicologo dell’età evolutiva presso l’A.S.L. RMg – Guidonia, nel reparto T.S.M.R.E.E (tutela salute mentale e riabilitazione dell’età evolutiva) dove, mi sono altresì occupato di valutazioni psicodiagnostiche dell’età evolutiva; psicoterapia rivolta ai bambini e ai genitori.
Collaboro con:
Associazione Matrioska, che svolge prevalentemente attività di prevenzione e cura, nell’ambito della ginecologia, nonché di Medicina Funzionale. All’interno di essa svolgo attività di consulenza psicologica e psicoterapia psicosomatica. Associazione Fibromialgiaterapia. In questo contesto svolgo consulenze psicologiche e attività di psicoanalisi analitica rivolta a pazienti psicosomatici ed in particolare con diagnosi di fibromialgia e Dolore Cronico Benigno.Svolgo inoltre attività privata come libero professionista presso due studi a Roma.
Sono il presidente dell’associazione “Psicologicamente-Onlus”, un’associazione di professionisti che svolgono attività clinica e di ricerca a Roma, nell’ambito della Psicologia Clinica, Psicofisiologia Clinica, Neuropsichiatria-infantile, Logopedia, Neuroscienze, Medicina Funzionale.Dove l’approccio d’elezione è comunque quello “Bio-Psico-Sociale”.
Pubblicazioni
Ho pubblicato un libro dal titolo “La Psicoanalisi Moderna nei contributi di Sándor Ferenczi”,Pioda Editore (Roma, 2008)che tratta: la storia della psicoanalisi e il rapporto epistolare tra Freud e Ferenczi; tecnica psicoanalitica; alcuni meccanismi psicodinamici, tra questi gli effetti psicofisiologici dei traumi psichici;
Il secondo libro, dal titolo “L’enfant terrible della psicoanalisi” è il primo di una collana editoriale intitolata “minima-Psy”, collana a cura del Prof. Fargnoli A. L.,. Tra gli articoli pubblicati, ricordo quello dal titolo: “Depressione, crudele passaggio verso l’identità”, pubblicato sulla rivista Scomunicando.
Ho partecipato come relatore, ad un convegno nazionale sull’”Infertilità di coppia” tenuto presso l’”Istituto Genoma” di Roma, dove sono stati discussi gli aspetti medici, biologici, psicologici e psicosomatici dell’infertilità. Nello specifico ho illustrato ed argomentato i processi psico-neuro-endocrinologici implicati nell’infertilità.
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