A marzo, inoltre, secondo mese consecutivo in “rosso” per i prezzi al consumo. Le indicazioni definitive Istat confermano le stime preliminari, con un calo dei prezzi dello 0,2% legato in particolare al crollo dell’energia. Su base mensile, invece, la crescita è dello 0,2% grazie in particolare ai lievi rialzi nei servizi, mentre i beni restano esattamente al palo. Il calo a doppia cifra di benzina e gasolio trascina verso il basso di quasi tre punti la voce energia, più che compensando i lievi aumenti presenti altrove, in particolare nell’area dei beni durevoli. Negativo anche il dato degli alimentari, in particolare per la discesa dei prezzi del comparto “fresco”.
Per il paniere a più alta frequenza d’acquisto la frenata annua è ancora più ampia: un calo dell’1,1% tendenziale, in accelerazione rispetto alla frenata dello 0,8% di febbraio. Il rischio-deflazione resta dunque concreto, anche se qualche segnale di stabilizzazione a marzo è visibile. Al netto delle componenti più volatili, cioè alimentari freschi ed energia, la componente di fondo dell’inflazione cresce su base annua allo 0,6% (da 0,5% di febbraio) e resta positiva (+0,1%) anche su base mensile.
Da segnalare, anche per effetto delle festività pasquali (nel 2016 a marzo), la crescita dei prezzi del trasporto aereo (+11,6%) e dei servizi turistici: per i prezzi degli alberghi c’è una crescita congiunturale dell’1,5%.
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