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PRIMO MAGGIO – Il Lavoro visto dai “Grandi”

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Da San Francesco a Marx, da Confucio a Saint-Exupery, da Einstein a Kennedy, pensieri e riflessioni sul lavoro. E per finire anche Charles Bukowski. Così sdrammatizziamo un pò quella che oggi in Italia  non è davvero una Festa.

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Dal Sudafrica all’Ecuador, dalla Nuova Zelanda al Costa Rica alla Birmania, sono più di 80 i Paesi che domani festeggiano la festa del lavoro che ricorda le battaglie operaie dalla manifestazione che si svolse a New York il 5 settembre 1882. Da allora nei decenni il significato  si è allargato dalla protesta alla festa in senso più ampio allargata dal primo maggio 1955 grazie a papa Pio XII alla memoria di San Giuseppe lavoratore. Per l’occasione vi proponiamo alcune riflessioni o semplici battute sul lavoro dei più diversi personaggi. In ordine sparso ma a cominciare dall’articolo 1 della nostra Costituzione:

 L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

 “L’unico modo per fare un buon lavoro è amare quel che fai. Se non hai ancora trovato ciò che fa per te, continua a cercare. Non accontentarti. Come per tutte le questioni di cuore,saprai di averlo trovato quando ce l’avrai davanti”. 

(Steve Jobs)

primo maggio 2016 scomunicando 7  “Le tre regole di lavoro: 1. Esci dalla confusione, trova semplicità. 2. Dalla discordia, trova armonia. 3. Nel pieno delle difficoltà risiede l’occasione favorevole”. 

(Albert Einstein)

“Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista”.

(San Francesco D’Assisi)

“Il lavoro allontana tre grandi mali: la noia, il vizio ed il bisogno”. 

(Voltaire)

“Se gli uomini hanno la capacità di inventare nuove macchine che tolgono lavoro ad altri uomini, hanno anche la capacità di rimetterli al lavoro”. 

(J.F. Kennedy)

“La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature”. 

(Franklin Delano Roosevelt)

primo maggio 2016 scomunicando 5   “Il lavoro è una manna quando ci aiuta a pensare a quello che stiamo facendo. Ma diventa una maledizione nel momento in cui la sua unica utilità consiste nell’evitare che riflettiamo sul senso della vita”. 

(Paulo Coelho)

“Il lavoro è umano solo se resta intelligente e libero”.

 (Papa Paolo VI)

“Chi lavora il marmo e scopre la propria anima configurata nella pietra, è più nobile di chi ara la terra. E chi afferra l’arcobaleno e lo stende sulla tela in immagine umana, è più di chi fabbrica sandali per i nostri piedi”.

(Kahlil Gibran)

“Il lavoro e l’applicazione continui sono il cibo del mio spirito. Quando comincerò a cercare il riposo, allora smetterò di vivere”.

 (Francesco Petrarca)

Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini per raccogliere la legna e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito.

(Antoine de Saint- Exupèry)

La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature”. 

(Franklin Delano Roosevelt)
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Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita

(Confucio)

Il lavoro nobilita l’uomo e arricchisce qualcun altro.

(Michelangelo)

Tutto ben considerato, lavorare è meno noioso che divertirsi.

(Charles Baudelaire)

Gran parte di quello che definiamo “management” consiste nell’ostacolare il lavoro degli altri.

(Peter Drucker)

L’amare il proprio lavoro costituisce la migliore approssimazione concreta della felicità sulla terra.

(Primo Levi)

Noi ci arrabattammo anni e anni prima di arrivare. Lavoravamo in cittaduzze dove oggi rifiuterei di essere sepolto, anche se il funerale fosse gratis e in più mi regalassero la lapide.

(Groucho Marx)

primo maggio 2016 scomunicando 3  Se il prodotto del lavoro mi è estraneo, e mi sta di fronte come una potenza straniera, a chi esso appartiene allora?

(Karl Marx)

Chiesero un giorno a Sigmund Freud di sintetizzare la sua “ricetta” per difendere l’uomo dai mali oscuri che affiorano dal profondo. “Lieben und arbeiten”, “amare e lavorare” fu la risposta del fondatore della psicoanalisi. È, guarda caso, la stessa formula proposta all’uomo dal Nuovo Testamento, che pone al centro del suo messaggio amore e lavoro.

(Vittorio Messori)

Estratto da Sul lavoro E cos’è lavorare con amore? “È tessere un abito con i fili del cuore, come se dovesse indossarlo il vostro amato. È costruire una casa con dedizione come se dovesse abitarla il vostro amato. È spargere teneramente i semi e mietere il raccolto con gioia, come se dovesse goderne il frutto il vostro amato. È diffondere in tutto ciò che fate il soffio del vostro spirito, E sapere che tutti i venerati morti stanno vigili intorno a voi”. 

(Kahlil Gibran)

Il più bel giorno S’io facessi il fornaio vorrei cuocere un pane cosi grande da sfamare tutta, tutta la gente che non ha da mangiare. Un pane pia grande del sole, dorato, profumato come le viole. Un pane cosi verrebbero a mangiarlo dall’India e dal Chilì i poveri, i bambini, i vecchietti e gli uccellini. Sarà una data da studiare a memoria: un giorno senza fame! Il più bel giorno di tutta la storia!

(Gianni Rodari)

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e per finire:

Scarpe da lavoro | e io | dentro di loro | con tutte le luci | spente.

(Charles Bukowski) (da Vagabondo, in Quando eravamo giovani, traduzione di Enrico Franceschini, Feltrinelli)

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1 Maggio 2016

Autore:

redazione


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