Il massoterapista nato ad Augusta ma che vive a Patti ha da tempo avviato una civile protesta contro il depotenziamento della sanità pubblica.
“Credo che in quanto bene comune vada potenziato, un giorno tutti ne avremo bisogno”.
Un’azione di protesta che sta cercando di coinvolgere la politica, la società civile ed i “media”.
“La civiltà di un paese si misura in base alla forza che ha di dare supporto ai più bisognosi, per questo è importante potenziare la sanità. – dice Maurizio – Un plauso e un abbraccio simbolico va a tutti coloro che in questo momento lavorano in ambito sanitario, ininterrottamente e con pochi mezzi a disposizione, eroi, grazie anche a chi garantisce i beni di prima necessità”.
La sua è una protesta pacata ed educata per denunciare i pregressi “tagli” alla sanità pubblica, espletata da dietro lo striscione appeso al proprio balcone, nel rispetto delle limitazioni di spostamento imposte dai decreti governativi per l’emergenza Coronavirus.
Il protagonista dell’iniziativa è il trentasettenne augustano Maurizio Prisutto, massaggiatore sportivo e massoterapista trapiantato da qualche anno a Patti.
Nello striscione esposto sul balcone ormai da settimanesi legge: “Sanità=Tagli=Vergogna!“. Come la definisce lui stesso, una “civile protesta contro il depotenziamento della sanità pubblica in atto da anni soprattutto al Sud“.
“La reazione è stata inaspettata, in senso positivo. Nel quartiere ormai, appena mi affaccio e qualcuno mi vede, scatta un applauso. Non nascondo che un po’ mi emoziono, e commoventi sono le dimostrazioni di solidarietà, d’affetto social, con messaggi privati o chiamate che mi incoraggiano, anche persone che personalmente non conosco“. Molte persone mi hanno contattato informandomi che mi emuleranno, mettendo un striscione simile – spiega Prisutto – Spero si smuova qualcosa, per provare a non far passare invano questa emergenza e soprattutto a non dimenticare gli oltre cinquecento morti al giorno“.
E conclude: “Un plauso e un abbraccio simbolico – conclude il trentasettenne, pensando a chi è in prima linea nell’emergenza – va a tutti coloro che in questo momento lavorano in ambito sanitario, ininterrottamente e con pochi mezzi a disposizione: eroi. Grazie anche a chi garantisce i beni di prima necessità”.
Un contributo sintetico sulla questione, si può avere dando una lettura al rapporto – settembre 2019 – dell’autorevole Fondazione Gimbe, che evidenzia a ragione di “tagli” al Sistema sanitario nazionale (Ssn) per 37 miliardi di euro tra il 2010 e il 2018, facendo riferimento ai mancati aumenti attesi di anno in anno o alla loro effettiva riduzione (in rapporto al Pil e all’inflazione), pur crescendo nello stesso periodo il finanziamento dello Stato al Ssn in valori assoluti da 105,6 a 114,5 miliardi (quest’ultimo dato fornito dal ministero della Salute).
L’emergenza Coronavirus ha riaperto il dibattito sulla necessità di potenziamento della sanità pubblica.
E la protesta continua.