PROVINCE – Trovata l’intesa sulla riforma
Cronaca Regionale

PROVINCE – Trovata l’intesa sulla riforma

Il maxiemendamento del governo incide sulla formazione dei liberi consorzi dando maggiore peso ai Comuni, mentre quello dei capigruppo riguarda gli aspetti elettivi, fermo restando l’elezione di secondo livello. Si parte dai nove liberi consorzi, corrispondenti alle attuali nove Province, come previsto dal testo della commissione. I Comuni avranno la possibilità di aggregarsi con altri enti locali (sul modello delle unioni tra comuni) per formare nuovi liberi consorzi, in questo caso però dovranno rispettare alcuni paletti: intanto dovranno esprimersi i consigli comunali, con una maggioranza qualificata di due terzi; inoltre, elemento fondamentale, dovranno consorziare almeno una popolazione di 150 mila abitanti, dunque stilare una sorta di piano industriale per dimostrare una riduzione di spesa pubblica accorpando uffici e funzioni, non c’è un tetto stabilito ma l’indicazione è che l’abbattimento sia intorno al 30%; sarà poi la Regione, entro sei mesi, a valutare il “piano industriale” e ad autorizzare o meno la costituzione del libero consorzio, che in base a questo schema avrà ovviamente omogeneità geografica.

 

Prevista anche una premialità, che si dovrebbe tradurre in termini di maggiori trasferimenti da parte della Regione sulle spese per investimenti. Per le città metropolitane di Palermo, Messina e Catania rimane la possibilità per i comuni di aderirvi o meno.

Per quanto riguarda l’aspetto elettivo, la maggioranza conferma l’elezione di secondo livello, ma introduce, come richiesto dall’Udc, il voto ponderato per la composizione delle assemblee: in sostanza in base alla popolazione sarà stabilito quanti consiglieri potrà esprimere il singolo comune nell’assemblea del Libero consorzio e successivamente si procederà all’indicazione dei componenti dell’organismo, tutelando le minoranze. Presidente e giunta del Libero consorzio saranno poi eletti, tra i sindaci, dall’assemblea.

Tra chi si oppone alla riforma c’è il Consiglio comunale di Gela che, sostenuto dai soci di 50 associazioni di volontariato aderenti al Comitato per lo sviluppo dell’area gelese, si riunirà oggi alle 15 in seduta straordinaria e urgente nel piazzale antistante Palazzo dei Normanni, con la partecipazione del sindaco Angelo Fasulo (Pd) e degli assessori della sua giunta di centrosinistra. “Il disegno di legge sui consorzi dei liberi comuni, che oggi approda all’Ars, è viziato da palese incostituzionalità perché non garantisce alle municipalità siciliane una reale libertà di adesione a nuovi raggruppamenti diversi dalle disciolte province ma costringe i centri più popolosi a rimanere ingabbiati nei confini di quei vecchi territori provinciali. Per questo andiamo a protestare a Palermo, pronti a ricorrere alla Corte Costituzionale, se non sarà modificata”.

Da tempo Gela ambisce a sganciarsi da Caltanissetta e a diventare capofila di uno dei consorzi di comuni. Nella scorsa legislatura, un’apposita proposta di legge di iniziativa popolare (oltre 13 mila firme) fu respinta dall’Ars. E ora anche il governatore, Rosario Crocetta, suo ex sindaco, sembra ostacolare questo progetto. I deputati regionali gelesi, Giuseppe Arancio (Pd) e Giuseppe Federico (Mpa), presenteranno due emendamenti all’articolo 1 del ddl, ritenuti indispensabili per restituire libertà di adesione ai comuni.(lasiciliaweb.it)

11 Febbraio 2014

Autore:

admin


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