Rimettiamo i crocifissi al loro posto. Rimuoviamo coloro che ordinano di toglierli. Per rispetto alla nostra cultura.
Pubblichiamo quanto ha scritto il nuovo parroco di Brolo, don Enzo Carsuo, in un post.
“Vieta il Natale per non offendere islamici, si dimette preside di Rozzano” (TGCOM) (http://www.tgcom24.mediaset.it/cron…)
Sono ormai diversi anni che si ripete lo steso ritornello. E siamo davvero stanchi ormai di vedere che un manipolo di docenti e presidi decidano di abolire le feste del Natale, per non offendere le persone di altre fedi.
Sono sempre meno le persone che ci credono.
E l’Italia sta cominciando a reagire. Ma il problema non è solo italiano. L’Europa si trova nella stessa situazione, con la differenza che in molte sue parti manca un popolo cosciente della propria memoria storica, grato della propria identità. Troppe fasce dei popoli europei sono caduti nella più totale indifferenza verso ogni fede e morale (che non sia quella scelta e costruita dal singolo individuo e per i suoi individuali interessi).
Vietati i presepi nelle scuole perché offendono gli alunni di altre culture.
Vietata i crocifissi sulle pareti…
Vietati i segni della presenza cristiana che ha avuto una parte fondamentale nel dare forma alla civiltà europea, fra le luci e le ombre di cui è fatta la storia degli uomini. Il cristianesimo è un valore a prescindere dalle contraddizioni e dalle infedeltà dei cristiani.
Questa vicenda che si ripete ogni anno è diventata una paranoia.
Non crediamo più alle ragioni del “non mancare di rispetto alla fede degli altri”. Non è nemmeno questione che le persone di altre fedi sono “ospiti” in casa nostra.
Infatti, se io dovessi ospitare un cinese, un mongolo, un africano o un americano in casa mia, non mi offende che questi, proprio in casa mia, senta il bisogno di osservare una sua tradizione. La tolleranza e l’accoglienza sono valori della nostra civiltà.Io sarei ben lieto di permetterlo.
La verità sta più in profondità. Il divieto dei presepi e dei crocifissi nasconde un ormai malcelato disprezzo verso il cristianesimo in quanto elemento costitutivo di una civiltà. La nostra.
Non si tratta di una battaglia per l’egemonia della religione cattolica. Da credente dico che una tale egemonia non mi interessa. In molti paesi, a causa delle leggi anti-cristiane, sono proprio le confessioni cristiane minori, quelle non cattoliche, a trovare protezione e aiuto da parte della Chiesa Cattolica.
Non si può distruggere la propria cultura in nome del rispetto per quella degli altri. Questo è folle.
Il cristianesimo è una parte fondamentale della storia europea. E quando si dice che l’Europa è stata riempita di guerre a causa della religione, che la religione è stata fonte di violenza nei secoli, si dice una falsità. Le guerre non si sono mai fatte, né in passato, né oggi, per motivi di religione, ma solo e sempre per interessi. Per la conquista di terre , di risorse, di petrolio, per odio…
Dio ha c’entra con le guerre degli uomini e l’uso del nome di Dio per giustificare una guerra è una bestemmia. Chi si è macchiato di questa colpa porta sulla coscienza il sangue di innocenti.
L’Europa non sarebbe quella che è oggi senza il cristianesimo.
La Rivoluzione Francese, anche sotto il manto di sangue con cui ha cosparso la Francia, e poi l’Europa, con l’espansione napoleonica, porta nel suo cuore tre valori che sono stati portati alla luce dei popoli da Gesù Cristo. La libertà da ogni costrizione, la fraternità tra gli uomini e l’uguaglianza di tutti gli uomini e le donne nella loro dignità, siano essi di discendenza nobile o figli senza padre.
Allora, diciamo ai docenti e ai presidi, abusano del loro potere ordinando l’abolizione dei presepi e dei crocifissi dalle aule, in nome del rispetto delle altre fedi, che, se la loro posizione fosse vera, bisognerebbe andare fino in fondo con queste scelte scellerate.
Sospendiamo, nelle scuole, i consigli d’Istituto, perché sono una forma di esercizio della democrazia, perché la democrazia è una forma di governo che molte altre culture non approvano, in quanto non appartiene alla loro storia.
Sospendiamo i valori della libertà, della fraternità e dell’uguaglianza.
Sospendiamo la stessa democrazia, perché l’esistenza di un parlamento dove si possono discutere le proposte di legge è un abominio per alcuni Stati della terra, dove decide uno solo.
Aboliamo gli Stati nazionali, che sono nati proprio dalla storia e dal sangue degli europei. Aboliamo L’Italia, la Francia, l’Inghilterra e l’America, perché la loro nascita e la loro esistenza non fa parte della storia di persone di altre culture e fedi.
No, l’abolizione del crocifisso e dei presepi non ha nulla a che fare, nella mente di questi soggetti, col rispetto.
Perché la prima forma di rispetto delle culture altrui è il rispetto e la conoscenza profonda della propria.
Troppo sangue è stato versato, nei secoli, perché i nostri avi potessero permetterci di avere, oggi, la libertà di pensiero e di parola, insieme a tutti i benefici che oggi noi giudichiamo irrinunciabili. I nomi di alcuni di coloro che hanno perso la vita per la nostra libertà sono scritti sui monumenti ai caduti che si trovano in ogni paese d’Italia. Che facciamo, demoliamo questa memoria per rispetto alle fedi degli altri? Ritorno a dire. L’abolizione di segni cristiani non è motivata dal rispetto, ma dal disprezzo di chi non sa apprezzare i sacrifici di coloro che ci hanno permesso di avere perfino troppo.
Forse l’invasione dei centri commerciali ha ottenebrato la nostra mente, o almeno di coloro che non capiscono che questa libertà neanche l’avremmo se la nostra storia non fosse segnata da così tanti sacrifici.
In tutto questo, va segnalato che nella maggior parte dei casi, le persone di altre fedi non hanno nessuna difficoltà a convivere con i segni della nostra cultura e religione.
A nessuno è chiesto per forza di essere cattolico praticante. Queste sono scelte di fede e sono personali. Ma non occorre un cattolico praticante per capire che chi disprezza il cristianesimo apre le porte al collasso della nostra civiltà. E questo in un momento in cui fanatici di altre culture stanno tentando di provocare questo.
Io proporrei di non rimuovere i crocifissi.
Proporrei, piuttosto, di rimuovere dalle proprie cariche pubbliche chiunque, usando il potere della sua funzione, ordina la rimozione dei simboli cristiani. Perché la loro rimozione offende la fede di milioni di persone che in quei simboli si identificano.
Se la loro avversione verso i simboli della nostra civiltà è così importante per loro, evitino pure di passare davanti alle Chiese o di entrarci. Ammesso che riescano a trovare strade dove questi simboli siano totalmente assenti.
E.C.
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