La nota di una brolese “emigrata” per necessità, per il lavoro che non c’è, Rosa Ridolfo, che guarda quel che succede a Brolo attraverso i social e che vive, al “nord” quest’esperienza…
Rosa, giovane insegnante, conosce bene Brolo, lo guarda con gli occhi di chi è stata all’interno del suo mondo commerciale, direttamente da giovane imprenditrice e precedentemente guardando i suoi genitori che qui lavoravano. Impegnata nel sociale e nel mondo cattolico, ha vissuto la sua stagione adolescenziale da protagonista in quest’ambito.
Poi un giorno e’ arrivato il “treno che passa una sola volta nella vita”, e ci è salita su, letteralmente e allo sbaraglio, seguendo gli algoritmi della legge 107 e si ritrova a due passi da Milano, “un po’ per destino un po’ per scelta – dice – ma mai pentita fino ad ora di questa scelta”.
Oggi osserva e saggiamente commenta.
Vedo con piacere che a Brolo si sta muovendo la macchina della solidarietà, persone di buona volontà si mettono a disposizione degli altri senza tornaconto personali, animati da un valoroso spirito di iniziativa e da buona volontà.
Mi sento di ringraziarli, da lontano, perchè vedere amici, preti, imprenditori, medici, politici, gente comune che si “spende” per le persone più sfortunate mi fa pensare che in questo periodo ognuno esce fuori la parte migliore di sé e che per questo motivo, quando un giorno tra tanti anni ci ricorderemo di quello che abbiamo vissuto, ricorderemo anche i nomi di queste persone nelle storie che ci racconteremo o che racconteremo a chi verrà dopo di noi.
Diremo che è stato un periodo bruttissimo, soprattutto per la morte di migliaia di persone, che ognuno come ha potuto (anche stando semplicemente a casa e osservando le regole) ha contribuito a farci venire fuori da quell’incubo, e che in mezzo a tanto dolore c’è stata gente capace, pronta a fronteggiare l’emergenza con tutti i suoi mezzi a disposizione.
P.S. Forse racconteremo che altra gente, dopo tutto questo, non solo non ha fatto nulla se non danno ,e che è diventata anche peggio di quello che era prima, ma questa è un’altra storia (che sinceramente non ci piacerebbe raccontare,ma che purtroppo sarà storia anche quella).