Pietro Ridolfo, da qualche giorno nominato vice presidente FAS, nella sua visione lungimirante di riscatto di un settore oggi in profonda crisi strutturale – congiunturale concepisce la connessione tra l’agricoltura e il turismo sostenibile come la vera combinazione vincente capace di generare reddito e nuova occupazione.
L’entusiasmo, la formazione dei produttori e un nuovo modo di concepire l’impresa agricola legata al turismo, le carte vincenti per dare slancio al settore, creare reddito e occupazione
L’orgoglio siciliano di essere un imprenditore agricolo, l’incrollabile fiducia nelle potenzialità delle realtà imprenditoriali e locali di riassegnare centralità al lavoro nelle campagne, un pizzico di entusiasmo condito con una buona dose di specializzazione e di sostenibilità.
Questo il mix di ingredienti che compone la filosofia della Federazione Agricoltori Siciliani, con il suo presidente regionale Francesco Calanna e con Pietro Ridolfo, da qualche giorno nominato vice presidente FAS, nella sua visione lungimirante di riscatto di un settore oggi in profonda crisi strutturale – congiunturale concepisce la connessione tra l’agricoltura e il turismo sostenibile come la vera combinazione vincente capace di generare reddito e nuova occupazione.
“L’obiettivo del Fas è stimolare i produttori del mondo agricolo, sostenerli nella produzione e commercializzazione oltre che nell’isola anche nei mercati nazionali ed esteri” afferma il neo vice presidente della Federazione.
Gli incontri con i nostri associati rappresentano un utile momento di interscambio e confronto, per il 2019, insieme all’onorevole Calanna, ne abbiamo prefissati diversi.
Chi si proietta nell’agricoltura deve essere determinato dalla passione e spendere le competenze maturate in un percorso formativo.
Ho da subito condiviso che la battaglia campale bisogna combatterla sul terreno della biodiversità, della qualità delle nostre produzioni e del rapporto stretto che il mondo dell’agricoltura può e deve avere con il mondo del turismo, il tutto in una cornice di sostenibilità ambientale ed economica.
La formazione continua e strategica, unitamente ad una adeguata politica del credito potrà fare la differenza! Concludo ribadendo che solo con una agricoltura più forte e di qualità, la nostra Sicilia può ritornare a produrre e crescere, buttandosi alle spalle la triste ipoteca dell’assistenzialismo”.
Oggi manca la cultura dell’impresa – rileva Ridolfo – ma per uscire dall’angolino in cui ci siamo relegati occorrono oltre l’ambizione e la consapevolezza delle proprie capacità, la preparazione manageriale. Da queste caratteristiche non si può infatti prescindere in tutto il percorso di filiera soprattutto adesso che il comparto versa in grave difficoltà e l’accesso al credito e alla terra è sempre più complicato.
Dobbiamo infondere fiducia nei giovani che già lavorano in agricoltura o che si stanno avvicinando al mondo delle campagne. Proprio le nuove generazioni possono stimolare gli agricoltori senior a non mollare nonostante le criticità contingenti.
Nell’isola l’80-90% delle aziende agricole sono a carattere familiare. La storia, le radici e la cultura locale come i nostri terreni sono intrisi di intrecci parentali che rappresentano il vero valore aggiunto delle nostre produzioni siciliane che dobbiamo imparare a valorizzare.
Nei media si fa un gran parlare dei beni primari ma quando si predispongono le manovre l’agricoltura risulta la “cenerentola” dei comparti economici. Siamo stanchi e insoddisfatti della gestione della Regione sui finanziamenti comunitari per lo sviluppo rurale. Si assiste – prosegue il vicepresidente – sempre più di frequente ai ritardi nei pagamenti (che in certi casi sfiorano anche i due o i tre anni) e ad un atteggiamento di lassismo nel chiudere le pratiche.
Quello che reputo davvero insostenibile è l’irresponsabilità della classe politica.
“Sono a favore di tutto ciò che crea indotto e fa girare l’economia.
Sarebbe opportuno potenziare il turismo delle zone interne senza creare alcuna antitesi con quello delle coste nel pieno rispetto della sostenibilità e dell’ambiente. Occorrono strategie politiche, un incremento delle infrastrutture connesse ad una rete di turismo rurale”, conclude il presidente FAS l’on, F. Calanna.
Elisa Carlisi
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