Luca Cangemi,del coordinamento nazionale della Federazione della Sinistra la vede così.
Cominciava così una vergognosa avventura coloniale che sarebbe durata decenni.
Sin dall’inizio la presenza italiana in Libia si caratterizza per la brutale di repressione della popolazione civile: rappresaglie, massacri, deportazione di migliaia di libici tra cui donne e bambini.
Nei deserti della Libia l’Italia liberale dimostra quanto covi dentro di sé i germi del fascismo. Dopo la guerra, la dittatura di Mussolini scatena una nuova ondata di violenze per fronteggiare una resistenza popolare che non si spegne: uso di gas e bombe incendiarie contro i civili, campi di concentramento, trasferimenti coatti d’intere popolazioni. La Libia colonizzata diveniva, inoltre, la residenza dei più loschi figuri del regime come l’assassino di Matteotti, Dumini.
Nonostante questa incontestabile realtà storica per molti anni dopo la fine della seconda guerra mondiale e della presenza italiana in Libia, il colonialismo tricolore fu dipinto con inverosimili tinte di mitezza e umanità. Solo il tenace lavoro di alcuni storici ha incrinato il mito dei colonizzatori italiani come “brava gente”.
Questa incapacità di fare i conti con una pagina così oscura del proprio passato è l’humus culturale in cui prosperano atteggiamenti dell’oggi. Cent’anni dopo si muove ancora guerra al territorio libico dalle coste italiane, ancora una volta la bandiera del progresso civile è sventolata per coprire il perseguimento con le armi d’interessi economici e strategici, ancora una volta l’Italia sceglie di sgomitare alla ricerca di un posto in seconda fila negli equilibri tra le potenze, ancora una volta i popoli dell’Africa pagano un prezzo inaccettabile.
C’è oggi come allora anche un’altra Italia. L’Italia dei lavoratori che nel 1911 sfidarono le autorità regie con grandi manifestazioni contro l’intervento in Libia, represse duramente (quattro manifestanti morti e sette feriti solo a Langhirano in Emilia).L’Italia che oggi si batte per i diritti dei migranti e per un mediterraneo di pace e di cooperazione.
Luca Cangemi, coordinamento nazionale della Federazione della Sinistra