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PUNTI DI VISTA – Basilio Germanà, sull’ospedale di Sant’Agata dice la sua

PUNTI DI VISTA – Basilio Germanà, sull’ospedale di Sant’Agata dice la sua

 

“La creazione del nuovo reparto Covid-19 non può rappresentare l’ennesimo tentativo di depotenziamento della struttura”. Ci sono scelte alternative da valutare. a parlare è l’ex senatore di Forza Italia Basilio Germanà.

 

le scelte politiche devono essere ben ponderate e lungimiranti

Così la pensa il politico brolese, e lo dice senza se e senza ma.

L’Ospedale di Sant’Agata di Militello è un centro fondamentale per l’assistenza sanitaria del territorio Nebroideo. Purtuttavia, negli anni passati è stato oggetti di continui “scippi” in termini di risorse logistiche e strumentali in favore delle vicine strutture sanitarie, fino ad arrivare alla recente e complessa vicenda della chiusura del punto nascita.

Ma la risposta assistenziale ad un così vasto bacino territoriale richiede investimenti proporzionati ed adeguati alle esigenze che dallo stesso provengono.

Anche nella situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Le scelte politiche devono essere ben ponderate e lungimiranti.

La creazione del nuovo reparto Covid-19 non può rappresentare l’ennesimo tentativo di depotenziamento della struttura; il colpo “mortale” all’agonizzante nosocomio che a fatica, e solo grazie all’enorme senso di responsabilità e spirito di sacrificio degli operatori sanitari, continua a presidiare la salute di circa 100.000 cittadini. La struttura va senz’altro potenziata. Ma non necessariamente con la creazione di un reparto Covid-19.

Se quest’ultimo venisse realizzato – diversamente da quanto raccomandato dai protocolli tecnici – senza prevedere una netta separazione dal resto dei servizi offerti, potrebbe rivelarsi un potenziale e temibile focolaio locale del virus. E l’esperienza lombarda è significativa in questo senso.

Lo scorrere del tempo ha, fortunatamente, rilevato in Sicilia un andamento della curva dei contagi ormai decrescente.

Appare, pertanto, ancora più inopportuna la scelta, immediata, di insistere nello sconvolgimento della struttura ospedaliera santagatese – privandola di taluni reparti – per la realizzazione di un progetto (temporaneo!) che, nella migliore delle ipotesi, vedrebbe la luce solo a fine maggio, quando, probabilmente superata la fase critica dell’emergenza, dovrà necessariamente essere rivisto.

E allora, piuttosto che accanirsi sull’idea di riconvertire parte dell’Ospedale, perché non compiere una ricognizione delle strutture pubbliche dismesse presenti nella cittadina santagatese.

Perché non individuare un diverso centro sanitario da dedicare, in maniera definitiva e permanente, al trattamento dei pazienti infetti.

Prendiamo, ad esempio, la grande e, purtroppo, inutilizzata, struttura ricettiva, di proprietà delle Ferrovie dello Stato, adiacente alla Stazione – per cui facilmente raggiungibile -, che un tempo veniva impiegata come ricovero per il personale in servizio presso la ferrovia e che dispone di ben 78 alloggi.

Potrebbe, con un idoneo intervento economico, essere recuperata e riconvertita in tal senso. Si ricaverebbero così numerosi posti letto, senza correre il rischio di incrementare le occasioni di contagio in ambienti promiscui.

Ne conseguirebbe, in termini sanitari, una più ampia gamma di servizi offerti. Una struttura ad hoc, che andrebbe ad affiancarsi al nosocomio santagatese, e di cui poter usufruire anche per il futuro post-Coronavirus.

Solo la razionalizzazione delle risorse, mediante il reale potenziamento dell’Ospedale di Sant’Agata di Militello, da un lato, ed il recupero delle strutture pubbliche in disuso, per destinarle alle esigenze sanitarie della zona, dall’altro, può rappresentare la vera opportunità di crescita e di riscatto per i Nebrodi.

Una speranza per il suo futuro, ben al di là di quanto si potesse immaginare al sorgere di questa imprevedibile e spaventosa pandemia.

Redazione Scomunicando.it

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