PUNTO DI PARTENZA – L’insulto al bimbo nero… è il vero risultato della politica anti-immigrazionista del ministro Salvini
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PUNTO DI PARTENZA – L’insulto al bimbo nero… è il vero risultato della politica anti-immigrazionista del ministro Salvini

Ne parla don Enzo Caruso.

L’episodio del bambino nero insultato a scuola non sarebbe mai successo se non si fosse investito così tanto per creare una sotto cultura della paura dell’altro, del disprezzo e razzista.

Questo è il vero risultato della politica anti-immigrazionista del ministro Salvini. Bisognava creare nella coscienza collettiva l’idea che nero è brutto, è diverso, è meno umano di noi bianchi.

Esattamente come sporchi e puzzolenti erano i terroni che andavano al Nord a “rubare i posti di lavoro”. Ed era sempre la Lega a promuovere questa cultura, facendo leva sulla verità delle storture di una politica nazionale corrotta fino all’osso e fatta di clientelismo e assistenzialismo.

Solo così Salvini poteva sperare di costruirsi un consenso popolare attorno alla sua politica estera, che, certamente, da un lato ha scosso gli ipocriti burocrati europei e ha dato loro un colpo alla schiena riguardo alla grande ipocrisia con cui si sta gestendo la questione degli immigrati.

Ma solo in Italia poteva succedere l’impensabile. Che un uomo solo assumesse, con un consenso popolare e l’incapacità di pensiero dei suoi avversari politici, tutto il potere nel paese.

Il punto è questo. Gli italiani sono disposti a farsi incisioni sulla pelle e a buttarsi a terra come presi da una crisi epilettica se perde la loro squadra del cuore.

Ma di muoversi per un interesse sociale o politico non se ne parla.

Gli italiani vogliono il super eroe.

Ed ecco apparire nella storia della finta seconda o terza repubblica (è sempre la prima repubblica, l’unica repubblica) i super eroi: Berlusconi prima, poi Renzi e oggi Salvini. Non c’è distinzione di colore politico.

La cultura del super eroe ha bisogno della paura di un super nemico per poter esistere.

Nessuno dei tre ha salvato l’Italia. Oggi ci troviamo in una situazione peggiore di 25 anni fa.

C’è stato, invece, uno svuotamento della democrazia partecipativa, una eliminazione progressiva della sovranità popolare a vantaggio dei nuovi padroni, che siano le banche, i misteriosi personaggi di Bilderberg o i loro nemici o i giganti del Patto Trilaterale. C’è lo scivolamento verso una forma blanda di dittatura del pensiero e della politica.

Non c’è Parlamento. Non c’è governo. Non c’è dibattito civile. C’è solo il culto dell’eroe. Salvini è l’eroe, Salvini è tutto. Attorno a lui il vuoto. Oggi è lui. Domani?

Perché? Perché gli italiani non si sarebbero mai mossi dalla poltrona se qualcuno non fosse riuscito a convincerli che i nuovi terroni sono quelli di pelle nera.

Ora che questa verità è venuta fuori, occorre trovare una via più umana per risolvere la questione dell’immigrazione. E bisogna reinventare la politica partendo dalle sue radici.

L’Italia non può e non deve accogliere tutti. È matematico.

Ma non deve neanche dare dello sporco negro a chi ha la pelle scura ed è nato italiano e parla perfino il dialetto del luogo in cui vive.

L’episodio del bambino nero insultato a scuola non sarebbe mai successo se non si fosse investito così tanto per creare una sotto cultura della paura dell’altro, del disprezzo e razzista.

No. A scuola queste cose non possono e non devono succedere. Perché a scuola crescono i leader di domani.

E dipende da come i bambini sono trattati oggi se domani nasceranno nuovi Hitler, nuovi Riina oppure nuovi Gandhi, nuovi Martin Luther King.

22 Febbraio 2019

Autore:

redazione


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