PUNTO DI RIFLESSIONE – Una società liquida che rischia di evaporare!
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PUNTO DI RIFLESSIONE – Una società liquida che rischia di evaporare!

 

Oggi la società si trova davanti a opposti e paradossi, come per esempio il caso dell’ex Ministro degli Interni Matteo Salvini e quello del giovane artista romano Junior Cally.

di Salvatore Bucolo

 

Oggi la società si trova davanti a opposti e paradossi, come per esempio il caso dell’ex Ministro degli Interni Matteo Salvini e quello del giovane artista romano Junior Cally.

Il primo mettendoci la faccia e suonando al portone di un presunto spacciatore, allo scopo di dare una svolta alla società che per mezzo dello spaccio delle droghe peggiora ogni giorno di più e l’altro nascondendo il proprio volto e promuovendo la violenza per mezzo del rap. Junior Cally ha 28 anni e il suo vero nome è Antonio Signore. Ha pubblicato la sua prima canzone nel 2017 e ha dato inizio alla sua carriera coprendosi il volto con una maschera antigas della Louis Vuitton.

Stranamente non ama apparire sui social network: su twitter non esiste neppure e su fb non è molto presente, mentre su istagram ha condiviso un video ove parla della sua discutissima partecipazione al Festival di Sanremo. È attivissimo su yutube, ove si è iscritto a marzo 2015 e oggi ha più di 270mila follower, inoltre ha totalizzato 45 milioni di views complessive. Per il rapper romano, il “Peccato originale” è il testo del suo brano “Strega”, pubblicato oltre 2 anni addietro e sconosciuto sino a una settimana fa, ove grazie alle polemiche sulla sua partecipazione al Festival di Sanremo, presieduto da Amadeus, ha fatto sì che il suo video di yutube superasse i 5 milioni di visualizzazioni. La sua maschera, che vuole tenere a tutti i costi attaccata al suo viso, incuriosisce ma nel medesimo tempo apre tanti dilemmi, sia per la quesitone sicurezza (in quanto questa nuova moda può far sì che sotto la maschera si possano nascondere criminali o persone intenzionate a voler commettere dei crimini nascondendo la propria identità), sia per la delicata e vulnerabile identità che molti adolescenti sono chiamati ad attraversare in un periodo ove è assai facile entrare in crisi e perdersi.

Non dobbiamo dimenticare che il termine “Persona” proviene del latino persōna / persōnam (‘maschera dell’attore’, ‘personaggio’), il quale procede dal greco πρóσωπον – prósôpon. Il concetto di “Persona” è un concetto principalmente filosofico, che esprime la singolarità di ogni individuo della specie umana in contrapposizione al concetto filosofico di “natura umana”, che esprime ciò che hanno in comune le persone. In ambito filosofico e psicologico, si definisce persona un essere dotato, nella concezione moderna almeno potenzialmente, di coscienza di sé e in possesso di una propria identità.

L’esempio più evidente di persona – per alcuni l’unico – è la persona umana. La maschera del giovane romano Cally, probabilmente, ci rimanda alla visione degli etruschi del termine della persona e cioè: φersu – φersuna, che nelle iscrizioni tombali indicava “personaggi mascherati”, “anima cattiva”, “defunto”, ecc., anche se sarebbe meglio pensarla come gli stoici che affidavano al termine “Persona” l’essere umano, che ha un ruolo nel mondo affidatogli dal suo destino. Un testimone illustre dell’utilizzo rituale della maschera è il grande Virgilio, che in un passo delle Georgiche, descrive le maschere indossate in onore di Bacco, in un clima celebrativo gioioso e spensierato, come “ora horrenda”.

Tuttavia il rapporto fra maschera e morte si accentua nuovamente nel mondo ellenistico e all’interno dei culti misterici romani. Nella speranza che questo nuovo modo di comunicare la propria musica, la propria cultura, il proprio modo d’essere, il probabile disagio personale e di una fetta del mondo giovanile italiano, che nella società odierna non ritrova più punti di riferimento in quanto i pilastri solidi (famiglia, scuola, cultura, lavoro, amicizia…), son venuti meno e ciò a causa di una classe dirigente che non promuove più la meritocrazia, l’impegno, il sacrificio, le regole, ma il relativismo smisurato che è promotore della banalità del male e che sta ammorbando le nuove generazioni, sia di disvelamento e non di nascondimento dell’essere.

Sia questo Festival di Sanremo foriero di beltà e promotore di identità italiana, di quell’identità che non si camuffa sotto le false vesti di chi pretende a tutti i costi di fare campagna elettorale, ma d’identità di uomini e donne, di madri e padri, di ragazze e ragazzi, che ancora credono in una società basata su dei principi morali e culturali che hanno tenuto alto il nome di questa nazione per diversi secoli.

23 Gennaio 2020

Autore:

redazione


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