PUNTO DI VISTA 2 – Parigi brucia? Con il cerino in mano….

Gabriele Adinolfi, subito dopo l’attentato, parla di fatti, ipotizza scenari passati e futuri.. Al solito lucidissimo. Si può non condividere.. la lui l’ha detto. Esattamente così

Parigi: chi si è eccitato e parla di guerra di religione o di scontro di civiltà sta prendendo una cantonata mastodontica. Chi dice che non ci sono guerra di religione e scontro di civiltà so allo scontro di civiltà, è in atto da un buon secolo e in realtà è un’offensiva fanatica contro la Civiltà di cui gli jihadisti, reali o presunti, sono tutt’al più reclute tardive quando non si tratti di agenti speciali sotto copertura. Partiamo di qui, concetto a cui torneremo in chiusura, per commentare il colpo di Stato del 13 novembre nella Capitale francese.
Perché colpo di Stato?
INTERNAMENTE :
1) Misure speciali accompagnano la svolta di Valls, il primo ministro di un governo a forte taglio antifascista , antinazionale, sessista in quanto anti-maschio e razzista in quanto anti-bianco. Al minimo storico, il premier socialista ha impostato la sua campagna sull’edificazione di un’Unità Nazionale che dovrebbe combattere al tempo stesso il Front National e il Terrorismo – indicati come due facce della medesima medaglia identitaria – e, grazie al gentile regalo degli attentati parigini, si candida in pratica per l’Eliseo.
2) Le misure eccezionali, se applicate alla lettera, prevedono la sospensione delle elezioni regionali in programma il 6 e il 13 dicembre che, stando ai sondaggi del 12 novembre, vedevano la maggioranza governativa praticamente alemannizzata come risultato e come immagine.
3) Dal 30 novembre all’11 dicembre si terrà a Parigi il COP 21, la Conferenza dell’Onu sul clima che prevede delle svolte autoritarie inaudite tra cui, denuncia Blondet, l’istituzione di un “Tribunale Internazionale di Giustizia Climatica istituito per affrontare i casi di mancato rispetto degli impegni dei paesi parte sviluppati sulla mitigazione, l’adattamento , [ fornitura di ] finanza , lo sviluppo tecnologico e il trasferimento [ e ] [ , ] il rafforzamento delle capacità [ , ] e la trasparenza di azione e di sostegno , anche attraverso lo sviluppo di una lista indicativa delle conseguenze , tenuto conto della causa, del tipo , il grado e la frequenza delle non conformità”.
Questo in soldoni significa che si sta varando un ente sovranazionale che avrà la più ampia libertà di manovra per intervenire nella gestione dei vari Paesi con la scusa dell’ambiente ma commissariando aspetti finanziari e legislativi d’importanza vitale.
Plausibile che sia il primo di tre elementi de-sovranizzanti di stampo mondialista ad essere instaurato.
Gli altri riguarderanno la lotta al terrorismo e il dialogo tra le confessioni religiose. In un colpo solo la maggioranza all’Eliseo si ritroverà al centro di un programma ambizioso in cui la Francia avrà la sua copertina.
Perché il colpo di Stato non incontra ostacoli ?
ESTERNAMENTE :
1) La Francia è prigioniera delle logiche in cui si è intricata durante la presidenza di Sarkozy. Dalle Primavere Arabe, Parigi ha creduto che capitalizzare il suo know how e il suo coinvolgimento nello jihadismo risalente alla guerra contro i russi in Afghanistan fosse la miglior carta per mantenere influenze in Africa e nel Mediterraneo a spese nostre e sotto l’ombrello americano. Così facendo, però, si è legata mani e piedi agli USA, con cui peraltro si era saldata anche borsisticamente e nel narcotraffico latino-americano, e vista la disinvoltura statunitense nel cambiare cavallo, si è esposta alle ritorsioni degli ex alleati. Peraltro il Qatar detiene gran parte della finanza francese. Se è vero che Parigi non ha sostenuto propriamente l’Isis ma Al Nusra (Al Qaeda), dal momento in cui Obama gli ha chiesto di assumere un ruolo nella nuova fase siriana bombardando anch’essa le truppe dello Stato Islamico, se non ha propriamente cambiato campo (Al Nusra è un’altra cosa ed è anche schierata fisicamente altrove) non può non aver disgustato sauditi e qatarini, esattamente come ha fatto Putin. E in ambo i casi gli Usa ridono, ancor più se i loro partners subiscono ritorsioni dai petrosceicchi. Questo crea i presupposti per il terrorismo interno, chiunque poil o gestisca o lo metta a frutto.
2) Obama ha quindi longa manus sull’Eliseo. Il CFR – ovvero il Think Tank che dal 1932 detta tutta la politica estera americana – ha recentemente statuito che l’importante per gli States sia di tenere distanti Mosca e Berlino, di attaccare la Germania e infine di promuovere una spartizione della UE in zone d’influenza polacca, israeliana e francese. Immediatamente dopo questa comunicazione, la Polonia ha fatto un balzo in avanti nelle cronache e come acquisito peso politico. Dopo il golpe del 13 novembre e il summit ambientalista anche la Francia assumerà più peso.
3) Gli attentati di Parigi lasceranno il segno anche perché convinceranno i Paesi occidentali che non è il caso di scherzare con i bombardamenti e quindi che il piano Nato di spartizione siriana con rimozione di Assad, piano mai rifiutato categoricamente dal Cremlino e rilanciato proprio la mattina del 13 da Hollande Obama congiuntamente, ha adesso buone chances di venire applicato.
Dietrologia?
Certamente ma fino a un certo punto perché ormai le cose le preannunciano, non solo in modo codificato, ma anche chiaramente. La stampa israeliana aveva infatti avvertito i suoi cittadini dell’attacco specificando anche quando avrebbe avuto luogo, il capo dei servizi francesi se n’era uscito alla vigilia con un « vedrete cose che ancora non avete visto, entreranno in azione i professionisti del terrore ».
Questo, si obietterà, dimostra che erano al corrente e non hanno fatto niente per evitarlo ma non che fossero direttamente implicati.
Vero.
Riflettiamo però sul terrorismo di oggi e sul controllo tecnologico.
Un’azione terroristica efficace la si prepara, dunque, a meno che non sia compiuta da qualcuno non segnalato e che costui non ricorra ad alcun appoggio un logistico noto, la si conosce in aticipo e si può quantomeno prevenire. Se non lo si fa delle due l’una: o si è perso il controllo o si è lasciato fare.
Ciò vale per un’azione terroristica isolata, non per tre in contemporanea. Impossibile che in un caso del genere non ci sia come minimo accondiscendenza. Chi dice il contrario è perché il suo cervello si rifiuta di accettare la realtà e i rapporti di forza e sogna di trovarsi ancora in un’altra era.
Chi si aggrappa invece all’incompetenza presunta non si rende conto degli interessi che si muovono a certi livelli dove non è ammesso sbagliare e dove rarissimamente si sbaglia.
Perché non può essere altro che un golpe ?
Che tre commandos abbiano agito indisturbati in contemporanea in più luoghi, che alcuni dei loro membri si siano fatti saltare in aria e che gli altri siano stati tutti giustiziati da una polizia inefficente fino a un secondo prima, che non ci sia neanche un sopravvissuto da interrogare, per piacere andatelo a raccontare a qualche imbecille e se ci credete anche voi , mi dispiace, ma temo che abbiate seri problemi di cellule grigie.
Come minimo non doveva sopravvivre nessuno che potesse parlare, oppure, addirittura, i capi militari sono stati lasciati scappare e si finge che non ci fossero. In gennaio a Charlie Hebdo e al supermercato probabilmente si lasciò soltanto fare. Anche se i terroristi – ovviamente tutti uccisi – risultarono poi essere stati addestrati dai servizi francesi appunto per combattere in Siria ed è stato in seguito comprovato che li avevano armati subito prima delle stragi. Si sapeva, non si prevenne : questo, anche se moralmente è la stessa cosa, non significa che fu un’azione coordianata dagli apparati.
L’offensiva di venerdì invece, per la sua dinamica intera, rientra in tutt’altra casistica, come quelle dell’11 settembre 2001 a New York e del 7 luglio a Londra 2007 : sono operazioni dirette dall’alto con agenti speciali direttamente in azione.
Quindi, se è golpe, non è guerra di religione?
Non lo è di per sé, se non artificialmente, ma rischia di diventarlo, specie se questo format verrà replicato da noi durante il Giubileo. Non bisogna mai dimenticare infatti che il Pentagono ha promosso questo scenario fin dal 1997 e che, agenti o meno che siano, i combattenti in Siria vengono arruolati in un certo ambiente islamista che si nutre di un fanatismo mortale.
Una volta cambiato registro, gli americani che per quasi novant’anni avevano armato il terrorismo comunista (iniziarono ben prima della Rivoluzione d’Ottobre) hanno creato di sana pianta quello jihadista che però, come Frenkenstein, oggi si muove. Il cervello c’insegna a discernere ma non bisogna mai dimenticare l’intelligenza del corpo, quello delle cellule epidermiche, quello linfatico.
Che le Brigate Rosse a suo tempo facessero il gioco della Trilateral e d’Israele è un conto, che il loro credo comunista fosse genuino e che le loro pericolosità soggettiva non esistesse, ne è però un altro.
Perciò, essere coscienti di cosa accade, di dove ci portano i poteri fortissimi e i loro mangiafuoco locali, di quali siano i gradi di repsonsabiltà è fondamentale me non è sufficiente.
Ai tempi di Terza Posizione sapevamo bene chi era il nemico primo e chi il secondo ma questo non significava che non ci scontrassimo con quest’ultimo, il « Fronte Rosso » ; se non l’avessimo fatto saremmo stati idioti e ne saremmo finiti giustamente vittime.
Jihadismo, Mondialismo, immigrazione e genocidio
In chiusura riprendo un felice slogan di Avanguardia Nazionale dei tempi del mio liceo : « La società borghese si combatte opponendosi al comunismo ; il comunismo si combatte opponendosi alla società borghese ».
Cambiate i soggetti secondo la loro evoluzione storica e combatterete la dittatura tarnsnazionale opponendovi al terrore jihadista e viceversa. Ma non dimenticate mai che – guerra di religione o no – il problema reale a cui dobbiamo fare fronte non è il credo di una minoranza esaltata e manipolata, lo è la sostituzione di popolazione oggi in atto, con ondate di gente esogena non necessariamente musulmana, sospinta dall’Onu e facilitata da tutti i players mondiali.
Tutti, nessuno escluso.
Il che significa che, per quanto spettacolare ed emotivamente coinvolgente, quello che è accaduto venerdì scorso a Parigi non è che un epifenomeno secondario perché il nostro sterminio è in atto su tutti i piani e procede a tappe forzate ogni minuto di più.

Redazione Scomunicando.it

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